Farchie speciali ogni 25 anni, il 16 gennaio 2024 a Fara F.P.

Video delle Farchie di Fara Filiorum Petri edizione 2020

(DAM) Fara Filiorum Petri (Ch) – Ogni 16 gennaio, dal XIX secolo, si rinnova il rito in chiave cristiana delle Farchie a Fara Filiorum Petri, anche se le sue origini affondano nel paganesimo sia italico, sia germanico, con i Longobardi che avrebbero fondato la Fara (clan, tribù, villaggio) proprio qui alle pendici della Maiella orientale marrucina.  Infatti, i contadini di tutta Europa, fin dall’antichità, per una funzione che possiamo definire purificatrice, propiziatoria, di un’annata in cui il sole avrebbe dovuto far maturare un buon raccolto, usavano accendere questi fuochi, legati prevalentemente ai riti del solstizio d’inverno di dicembre e a quelli detti di transizione post solstizio di gennaio e inizio febbraio (a cui appartiene quello di Fara Filiorum Petri). I contadini innalzavano una preghiera agli Dei (a Dio in epoca cristiana) con una rappresentazione coreutica, per propoziarsi tramite il fascio di canne e il fuoco la luce e il calore di cui c’è penuria in inverno. 

La Farchia, dunque, potrebbe rappresentare in questa ottica, come una sorta di ponte di collegamento cosmico degli umani col divino, a cui i Faresi si rivolgono con il grido di “Viva lu Sand’Andonie”.

La festa è organizzata da un comitato spontaneo che trova i principali sostenitori nelle contrade di Fara Filiorum Petri e che provvede alla raccolta fondi necessaria per sostenere le spese.
La preparazione delle farchie comunque, pur essendo prerogativa dei contradaioli, per consuetudine viene svolta di anno in anno presso le stesse famiglie.
Ma, come sono fatte praticamente le farchie? 

Le farchie sono dei fasci cilindrici di canne legati con rami di salice rosso aventi generalmente un diametro di cm 70-100 ed una lunghezza di mt. 7-9. 

Di solito sono preparate dalle contrade Colli, Madonna, Mandrone, Forma, Vicenne, Fara Centro, Crepacci, Campo Lungo, Colle Anzolino, Via S.Antonio o Colle San Donato, Sant’Eufemia, Giardino e Pagnotto.

La perfezione tecnica della farchia viene alla luce solo dopo che è innalzata: la verticalità, il giusto allinearnento dei nodi, la corretta sistemazione delle canne per evitare rigonfiamenti o torsioni, sono i requisiti principali di giusta maestria, messi in relazione con le dimensioni metriche.

Questo rito, ha superato il corso dei millenni e dei secoli e dalla seconda parte dell’Ottocento a Fara Filiorum Petri ha le sembianze attuali, diventando una tradizione, un elemento di identità collettiva, perché unisce idealmente tutti i Faresi del presente e del passato che vivono in paese o nel mondo. Nemmeno la guerra e la pandemia l’hanno fermato. Infatti, anche il  16 gennaio 1944 i Faresi, non curanti del pericolo dei soldati tedeschi che non volevano assembramenti che potevano portare a potenziali problemi di ordine pubblico, accesero delle fiaccole per rinnovare idealmente il rito (come avveniva nella prima parte dell’Ottocento). Durante l’epidemia di Covid, non si è fatta l’accensione delle farchie in piazza, ma nelle singole case dei Faresi sono state allestite delle piccole farchie. 

 Ogni quarto di secolo, in occasione dell’anno giubilare, c’è una edizione speciale del rito delle farchie che, invece di sollevarsi e accendersi nel piazzale antistante il cimitero come di solito avviene, si innalzano e si bruciano in località Colle Selva, proprio dove sarebbe avvenuto il miracolo di Sant’Antonio (dove in passato c’era una croce e dove nel secondo dopoguerra è stata costruita una chiesetta dedicata al Santo). 

Sul miracolo di Sant’Antonio, la tradizione religiosa – popolare cristiana racconta che il 16 gennaio 1799, le armate francesi giacobine, tentarono di occupare Fara Filiorum Petri, e passando per Bucchianico, si trovarono presso il querceto di Colle Selva la figura di Sant’Antonio, apparso con le sembianza di un anziano  generale avvolto nel fuoco che intimava ai soldati di tornare indietro, ma i Francesi non vollero sentire l’avvertimento proseguendo nella loro marcia, trovandosi improvvisamente un muro di fiamme prodigioso che gli impediva di passare per il querceto, senza però bruciare gli alberi, così furono costretti a ritirarsi. Di questo antico bosco di querce, oggi ne resta solo una parte, ma ogni 25 anni l’accensione simbolica delle farchie che vuole ricordare questo fatto, avviene proprio lì dove sarebbe avvenuto il miracolo. In chiave pagana, Sant’Antonio potrebbe essere sincretisticamente identificato con Giove che scaglia i suoi fulmini e saette, oppure con Marte, divinità romana della guerra che in chiave italica è protettore anche dei boschi. Infine, alcuni hanno teorizzato che S. Antonio potrebbe essere identificato anche con Ercole, eroe ellenico che in chiave italica è protettore delle attività agro – pastorali.

Il 16 gennaio 2024 ricorre questo rito speciale delle farchie, come già successo in precedenza a memoria d’uomo nel 1999, nel 1974, nel 1949 e nel 1924. 

 A tal proposito, ci ha spiegato Dario della Contrada Colle San Donato: “La Chiesetta di Sant’Antonio si trova in località Colle Selva, dove si dice sia avvenuto il miracolo del Santo. Ogni 25 anni, in occasione di quella che potremmo considerare una edizione speciale delle farchie, i fasci vengono portati con i trattori in Contrada Colle Selva da parte di tutte le contrade che si incontrano ad un bivio sotto i Colli di Fara, circa verso le 13.00 -13.30. Qui, nello spazio di fronte la Chiesetta di Sant’Antonio, le farchie vengono bruciate, a differenza di quello che succede nelle edizioni ordinarie quando il rito di accensione delle farchie avviene nel piazzale antistante il cimitero. In questo caso, i fasci sono leggermente più piccoli, ma a noi non interessa, quel che conta è la devozione al Santo e tutto ciò che concerne la sacralità di questo momento che avviene ogni 25 anni”. 

Il rito delle Farchie è una tradizione antichissima da preservare dalla omologazione culturale e dallo sradicamento delle identità locali tipici della società globalizzata del XXI secolo. Pertanto, sarà oggetto di un saggio di approfondimento sulla seconda edizione della mia opera “Tracce di Riti e Culti Ancestrali nell’Abruzzo Contemporaneo”.

Cristiano Vignali – Direttore di Discovery Abruzzo Magazine

La Chiesetta di Sant’Antonio in località Colle Selva di Fara Filiorum Petri, dove sarebbe avvenuto il miracolo del Santo e dove ogni 25 anni vengono bruciate le farchie.
L’interno della Chiesetta di Sant’Antonio in località Colle Selva di Fara Filiorum Petri (Ch) nei giorni delle Farchie.
L’anima della Farchia con foto fatta durante la preparazione della Contrada di Colle San Donato.
I legami che servono a legare il fascio di canne, usati dai farchiaioli di Colle San Donato.
il primo legame del fascio delle farchie posizionato da Colle San Doanto.
i Farchiaioli di Colle San Donato che ringraziamo.