Celano “caput Marsorum”

Castello Picoclomioni di Celano
Castello Piccolomini di Celano

(DAM) Celano – Celano (860 mt slm), attualmente oltre diecimila abitanti, è il secondo centro più popoloso della subregione dell’Abruzzo detta Marsica, e il quarto della Provincia di L’Aquila, con una storia importante e una forte identità cittadina che si contraddistingue per la difesa della propria comunità e delle sue prerogative, a tal punto che la città, nel Medioevo, veniva appellata “caput Marsorum”.

L’identità cittadina di Celano si forma proprio nel corso dell’Età di Mezzo, quando la città fu la capitale di una Contea, sviluppatasi nel IX secolo e che nel XI secolo divenne autonoma, grazie a Ruggero II di Sicilia che aveva ripartito la Contea dei Marsi in tre signorie feudali: la Contea di Carsoli (assegnata ad Odorisio, figlio dello stesso Ruggero), la contea di Albe (assegnata a Berardo, figlio del Conte dei Marsi, Crescenzio) e infine la Contea di Celano (assegnata a Rainaldo, altro figlio del Conte dei Marsi).

In breve tempo la Contea di Celano, divenne la più grande della Marsica e non solo, grazie alla strategica posizione, al confine del Regno di Napoli con lo Stato Pontificio, a solo un giorno di cavallo da Roma, punto di partenza per la Transumanza con l’antico tratturo “Celano – Foggia” (le cui origini secondo alcuni studi sarebbero addirittura del III secolo a.c.).

Il Conte Rainaldo tentò vanamente di far elevare Celano a sede della Diocesi dei Marsi. Solo nel 1580, la residenza vescovile fu poi trasferita dall’antichissima cattedrale di Santa Sabina di San Benedetto dei Marsi ( la romana Marruvium) a Pescina, territorio della signoria di Celano,in virtù di una bolla del Pontefice Gregorio XIII denominata “In Suprema Dignitatis”.

Fra l’ XI e il XIII secolo, la Contea di Celano portò avanti una politica praticamente autonoma, finché nel 1221, l’Imperatore del Sacro Romano Impero, Federico II di Svevia, pose assedio alla città “ribelle” e dopo una estenuante lotta, senza esclusione di colpi e con immani perdite nelle fila imperiali, ebbe la meglio sui Celanesi, togliendo il feudo al Conte Pietro per concederlo ai Conti di Segni.

In antichità, i Romani rimasero colpiti dalla bellicosità dei Marsi, a tal punto da essere convinti che fosse impossibile vincere una guerra contro i Marsi e senza di loro alleati. Nel Medioevo, i Celanesi si dimostrarono ancora di quella indomita tempra guerriera, anche se c’è da dire che un aiuto molto importante contro i nemici veniva sicuramente dal clima invernale rigidissimo della Marsica e dalle fiere selvatiche, oltre che dalla posizione della cittadella fortificata, pressoché inespugnabile, arroccata sul Monte Tino (detto anche Serra di Celano 1924 mt).

Gli abitanti della città furono deportati in tutto il Regno di Napoli, soprattutto in Sicilia, per poi ritornare nella terra di origine, creando in Abruzzo una stirpe nuova, tipica solo di Celano con sangue siciliano.

E proprio col ripopolamento della zona, iniziarono nel 1392, col Conte Pietro Berardi, i lavori di costruzione dello splendido castello fortificato che all’epoca si affacciava sul Lago Fucino, prosciugato nel 1878. Successivamente l’opera verrà completata dalla famiglia Piccolomini nella seconda parte del Sedicesimo secolo.

Purtroppo, il fortissimo terremoto della Marsica del 1915, provocò ingenti danni al maniero ed in particolare alle pareti con bellissimi ed antichissimi affreschi che nono è stato possibile recuperare.

Nonostante tutto, il Castello “Piccolomini” di Celano, capolavoro dell’ingegneria militare medievale, resta la più importante testimonianza degli antichi fasti della città, nonché sede del museo con più visitatori in Abruzzo.

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