Nicola Cucullo salvato da un soldato tedesco a Madonna del Freddo

(DAM) Chieti – Quando avevo poco più di venti anni collaboravo con Nicola Cucullo, già Sindaco di Chieti del Movimento Sociale dal 1993 al 2004. 

Costantemente effettuavamo dei sopralluoghi con la macchina in varie zone della città di Chieti dal centro alla periferia, oppure tornavamo la sera in città dopo essere stati in televisione dove partecipavo a volte con lui a una trasmissione televisiva su Tele 9 a Silvi Marina (si trattava degli anni 2006/2008).

Ogni volta che andavamo o con la mia Panda Verde o più spesso con la sua Punto Bianca, fra un colorito commento politico e un altro, c’era sempre il racconto di qualche episodio avvenuto durante la sua giovinezza o negli anni del suo sindacato.

Una sera di ottobre passammo per Ripa Teatina di ritorno a Chieti  dalla sua casa al Foro di Francavilla al Mare dove l’estate e l’inizio di autunno, finché il tempo lo permetteva, passava le giornate.

Qui si soffermò prima su un incrocio al confine fra Ripa e Francavilla dove mi raccontò che rimase una volta con la macchina bloccato in una cunetta, poi quando arrivammo al centro di Ripa Teatina imboccammo la stretta strada antica per Chieti e giungemmo in località Madonna del Freddo, dove mi raccontò un episodio avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale che lo aveva coinvolto in prima persona. 

Io intanto ero impegnato a guidare la sua automobile mentre ascoltavo i suoi racconti sempre interessanti. Arrivati all’incrocio fra Madonna del Freddo e la strada per Villamagna, dove ora ci sta una rotatoria per intenderci (e anche nei primi anni duemila ci stava) mi indicò un canale lungo la strada e iniziò a raccontarmi: “Lo sai che in quel posto mi hanno salvato la vita durante la Seconda Guerra Mondiale? – e io gli chiesi di raccontare – Ero, nella primavera del 1944 (o forse fine estate – inizio autunno 1943), andato a fare una passeggiata, da Santa Maria fino alle campagne sotto al cimitero di Sant’Anna, avevo solo 13 anni, non mi ero reso conto di essermi allontanato troppo di casa, giungendo nei pressi della Chiesetta di Madonna del Freddo che all’epoca non era ancora stata restaurata e la contrada era solo qualche casetta rurale, non certo come oggi che é piena di palazzi (si riferiva al Centro Residenziale Levante ovviamente). Qui, mi ero incuriosito a guardare che stessero facendo  dei soldati germanici con dei mezzi che si erano fermati,  e ad un certo punto sentì delle parole in tedesco concitate, poi delle urla e una botta di un calcio che mi fece cadere in un canale al lato della strada; – il Sindaco quando aveva iniziato a narrare indicò più o meno il posto – un soldato tedesco mi aveva colpito e fatto cadere. Non feci in tempo di riprendermi dallo stordimento della botta che rimasi impietrito fermo in quel buco, anche perché iniziò un feroce mitragliamento. Quando tutto finì, dopo alcuni minuti i Tedeschi non c’erano più. Preso dallo spavento sia del calcio ricevuto, sia dei colpi che mi erano  passati sopra la testa – ha continuato a narrare Nicola Cucullo – ripresi il cammino a ritroso verso casa, continuandomi a chiedere: ma cosa é successo ? Perché quel soldato mi ha colpito con un calcio e buttato in quel fosso? Da bambino non riuscivo a comprendere a pieno. Solo dopo alcuni anni crescendo capii che quel ragazzone germanico non mi voleva fare del male, anzi lo avrei dovuto ringraziare perché mi aveva salvato la vita, in quanto gettandomi in quel canalone aveva evitato che potessi essere ucciso dai colpi di mitragliatore. Aveva visto un ragazzino in pericolo e mi aveva voluto proteggere”.

Questo é in buona sostanza, in breve il racconto che vide protagonista il giovane  Nicola Cucullo che forse non sarebbe mai diventato Sindaco di Chieti se non fosse stato protetto da quel soldato germanico; uno dei tanti eroi anonimi e silenziosi che non avranno mai il loro nome sui libri di storia, come tanti ragazzi (anche Italiani) che hanno sacrificato la loro giovane vita nelle due guerre mondiali del Novecento che solo dei monumenti ricorda.

La zona del Comune di Chieti dalla Pietragrossa in giù, non era considerata città aperta come il centro di Chieti, ma area di passaggio della Wermacht e pertanto spesso bombardata. 

I canali ai lati della strada di Madonna del Freddo in gran parte ci sono anche oggi, anche se sono state a volte ridotti, probabilmente per allargare la carreggiata, e in un punto, alla curva coperti dall’ asfalto per rendere più sicura la curva.

Stiamo portando avanti con la redazione di Discovery Abruzzo Magazine degli speciali sulla Seconda Guerra Mondiale in Abruzzo. Su Chieti, abbiamo iniziato con i giorni della fuga dello Stato Maggiore a Palazzo Mezzanotte di Chieti il 9 settembre 1943, dopo l’Armistizio annunciato l’8 settembre, per poi trattare dello stanziamento del comando tedesco in città sempre a Palazzo Mezzanotte dal 10 settembre 1943, narrato la storia dell’eroica mamma Elda Tarantelli che salvò la figlia al Piano Sant’Angelo perdendo la vita il 31 dicembre 1943 che meriterebbe una targa ricordo, qui questo aneddoto raccontatomi da Nicola Cucullo, mentre nel prossimo episodio parleremo proprio di Chieti Città Aperta e del ritiro delle truppe germaniche da Chieti con l’arrivo degli Alleati il 9 giugno 1944. 

Cristiano Vignali

Località Madonna del Freddo oggi
L,’incrocio dove é avvenuto il fatto che ha narrato Nicola Cucullo. Oggi i canali di scolo delle acque in molte parti sono stati ridotti di dimensione o interrati per allargare la carreggiata stradale.
Questa é un tratto del canale ai lati della strada a Madonna del Freddo, rimasto pressoché come nel 1944 quando Nicola Cucullo fu spinto dentro .
Questo é un tratto del canale ai lati della strada come é nel formato più moderno, meno grande.