(DAM) Chieti – La città di Chieti è fortemente legata al culto di San Giustino, considerato, nonostante diverse incertezze storiografiche, suo vescovo e patrono. Non sussiste, infatti, una documentazione biografica dalla quale estrapolare notizie specifiche sulla sua vita; i resoconti riguardanti l’esistenza di San Giustino , in gran parte imitati sul modello di quelli di santi omonimi, si attestano intorno al XV secolo.
Nel secolo XVII l’illustre giurista e storico teatino Girolamo Nicolino fu il primo a “mettere insieme la leggenda” di San Giustino, citando alcune agiografie precedenti. Egli, nella sua opera storica su Chieti, menziona tre differenti versioni delle sue origini: ebbe i natali a Siponto insieme alla nipote Giusta, deceduta a Bazzano dell’Aquila (proprio in quella zona, precisamente a Paganica, è vivo il culto di San Giustino confessore), oppure fu il discendente di una nobile famiglia teatina. Un’altra fonte lo definisce come un’eremita della Maiella, invitato dai cittadini di Chieti nella grotta per assumere la carica di vescovo.
Ad ogni modo San Giustino viene presentato nelle memorie storiche come contemporaneo di Sant’Eusebio di Vercelli, il quale morì nell’anno 371 dopo trentuno anni di episcopato; secondo questa tradizione la sua nascita dovette coincidere con la fine del secolo terzo o l’inizio del quarto, nel pieno clima delle persecuzioni delle comunità cristiane. Con tutta probabilità questo misterioso personaggio resse la diocesi di Chieti durante il travagliato periodo delle invasioni barbariche e della diffusione dell’eresia ariana. Nel corso di epoche così difficoltose ed incerte, di fronte al venir meno delle istituzioni del tempo, i vescovi e gli evangelizzatori divennero dei veri e propri punti di riferimento per l’intero popolo cristiano. L’anno della sua morte è incerto, tuttavia sappiamo che fu sepolto nella cattedrale innalzata sui resti di un tempio romano, dedicata a Santa Maria Assunta e intitolata al vescovo Giustino sin dal secolo IX, come è scritto nei primi documenti sulla chiesa a noi pervenuti.
La notorietà dei numerosi prodigi operati per l’intervento di San Giustino non si limitava alla città di Chieti e neppure alle regioni vicine; ben presto essa raggiunse anche i paesi lontani. Nicolino racconta che nell’835 i teatini, minacciati dall’incombente assedio dei Saraceni, chiesero aiuto a San Giustino il quale, servendosi di una colomba bianca, scacciò le truppe nemiche “come se fussero state in fuga ma poste da un potentissimo esercito“. Circa due secoli prima le campagne di Chieti furono invase da un gran numero di locuste che stavano distruggendo tutto il raccolto; a quel punto i fedeli portarono il braccio di San Giustino in processione e, di lì a poco, “quei dannevoli anamalucci” scomparvero. Diversi sono i miracoli attribuiti a questa reliquia, che riusciva a scongiurare le calamità naturali, come narra Girolamo Nicolino: “quando d’improvviso l’aria si oscura, e conturba, minacciando pioggia, e grandine crudelissima, et in un tratto al comparie del braccio del Glorioso Giustino sopra il campanile, con fare il segno della Croce, dove stanno queste nuvole, et resta l’aria serenissima“. A San Giustino furono attribuite anche alcune guarigioni miracolose, come quella di una storpia di nome Berta che riprese a camminare normalmente dopo essere giunta al cospetto del sepolcro del Santo.
La devozione verso San Giustino apparve, secondo il parere da alcuni studiosi, solo nel 1432, ed è tutt’oggi molto sentita nel capoluogo teatino che lo ricorda l’11 Maggio di ogni anno.
Le spoglie del vescovo-patrono sono custodite in un’arca marmorea risalente al secolo XV e posta all’interno della cripta della cattedrale della città.
Maria D’Argento – Discovery Abruzzo Magazine
Fonti:
– “San Giustino di Chieti”, Wikipedia
– “Di un raro opuscolo su S. Giustino vescovo e patrono di Chieti e la vita cittadina nella prima metà del Settecento” di Mario Zuccarini
– “San Giustino Vescovo di Chieti” di Antonio Chinni