(DAM) – La credenza del Malocchio è molto radicata nel Centro – Sud Italia, Abruzzo incluso e le sue origini sono pagane e da collegarsi con la tradizione italico – romana.
Il Malocchio è un flusso di energia malevola inviata a persona o cosa per danneggiarla. Esso può essere di due tipi, quello non voluto, inviato involontariamente da una persona e quello volontario che si lancia attraverso delle formule magiche, molto più difficile da sconfiggere.
Fondamentale per il lancio del Malocchio è lo sguardo che deve essere intenso e ossessivo e può essere accompagnato da insulti, ma anche da complimenti.
Nell’antica Roma, l’arte del Malocchio veniva chiamata “fascinus” e chi lo lanciava si chiamava ammaliatore o ammaliatrice se era donna o uomo.
E tutt’oggi si dice, la persona che “colpisce” gli altri che ha “fascino” e lo sguardo ammaliatore è quello della ragazza che colpisce a tal punto un ragazzo da fargli perdere la testa e di farlo pensare ossessivamente a lei, quello che poi comunemente viene chiamato “colpo di fulmine”.
Il Malocchio può essere lanciato per dei sentimenti negativi, come ad esempio: amore, invidia, gelosia, passione, possessività. Esso ha diversi sintomi, alcuni dei quali sono molto simili a quelli dello stress depressivo, come ad esempio: l’emicrania, la spossatezza, la sonnolenza, l’ossessione su un pensiero fisso, nervosismo improvviso e continuo.
Ci sono diverse tecniche e formule per individuare e togliere il Malocchio: le più comuni sono quelle del congiungimento dell’olio nell’acqua in cerchi concentrici che più ne sono e più è forte il Malocchio e quello dell’olio bruciato da una candela benedetta che se non frigge vuol dire che hai il Malocchio.
Se i congiungimenti dell’olio con l’acqua hanno forma concentrica, il Malocchio è opera di una donna, se invece si espandono, allungandosi, il Malocchio è fatto da un uomo.
Si recitano durante il rito numerose formule magiche, come ad esempio quella “chi t’è fatt’ male te pozza fa bene”.
Stefano Muzi
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