La Caserma “Francesco Spinucci”, già Distretto Militare di Chieti  

La Caserma Spinucci di Chieti, Distretto Militare in Piazza Garibaldi come appare nel 2023.
Il Distretto Militare di Chieti, all’epoca Caserma “Vittorio Emanuele II”.

(DAM) Chieti – Il Distretto Militare di Chieti é quella costruzione in stile neogotico con torri e merli simili a quelle dei castelli medievali che domina Piazza Garibaldi, costruita nel 1881 ed entrata in funzione definitivamente nel 1888, prima come “Caserma Vittorio Emanuele II”,  poi, dopo la Seconda Guerra Mondiale, intitolata alla Medaglia d’Oro al valore militare il sottotenente di complemento Francesco Spinucci (nato a Chieti il 25 dicembre 1915), giovane studente di economia all’Università di Bologna, caduto valorosamente in Albania sul Monte Meles al comando di un manipolo di uomini del 50 reggimento fanteria, durante la battaglia del 14/15 novembre 1940 sul fronte greco. Dichiarato disperso il 15 novembre del 1940, fu ritrovata la sua salma il 3 maggio 1941.  Il 13 dicembre 1957, l’ateneo bolognese ha concesso a Spinucci la Laurea Honoris Causa in Economia e Commercio. Anche il Distretto Militare di Chieti lo ricorda con una lapide presieduta da un cannone.

 Il Distretto Militare sorge proprio dove una volta c’era una grande struttura cattolica con l’orto botanico dei Padri Cappuccini e dove passavano anche le mura difensive della città. Bastioni di cui restano delle tracce anche all’interno della Caserma Spinucci.

 Le fortificazioni perimetrali cittadine subiscono una modifica verso la metà del XVII secolo allorché l’esercito asburgico di Filippo II necessità di una piazza d’armi, così fondando inconsapevolmente quella che diverrà Piazza Garibaldi con l’unità d’Italia e che con l’abbattimento di Porta Sant’Anna assumerà pressoché l’aspetto di oggi. 

Fino agli anni 50/60 del Novecento, Piazza Garibaldi davanti al Distretto Militare di Chieti non aveva pavimentazione lastricata, ma di terra, con “rivoli” di vialetti alberati con panchine  che portavano tutti al centro della piazza dove c’era una fontana monumentale zampillante. Piazza Garibaldi non a caso era chiamata in gergo popolare “la Villetta”, frequentata soprattutto da studenti del vicino Itis Luigi di Savoia e da gente del popolo, da distinguersi con la vera e propria villa comunale “Villa Frigerj” dove passeggiavano soprattutto notabili e aristocratici di Chieti. Negli anni Sessanta la zona di Piazza Garibaldi ha assunto pressoché l’assetto attuale.

La caserma dove attualmente c’è il Distretto Militare di Chieti, ha la facciata principale d’ingresso che domina tutta la piazza con a destra (guardando la facciata) Via Padre Valignani dove si vedono dietro i reticolati gli alloggi dei militari, mentre sul  lato di sinistra, dove sta Via Salomone, vicino la porta carraia, ci sono le scuderie per i cavalli, divenute in epoca più moderna garage per le auto  e i mezzi militari. 

La parte posteriore del Distretto Militare “Francesco Spinucci” ridà in zona Pietragrossa su Via Michele Milano dove sul finire degli anni Sessanta del Novecento sono state costruite delle case popolari, riducendo il perimetro della piazza d’armi interna della caserma e, Via Lucio Camarra, dove fino a qualche decennio fa c’erano gli storici impianti di produzione e commercializzazione della famosa gazzosa e spuma Peduzzi. Qui c’è pressoché l’unica casa della città, un antico mulino seicentesco che ha sulla retrostante facciata ancora dei segni lasciati dal secondo conflitto mondiale. 

Legati al Distretto Militare di Chieti ci sono due tragiche storie che riguardano due militari che hanno perso la vita in servizio.

All’inizio del  Novecento, l’attuale Caserma “Francesco Spinucci” era la sede dello squadrone militare del “13° Cavalleggeri Padova”. A questo periodo é legato  il grave incidente avvenuto nel pomeriggio del 27 maggio 1904 costato la vita al ventisettenne appuntato dei cavalleggeri, il calabrese  Vincenzo Lavia, cominciato all’interno della caserma e conclusosi alcune centinaia di metri più in basso lungo l’allora scarpata che portava alle fonti di via Picena, per intenderci nella zona dove c’è la discesa di Via Fonte Canale. 

Il drammatico avvenimento che portò alla morte del soldato fra atroci sofferenze finì anche sull’inserto illustrato a colori del “Corriere della Sera”, la “Domenica del Corriere” che aveva la prima e la quarta di copertina con i disegni del famosissimo illustratore Achille Beltrame. Il primo disegno accompagna il titolo “L’orribile morte del soldato Vincenzo Lavia a Chieti”, il secondo parla de “I drammi della vita: orribile fine di un soldato di cavalleria, a Chieti”. Il giovane milite, originario di Crucoli (oggi provincia di Crotone, ma all’epoca di Catanzaro), figlio di Giuseppe e Caterina Filippelli, rimase impigliato ad un cavallo imbizzarrito, così venne travolto e trascinato per il dirupo. I funerali, furono molto sentiti dal popolo di Chieti, dove c’è una lapide in suo ricordo nel cimitero di Sant’Anna, in cui sono state seppellite le sue spoglie mortali, su cui qualche anima di buon cuore ogni tanto porta ancora dei fiori. 

Il secondo luttuoso episodio é avvenuto a Chieti durante la Seconda Guerra Mondiale,  dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, e precisamente il 27 ottobre di quell’anno, allorché i militari della Wermacht portarono avanti dei rastrellamenti di uomini e mezzi, presidiando tutti i principali incroci e ingressi cittadini con delle mitragliatrici. 

Quel giorno venne arrestato a Santa Barbara, per essere passato per le armi, accusato di episodi di partigianeria, il Tenente di Artiglieria Ubaldo Nicolucci (nato a Buenos Aires il 7/06/17 e residente a Chieti in Via Pallonetto Mater Domini n.4) del 43esimo Reggimento Divisione “Sirte” che aveva combattuto in Africa del Nord e si era dato alla macchia non volendo combattere a fianco dei Tedeschi dopo l’8 settembre 1943. 

 Nella caserma “Vittorio Emanuele II” (così si chiamava il distretto militare come abbiamo visto) fu ucciso da una guardia germanica nel tentativo di disarmare un’altra sentinella teutonica. Ubaldo Nicolucci, per il suo valore, é ricordato anch’esso nel Sacrario Militare del Cimitero di Chieti a Sant’Anna. Una traversa di Via Papa Giovanni XXIII che segue l’antico tracciato di Via Marrucina, é stata intitolata a Ubaldo Nicolucci.

Dal 1967 fino al 2005, quando ancora era obbligatorio il servizio di leva, il Distretto Militare di Chieti Caserma “Francesco Spinucci” ha funzionato anche per la selezione delle reclute del servizio militare, dal 2005 è sede del Centro Documentale di Chieti dell’Esercito Italiano. Attualmente, ci sono anche dei locali della Questura di Chieti tra cui l’autoparco e l’Ufficio Denunce. 

Il Distretto Militare di Chieti in Piazza Garibaldi, come tanti dei palazzi storici del capoluogo ha una affascinante storia da raccontare che é giusto fare conoscere alla popolazione affinché l’identità cittadina sopravviva alla omologazione della globalizzazione del XXI secolo. 

Cristiano Vignali – Tila Lara