San Gabriele dell’Addolorata, patrono d’Abruzzo: la storia

(DAM) Pescara. Il 27 febbraio si celebra la festa di San Gabriele dell’Addolorata, patrono d’Abruzzo. Qual è la sua storia?

San Gabriele dell'Addolorata
San Gabriele dell’Addolorata

Francesco Possenti, così si chiamava realmente San Gabriele, era l’undicesimo di ben 13 figli e nacque ad Assisi, in Umbria. Suo padre, a quel tempo, era il governatore della città. Francesco perse sua madre a soli 4 anni. I figli seguirono il padre in tutti i suoi spostamenti di lavoro, finché non si stabilirono a Spoleto. Lì, Francesco frequentò scuole cattoliche e poi i Gesuiti. Era un ragazzo molto affettuoso.
Il giovane fu colpito da malattie serie ben 2 volte e in entrambi i casi promise che se fosse guarito sarebbe diventato un religioso. Egli, però, non rispettò subito le promesse fatte. Tutto cambiò nel 1856 quando durante una processione dell’immagine del Duomo di Spoleto, sentì che la sua vocazione era di farsi religioso. La famiglia inizialmente non fu d’accordo con la scelta di Francesco, ma egli riuscì a persuadere il padre della sincerità delle sue intenzioni.

Di lì a poco entrò nei passionisti e prese il nome di Gabriele dell’Addolorata. Questo per la sua forte devozione nei confronti della Madre Celeste. In tutti i suoi scritti si può leggere dell’intenso rapporto del santo con il Signore e con la Beata Vergine Maria. Restò 6 anni tra i passionisti e nell’ultimo periodo fu trasferito a Isola del Gran Sasso (TE). Qui si ammalò di tubercolosi ossea, ma questo non gli impedì di osservare in tutto e per tutto la vita conventuale. Morì a 24 anni, prima di diventare sacerdote, stringendo forte un’immagine di Maria Addolorata.

Nel 1920 divenne santo e Pio IX lo dichiarò patrono della gioventù cattolica. Nel 1959, Papa Giovanni XXIII lo dichiarò patrono d’Abruzzo. Il culto di San Gabriele è molto praticato in Abruzzo, soprattutto tra i giovani. Ogni anno, per i 100 giorno agli esami di maturità, migliaia di studenti abruzzesi e non si recano a Isola del Gran Sasso per la benedizione delle penne, con cui affronteranno l’esame. Tantissimi i fedeli che ogni anno si recano a visitare il convento e la sua tomba.

Anna Di Donato
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