Il Centro Clinico Caleidos di Teramo ci spiega come riconoscere e affrontare la demenza senile

(DAM) Teramo – Per la rubrica Abruzzo Salute, il Centro Clinico Caleidos di Teramo che offre assistenza diurna per l’Alzheimer e altre patologie della stessa tipologia, ci parlerà di come riconoscere e affrontare la demenza senile.

Esistono varie forme di demenza che si differenziano tra loro in base alla causa che le genera ed alle aree cerebrali coinvolte.
Tra queste, la malattia di Alzheimer è quella più diffusa ed è una malattia degenerativa che causa un deterioramento a livello cerebrale con ripercussioni sul piano cognitivo, comportamentale ed, a lungo andare, anche fisico.
I primi sintomi possono comparire già in età presenile.
Trattandosi di una malattia degenerativa, la prognosi purtroppo è infausta, ovvero non vi è guarigione. Tuttavia, numerosissimi studi hanno messo in evidenza l’importanza, assieme ad una diagnosi precoce ed al trattamento farmacologico, di una serie di attività e comportamenti che possono rendere i primi stadi della malattia meno pesanti sia per la persona colpita che per i suoi familiari. Tra queste attività, un posto di riguardo è ricoperto dalla stimolazione cognitiva: sono numerosi gli studi che dimostrano che stimolare la mente in maniera adeguata attraverso l’attuazione di attività mirate ha delle ripercussioni positive sul decorso della malattia. La stimolazione cognitivo-comportamentale si è rivelato l’approccio ottimale con questo tipo di patologia.
Vi sono poi una serie di attività ed iniziative, alcune ancora in fase di sperimentazione, da poter realizzare e che hanno mostrato un miglioramento della qualità della vita della persona affetta da demenza. Tra queste troviamo un’adeguata attività fisica, la cosiddetta ginnastica dolce, lo yoga ed il tai chi, la terapia delle bambole (dolls therapy), la musicoterapia, l’arte terapia e, recentemente, alcuni studi hanno messo in relazione anche la dieta alimentare con il manifestarsi e lo svilupparsi della malattia.
Tutte queste attività e comportamenti sono stati messi in relazione anche con il ritardo dell’istituzionalizzazione della persona affetta da demenza.

COSA FARE SE SI HANNO DUBBI CHE UN PROPRIO CARO ABBIA UN DEFICIT COGNITIVO?
La prima cosa da fare è parlarne con il proprio medico curante il quale valuterà se è necessario un approfondimento diagnostico. Le diagnosi possono essere fatte presso i centri del Servizio Sanitario Nazionale o presso centri privati, ad opera di Medici Neurologi, Psichiatri, Geriatri e Psicologi, a seguito di indagini strumentali – esami ematici, Risonanza Magnetica (RM), TAC ed elettroencefalogramma (EEG), ed esami clinici (colloquio clinico, test di screening per la demenza e prove neuropsicologiche). Il numero di esami diagnostici e la tipologia varia in base ai sintomi che presenta la persona ed è il professionista che valuta quali siano quelli necessari.
Le equipe di valutazione sono generalmente formate da un medico neurologo, uno psichiatra, un geriatra, uno psicologo clinico ed un assistente sociale.

CHE COSA E’ LA STIMOLAZIONE COGNITIVA?
La stimolazione cognitiva è una tecnica di intervento non-farmacologica che mira, attraverso l’esecuzione di esercizi progettati ad hoc, alla conservazione delle abilità residue della persona ed al potenziamento di quelle capacità che invece risultano essere deficitarie, come la memoria, l’attenzione, il linguaggio, l’orientamento spazio-temporale. Gli esercizi proposti possono essere presentati con diverse modalità, in sedute individuali o di gruppo, ed avvalersi di diversi supporti (es. carta e matita, informatici, ecc.). Queste metodica di intervento è indicata in tutte le patologie causate da un danno cerebrale, sia esso acquisito (es. ictus, trauma cranico, ecc), sia congenito (es. decadimento cognitivo). All’interno di una patologia neurodegenerativa come la demenza di Alzheimer, vi sono numerosi studi scientifici che hanno messo in relazione un’adeguata e precoce stimolazione cognitiva con il rallentamento del decorso della malattia, migliorando la qualità della vita della persona colpita da demenza e del familiare, ritardandone inoltre l’istituzionalizzazione.

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Lo Staff del Centro Caleidos