(DAM) Castel di Ieri (Aq) – Oltre ai cibi tradizionali legati ai culti religiosi, sono degni di nota tanti altri prodotti enogastronomici tipici dei paesi subequani, ossia:
– A Goriano Sicoli le marmellate, le conserve, gli essiccati prodotti da aziende locali e i ceci coltivati da secoli dai contadini del paese. Negli ultimi decenni questo prodotto è stato valorizzato dapprima attraverso l’organizzazione di sagre e degustazioni e, successivamente, attraverso la sua commercializzazione nei negozi del territorio, ed ora anche online.
– A Castel di Ieri le lumache e la preparazione della “micischia” legata alle origini pastorali del paese, una ricetta a base di carne di pecora non giovane, che viene disossata e condita con aromi, tra cui il finocchietto selvatico che le conferisce il suo gusto peculiare insieme al processo di affumicatura. Tale procedura ha origini molto antiche, legate alla transumanza e serviva a conservare la carne a lungo.
– A Castelvecchio Subequo è tipica della cucina tradizionale contadina la zuppa di fave e cipolla, accompagnata da pane raffermo. Inoltre, negli ultimi anni è stata riportata in auge da alcune aziende agricole locali la coltivazione della solina, un antico grano locale. Rimasto inutilizzato per diversi decenni, oggi, è impiegato per produrre pane e pasta, tra cui le tradizionali taccozze e sagne.
– Tipici di Gagliano Aterno e legati alla presenza secolare del Convento delle suore Clarisse sono molti dolci, primi fra tutti i “confortini”, pasticcini a forma di losanga, a base di mandorle e ricoperti da una glassa aromatizzata al caffè e alla cannella ma anche gli amaretti, sempre a base di mandorle, e le letizie a base di albumi, zucchero a velo, frutta secca e candita e cannella. Tradizionalmente prodotti in occasione di matrimoni ed altre feste, oggi sono disponibili tutto l’anno. Inoltre sono tipici della tradizione contadina j’ntremé, un piatto a base di fegatini d’agnello in agrodolce.
· Cibi tipici della tradizione culinaria molinese sono le rane e i gamberi di fiume, fonte di proteine molto apprezzata fino a pochi decenni fa. Questi animali venivano catturati nel fiume Aterno dai ragazzi del posto. Le rane venivano raggruppate in corone e talvolta anche vendute e, in origine, erano cucinate in umido con l’aggiunta di pomodoro, prezzemolo e aglio. Alla fine degli anni novanta, è stata organizzata una sagra con l’intento di far apprezzare e conoscere questo cibo abbastanza inusuale. Le rane venivano proposte fritte, anche con l’intento di renderle più appetibili a chi non fosse abituato a consumarle. Sempre a Molina è importante per l’economia locale la produzione dello zafferano dop.
In conclusione, non mi resta che augurare a tutti buon appetito.
Veronica Tieri