La civiltà dei Vestini nel cuore dell’Abruzzo

Nel Cuore dell’Abruzzo: La Civiltà dei Vestini

(DAM) Penne (Pe) – I Vestini sono un antico popolo antico italico ha lasciato un’impronta indelebile nella storia e nell’archeologia dell’Abruzzo.

I Vestini, di lingua osco-umbra, hanno una storia caratterizzata da relazioni complesse sia con le altre tribù italiche, sia con la Repubblica Romana, con un processo di romanizzazione graduale e misteri ancora irrisolti legati al loro nome e alle loro origini.

Le origini esatte dei Vestini rimangono oggetto di dibattito tra gli storici. Si ritiene che abbiano fatto la loro comparsa in Italia intorno al XII secolo prima dell’era cristiana, provenienti forse dalla Sabina o da altre regioni settentrionali.

Tuttavia, nel IV secolo a.C. non esistono fonti storiche certe che li identifichino come Vestini nell’Abruzzo nord-ovest. Alcuni studiosi ipotizzano che potrebbero essere originari della conca di Rieti o del bacino della Nera, più a nord.
Uno dei siti archeologici più significativi legati ai Vestini si trova presso Celano, noto come il sito delle Paludi. Qui sono state scoperte le tracce di un villaggio su palafitte dell’età del Bronzo, oltre a tombe sepolcrali antichissime.

Queste scoperte forniscono preziose informazioni sulla vita quotidiana, la cultura e le pratiche funerarie dei Vestini. Il sito ha restituito pali di legno di quercia, salice e pioppo utilizzati per le palafitte, insieme a numerosi oggetti tra cui tazze, boccali, ciotole, fibule, anelli e bracciali.
Il territorio dei Vestini era diviso in due parti separate dalla catena montuosa del Gran Sasso. I Vestini Cismontani occupavano l’Altopiano di Navelli, la Valle del Tirino e parte della Conca aquilana. Erano separati dai territori dei Peligni dal massiccio del Sirente e dal Monte Ocre e dai territori dei Sabini dai monti di Bagno. Nella loro regione sorgevano città come Aufinum (vicino al comune di Capestrano), Aveia (Fossa), Peltuinum (Prata d’Ansidonia) e Prifernum (Forno di Assergi, frazione de L’Aquila). Dall’altro lato, i Vestini Transmontani comprendevano gran parte dell’attuale provinciale di Pescara, ad eccezione dei territori a sud dell’omonimo fiume. La loro principale città era Pinna (Penne), che fungeva da capitale dei Vestini adriatici. Altri centri importanti erano Cutina (Catignano) e Cingilia (Civitella Casanova), secondo quanto riportato da Tito Livio.

La Gran Madre dei Vestini é la Déa Feronia, di cui é stato trovato un luogo di culto a Loreto Aprutino. Anche la statua del Guerriero di Capestrano, custodita a Chieti nel Museo Nazionale di Villa Frigerj, rappresenta un condottiero vestino
I Vestini entrarono in conflitto con la Repubblica Romana alla fine del IV secolo prima dell’avvento dell’Era Comune . Tuttavia, dovettero allearsi con Roma per sopravvivere. Mantennero una certa autonomia fino a quando, nel I secolo durante la Guerra sociale (91-88 a.C.), ottennero la cittadinanza romana. Questa concessione, estesa a tutti gli Italici, portò molti privilegi ma anche l’obbligo di romanizzarsi. I Vestini furono sottoposti alla politica amministrativa di Roma e si trovarono ad adottare elementi della cultura romana, inclusi stili di vita, arte e governance.
La romanizzazione dei Vestini fu un processo graduale. Dopo la Guerra Sociale, la “Lex Julia de civitate” concesse la cittadinanza romana a tutti gli Italici rimasti fedeli a Roma, compresi i Vestini. Questo fu fatto principalmente per aumentare il numero di cittadini romani, fondamentale per il reclutamento militare. I loro territori furono intensamente colonizzati, soprattutto durante l’epoca di Silla, e da allora la lingua vestina scomparve progressivamente, sostituita dal latino.
I Vestini si fecero notare per le loro abilità militari e furono spesso arruolati come ausiliari nell’esercito romano. La loro economia si basava sulla pastorizia, sull’agricoltura e sul commercio. Coniarono anche monete proprie, denominate “aes grave,” contrassegnate con le tre lettere “VES.” Questi segni di romanizzazione dimostrano la profonda integrazione dei Vestini nelle istituzioni romane nel corso dei secoli.
Le origini del nome “Vestini” sono ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi. Alcuni ritengono che possa derivare da “Vesta,” la dea del focolare venerata anche dagli italici. Altri suggeriscono che potrebbe essere legato al dio umbro “Vestico,” conosciuto come il “dio della libagione.” C’è anche una teoria che sostiene che il nome potrebbe essere formato dalle parole celtiche “Ves” (fiume o acqua) e “Tin” (paese), indicando così il “paese delle acque” per l’abbondanza di corsi d’acqua nella loro regione.
In sintesi, i Vestini sono un popolo affascinante che ha lasciato un’impronta significativa nella storia dell’Abruzzo. Le loro origini rimangono avvolte nel mistero, ma la loro storia di interazione con la Repubblica Romana, la romanizzazione e il loro nome intrigante li rendono un soggetto di interesse e studio per gli appassionati di archeologia e storia antica.

Tila Lara