Giordana Marconi: quando l’occasione incontra il talento

Giordana Marconi (foto di Giuseppe Di Caro)

(DAM) Alba Adriatica (TE) – Il 3 giugno si è svolta presso lo stabilimento balneare Waikiki di Alba Adriatica, una tappa del concorso di moda “Miss Meravigliosa of the Year” di Giulia Rizzardi.

In giuria era presente l’attrice e pittrice di San Benedetto del Tronto (AP) Giordana Marconi che ha premiato la seconda classificata Alice Staffilano di Giulianova.

A tal proposito, sentiamo come ha risposto alle nostre domande l’affascinante e talentuosa Giordana Marconi:

Chi è Giordana Marconi?Se lo scopri, dillo anche a me! E’ difficile dire chi si è.

Forse, in linea generale, una donna e una sognatrice che cerca di rispondere alla propria vocazione e cioè a sé (per come questo personale e specifico “sé” è uscito dalla mente di Dio) nel modo più appassionato e completo possibile provando, nel percorso, a mantenere intatte l’integrità e la speranza”. 

Ci parli delle sue attività nel campo artistico…Le mie attività artistiche sono legate principalmente al mondo della recitazione ma ultimamente mi sto dedicando anche alla pittura.

Ho iniziato a studiare Teatro negli anni universitari (ha una laurea con lode in Scienze della comunicazione n.d.r) e contemporaneamente frequentavo un’Accademia di Cinema. Ho poi continuato con stage, laboratori e lezioni nella Capitale.

Sono arrivati i primi cortometraggi, lungometraggi indipendenti fino a partecipazioni in film distribuiti a livello nazionale e internazionale.

Giordana Marconi (foto di Massimiliano Marzetti)

Posso citare “Il cuore grande delle ragazze” di Pupi Avati, “Mio papà” di Giulio Base, entrambi presentati alla Festa del Cinema di Roma e poi la fiction Rai “Un matrimonio” sempre di Pupi Avati, “Il cuore in mano, i piedi sulla strada” del regista tedesco Uli Moller che ha preso parte a diversi festival in giro per il mondo ma anche al Festival del Cinema europeo di Lecce.

In questi ultimi anni, inoltre, sto lavorando a Teatro con l’attore e regista Emilio Fabrizio La Marca, grandissimo artista dall’eccezionale curriculum, talento e quarant’anni di esperienza alle spalle. Mi ha dato e mi sta dando molto recitare con lui. E sto imparando la grande fatica di chi fa Teatro con tournée spossanti in giro per varie piazze (siamo stati a Roma, Napoli, Frosinone, Arezzo, Chianciano, Pescara, Terni – per citarne alcune – con due, a volte tre spettacoli al giorno) ma anche la soddisfazione di un progetto ben riuscito e amato prima di tutto da noi che lo portiamo in scena e dal pubblico.

Per quanto concerne la pittura, dipingere e disegnare è un qualcosa che ho saputo fare istintivamente sin da piccola. Non ho mai studiato a riguardo ma quest’anno ho deciso di provare a mettermici seriamente seppur come autodidatta, produrre quadri e vedere cosa potesse uscirne. Ne è uscito che mi ha vista un gallerista, gli sono piaciute le mie opere e mi ha proposto una mostra, una collettiva. Così ora i miei quadri sono esposti al Giovarti di Centobuchi. E devo dire sono stati apprezzati…

Ma, a prescindere, dipingere mi mette pace e una buona dose di gioia e questo è già un bel traguardo!”

Che cosa prova mentre recita e posa davanti a una cinepresa? Cosa provo? Mi sento a casa… Non saprei dirlo in altro modo.  

La telecamera è un’amica con la quale difficilmente entro in conflitto. Quando mi osserva, io mi sento un po’ amata e quindi tendo a ricambiare…

Per il Teatro è diverso. Il palco mi dà (o forse dovrei dire: dava) ansia ma mi sto abituando! E alla fine riesco anche a divertirmi, a giocare (Basta che non guardo il pubblico! Ma mi abituerò anche a quello. Forse).

All’inizio quando dovevo entrare in scena, da dietro le quinte, cominciavo a torturarmi su chi me l’avesse fatto fare, che per carità io là davanti non ci vado… poi entravo e tutto filava liscio, io mi trasformavo, diventavo ciò che dovevo, gestivo scena e me in modo sempre più naturale così anche quelle tavole di legno e quei riflettori ho iniziato a sentirli meno ostili; in fondo mi hanno corteggiata di spettacolo in spettacolo e, seppur con qualche riserva che si concede agli innamorati più difficili, mi hanno conquistata!

Giordana Marconi (foto di Massimiliano Marzetti)

Durante l’interpretazione sono concentrata su ciò che devo fare e sulla mia emotività, sulle battute e il modo di darle e dire le parole perché siano più efficaci, sul trasformare ogni sensazione in vita per il personaggio, sull’ascolto dell’altro. Sono immersa in un mondo immaginifico tra istinto e tecnica. Mi

sento bene”.

Cosa consiglia alle ragazze che vogliono iniziare la sua attività?Consiglierei di fare tutto fuorché imparare a recitare.

Sì, lo so, sembra un ossimoro, ma mi spiego.

A me, i laboratori, l’Accademia, le scuole di Teatro hanno insegnato e ho assorbito parecchio quindi li consiglio, ci mancherebbe (ad esempio è importante studiare dizione. Parlare un italiano corretto, con un’articolazione pulita e senza inflessioni dialettali, a meno che non sia esplicitamente richiesto il contrario e una particolare cadenza, è un buon biglietto da visita ed è indispensabile per lavorare a un certo livello)!

Io però sono cresciuta come attrice ancor più grazie a tantissime altre esperienze che all’apparenza con la recitazione non c’entrano nulla. Ma sono state fondamentali! 

Gran parte dei complimenti che ricevo riguardano aspetti non appresi nelle classiche scuole di recitazione.

Studiare all’Università ha allenato moltissimo la mia memoria (importantissima per chi recita, soprattutto a Teatro) e ha disciplinato la mia mente. Danzare (ho studiato danza classica e moderna per quindici anni iniziando all’età di cinque) mi ha dato consapevolezza del corpo e dello spazio, armonia nei movimenti, grazia. Io danzavo su palchi di teatri e, pur non essendo una ballerina professionista, ciò mi ha abituata a espormi al pubblico, a muovermi con un certo ritmo interno, ha conferito espressività al volto e ai gesti.

Quadri di Giordana Marconi

Lo sport, dal nuoto alla corsa, oltre a fare molto bene all’umore e a rendere più gradevole l’aspetto aiutano a sostenere ritmi serrati e stanchezza, sviluppano la volontà, rendono toniche la psiche e le emozioni. E aumentano il fiato (che per il Teatro male non è).

Dipingere mi aiuta nella pazienza (e ce ne vuole se fai l’attore!!) e nella concentrazione. E’ come una preghiera o una meditazione.

Leggere molto e di tutto per capire meglio il mondo, gli altri, te e arrivare a una interpretazione più vera, più complessa, fatta di sottostesti, nella comprensione e non nel pregiudizio sterile del personaggio da interpretare che è essenzialmente un essere umano con tutte le contraddizioni e i patimenti che ciascun essere umano porta con sé. Stessa cosa vale per i film. Guardare film di qualità di ogni epoca. Osservare gli attori, quelli grandi, quelli eccelsi.

La mia spiritualità, questo filo conduttore tra me e l’Altissimo fatto di lotta e di quiete, di slancio e di abbandono a volte tiepido, a volte infervorato ma che non viene mai meno e che mi regala un respiro più ampio e spesso uno sguardo commosso o grato. 

Quadri Giordana Marconi

Ecco. A patto di mettere impegno e determinazione in ogni attività compiuta, tutto può concorrere a rendere migliore l’attore. Perché l’attore è solo un essere umano. Un essere umano che si mostra, si espone e si esprime, che deve poter essere vulnerabile senza trovarsi atterrito da quella vulnerabilità e ha come strumenti il suo corpo, la sua voce, la mente, le sue emozioni, la sua consapevolezza.

Sono tutte queste diverse realtà che vanno allenate!

E allora la differenza si vede.

Poi certo, occorre anche la predisposizione. La sensibilità per capire, per cogliere, per interpretare. L’intuito.

(Io, alla fine, sono un’attrice più selvatica che accademica…)

Quadri di Giordana Marconi

Con tutto questo discorso non voglio dire che sia chissà quale genio assoluto dell’arte recitativa. Posso e devo migliorare sempre e tanto. Ma quanto detto sopra è ciò che mi ha aiutata e ha in parte contribuito ad aprire le porte di questo folle mondo di artisti, dunque credo possa aiutare anche altri.

Ah e poi ovviamente affidarsi a persone serie. Agenti, registi, produttori ecc professionisti e di riconosciuta credibilità.  

Conoscere più gente possibile del settore e cercare di convincere a investire su di te, il che non è proprio facilissimo. A volte sembra tutto bloccato nonostante l’impegno, altre possono crearsi occasioni inaspettate. L’importante è comunque mettersi in gioco anche a piccoli passi e vedere che succede!”

La Redazione di Discovery Abruzzo Magazine