La Necropoli di Fossa (AQ): “Stonehenge” d’Abruzzo?

 

(DAM) L’Aquila – La Necropoli di Fossa (AQ), antichissima area sepolcrale (utilizzata per quasi mille anni dal IX al I secolo a.C.) fu rinvenuta nella piana alluvionale tra Casale e Cave di Pietra, nell’estate 1992, durante la rimozione del terreno per la realizzazione di impianti industriali.

Gli archeologi hanno ricostruito le varie fasi d’esistenza della comunità che la utilizzò per tutto questo tempo: le fonti storiche ci dicono che si parte dall’Età Protostorica fino alla Romanizzazione.

Proprio i Romani in età storica chiameranno “Vestini” questi uomini. Il nome Vestini deriva da quello di Vesta, Dea del focolare e della casa.

Secondo altri, il nome Vestini, formato dalle voci celtiche “Ves” che significa fiume e da “Tin” che significa paese, indicando in tal modo un paese delle acque, visto che il territorio occupato dai Vestini era particolarmente ricco di corsi d’acqua e sorgenti (es. il Fiume Aterno).

I° FASE; L’ ETA’ DEL FERRO

Testimonianze dell’Età del Ferro nella Necropoli di Fossa (Aq)

I primi due secoli (IX e VIII a. C.) sono caratterizzati dall’architettura sepolcrale dei tumuli.

I tumuli sono realizzati con cospicui ammassi di terra e sassi, a volte ricoperti da uno strato di pietrame; hanno un diametro medio compreso tra gli 8 e i 15 mt, e sono racchiusi da una “corona” di lastre infisse orizzontalmente nel terreno.

In alcuni casi, affiancate ai tumuli, ci sono delle file di menhir messi in ordine crescente.

Nell’interpretazione più suggestiva essi sono visti come una sintesi allegorica della vita umana, rappresentata nei suoi primi anni dalle lastre più piccole e nella sua maturità da quelle più grandi, fino ad arrivare all’ultima stele, che potrebbe rappresentare la morte. I corredi sono in questi primi secoli realizzati con schemi ricorrenti.

Il prestigio del vasellame che si trovava nelle tombe dell’VIII secolo, era dovuto alla quasi sicura provenienza esterna, probabilmente etrusca o picena; sarebbero quindi beni d’importazione, destinati solo agli individui più importanti della comunità.

Alcuni elementi che distinguevano gli uomini dalle donne erano gli oggetti che si trovavano nelle diverse parti del letto di deposizione: rasoi e armi per gli uomini, gioielli in diversi materiali per le donne.

II° FASE L’ETÀ ORIENTALIZZANTE E ARCAICA

Testimonianza Età Arcaica nella Necropoli di Fossa (Aq)

Durante questo periodo persiste l’uso di realizzare tombe a tumulo, anche se le dimensioni si riducono a un diametro costante di 4 mt e non si usano più le file di menhir allineati su un fianco della crepidine. Assieme ai tumuli si trovano anche le semplici tombe a fossa.

Con il VI secolo sparisce l’uso di tombe a tumulo e si ha la definitiva affermazione della tomba a fossa semplice.

Una novità legata a questa fase della necropoli riguarda le sepolture neonatali: l’area fino ad oggi esplorata della ne- cropoli di Fossa ha restituito un’altissima percentuale di sepolture infantili (circa duecento). Il corredo in questi casi è spesso assente.

III° FASE: L’ETÀ ELLENISTICA

Testimonianze dell’Età Ellenistica e Romana nella Necropoli di Fossa (Aq)

In questo periodo, la diversità delle tipologie sepolcrali è sempre più percepibile, tanto da far pensare a profonde stratificazioni sociali.

Di questa fase sono le tombe a camera, a cassone, a segnacolo monumentale, a fossa semplice e le sepolture neonatali.

Spiccano in modo particolare le tombe a camera a pianta quadrangolare. Esse erano dei sepolcri di famiglia, poiché vi troviamo più di un defunto. Anche se i corredi in questo periodo tendono a semplificarsi, in alcune tombe a camera sono stati rinvenuti oggetti di splendida fattura.

Con l’ultimo secolo (il I a. C.) si diffonde l’uso dell’incinerazione accanto a quello dell’inumazione; in questa fase sparisce anche la consuetudine di deporre oggetti di corredo.

E’ questo il momento in cui si percepisce ormai la definitiva assimilazione al contemporaneo costume funerario romano.

Osservando bene, esistono delle similitudini fra le aree sepolcrali in tutte le parti d’Europa, dai fiordi agli Appennini, a testimoniare una probabile comune origine fra le popolazioni, come si evince ad esempio confrontando le foto della Necropoli di Fossa con Stonehenge (in inglese letteralmente “pietra sospesa”, in riferimento agli architravi), sito neolitico che si trova vicino ad Amesbury nello Wiltshire in Inghilterra, circa 13 km a nord – ovest di Salisbury, composto da un insieme circolare di grosse pietre erette, chiamati megaliti.

Luigi Buracchio

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