La Ciambella di Castel di Ieri

L’Eremo di Santa Maria di Pietrabona a Castel di Ieri. Per il trasporto della stetis in processione il martedì di Pasqua, viene offerta ai portatori la tradizionale Coambella di Castel di Ieri che viene appesa alla statua della Gran Madre di Pietrabona.

(DAM) Castel di Ieri (AQ) La ciambella di Castel di Ieri è un pane azzimo da considerarsi rituale e di festa, uno dei prodotti enogastronomici tipici di questo paese della Valle Subequana in provincia de L’Aquila.  

Tali pani azzimi vengono dalla Magna Grecia o dal Sud Italia, in quanto appartengono ad una ritualità molto antica. Occorrendo, per la sua preparazione, soltanto 6 uova intere, farina, semi di anice e pochissimo sale come idea lontana, la ciambella di Castel di Ieri è molto semplice negli ingredienti. 

L’esecuzione invece, è più delicata: bisogna sbattere le uova alle quali si aggiungono gli anici, si versa la farina poco alla volta in modo che l’impasto risulti inderogabilmente morbido (come il lobo di un orecchio), il segreto quest’ultimo passaggio per una buona ciambella, mentre si mette l’acqua a bollire. 

Data la forma di ciambella, si appoggia sopra una grande schiumarola, un cucchiaio sbucato in rame, capace di contenerla nella sua interezza e nel caldaio si lessa mantenendola in superficie nella schiumarola stessa, affogandola e muovendola senza farla cadere e facendo in modo che non si attacchi al metallo. 

Questi ultimi passaggi costituiscono non solo la difficoltà ma anche la ritualità della preparazione. 

Si poggia poi sopra una tavola per farla asciugare, si procede con il taglio lungo la circonferenza e si cuoce fino a doratura. 

La ciambella di Castel di Ieri è un pane devozionale che serve per i riti come quelli delle spose e delle feste patronali, durante le quali viene appesa agli stendardi, alle statue dei santi e alla bandiera tricolore della polizia municipale per lo svolgimento della processione. 

Della raccolta di offerte in alimenti e in denaro, comprese le grandi quantità di uova adoperate per la loro preparazione ne è rimasto l’uso ancora oggi. 

Fino a pochi anni or sono, le ciambelle venivano messe all’asta fuori la Chiesa parrocchiale insieme al vino e al formaggio, (di solito, la sera di ogni giorno di festa, nei momenti di pausa dei concerti della banda) per la raccolta del denaro necessario alle spese. Tradizione rimasta al giorno d’oggi.

 In passato, alcune signore erano conosciute in paese come cuoche specialiste di ciambelle, tuttavia tale tradizione enogastronomica è ancora viva a Castel di Ieri, in particolar modo in vista delle ricorrenze.

Fonti: Alcune delle informazioni sono tratte da “Novena di San Donato martire e altri aspetti delle feste patronali” di Tiziana Fratini

Veronica Tieri

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