Il sito archeologico di Ocriticum in Abruzzo dimostrerebbe la romanizzazione dei culti italici dopo la “Guerra Sociale”

Tempio Ercole

(DAM) Cansano (Aq) – Visita nel pomeriggio di domenica 28 aprile presso l’area sacra di Ocriticum, vicino alla faggeta sacra a Giove (in era Cristiana chiamato Bosco di Sant’Antonio), nel territorio di Cansano, fra Campo di Giove e Pescocostanzo, dove c’è un tempio italico dedicato ad Ercole (analogo a quello di Ercole Curino) e un tempio romano, creato dopo la “Guerra Sociale”, dedicato a Giove che dimostrerebbe la sincretica uniformità dei culti. Il sistema dei templi sorge sul Colle di Mitra che fa pensare in età tardo antica alla presenza di un culto solare nella zona. Tra l’altro a fianco ai due templi c’è un orto degli Dei dedicato alla fertilità sia della terra, sia umana con riti che venivano celebrati in onore di Cibele (Andromeda), Fauna (Prosepina o Libera), Libero (Dioniso o Bacco), forse anche della ninfa Sicinna dato che l’area etnica e culturale italica è quella dei Peligni, e un pò di tutti gli dei del Phanteon.

L’ampliamento del santuario col nuovo tempio, dopo la fine della “Guerra Sociale” (89 a.C.) che ha sancito la concessione della cittadinanza agli Italici, vuol celebrare la concessione dello status di cittadini e la loro integrazione completa nello Stato e nella società romana.

Non a caso Giove, divinità adorata anche dagli italici con i Romani viene sempre più identificato, ancora di più in epoca imperiale, col “Sol Invictus”, il culto del Sole, con cui spesso era chiamato non solo Apollo, ma anche Giove.

Il toponimo Colle Mitra riferito a dove si trova l’area sacra di Ocriticum sta ad indicare che anche qui sia avvenuta la trasformazione del politeismo classico romano e greco, in una sorta di monoteismo solare che si sviluppò a partire soprattutto dal III secolo d.C. con la dinastia dei Severi che, andando in controtendenza con la tradizione politica e di governo romana del Principato di Augusto e della antica Res Publica, accentrano in modo teocratico il potere, esautorando il Senato nelle scelte, ma dando sempre più importanza all’esercito in cui il culto del Dio Sole era molto sentito (perché nelle mischie delle battaglie avere la luce del sole a favore o contraria determinava spesso l’esito dello scontro), diedero l’avvio alla trasformazione del Principato in Dominato, trasformazione che durò tutto il III secolo, un’epoca di guerra civile in cui il fermento mistico delle religioni monoteistiche orfeiche e misteriche venute dall’Oriente e diffuse in tutto l’Impero, venne contrasto sincreticamente attraverso la creazione di una sorta di monoteismo pagano rappresentata dal Sol Invictus attorno a cui poi ruotavano i culti delle altre divinità locali o protettori di particolari attività, categorie sociali, flora e fauna o altro.

Il Sol Invictus che prima dell’avvento del Cristianesimo come religione ufficiale dell’Impero nel 380 d.C. era identificato spesso col culto di Roma e della sua potenza.

A tal proposito, il poeta Quinto Orazio Flacco , piu noto come Orazio, recitava:

«Alme Sol […] possis nihil urbe Roma visere maius.»«Almo Sole […] che tu possa contemplare nulla di più grande della città di Roma.»
(OrazioCarmen saeculare.)

Dunque, sia nel tempio di Ercole Curino, sia nell’area sacra di Ocriticum, entrambe sviluppate in epoca italica e dell’espansione romana repubblicana pre cristiana, entrambe entrate in declino dopo un rovinoso terremoto nel II secolo d.C., l’espansione del tempio è simbolo della romanizzazione dell’area e di uniformizzazione dei culti pagani.

Il Direttore – Cristiano Vignali

Tempio Giove