Antonio Simonetti sulle nuove sfide del XXI secolo dell’arte ceramista castellana

Il Ceramista Antonio Simonetti

(DAM) Castelli (Te) – Abbiamo intervistato per la rubrica “Artigianato in Abruzzo” il ceramista Antonio Simonetti, titolare della bottega – laboratorio artigiano Simonetti fondata nel 1967 che ci ha parlato del mercato della maiolica di Castelli nel mondo globalizzato del XXI secolo.

Ci parli di come è cambiata l’attività del ceramista a Castelli negli ultimi decenni….

Fino alla fine degli anni Ottanta del Novecento, esisteva un vero e proprio mercato fidelizzato con gli operatori economici di Castelli della Valle Siciliana, dove la lavorazione della maiolica si pratica dal Rinascimemto. Le aziende più grandi e strutturate ha continuato Antonio Simonetti – avevano delle vere e proprie committenze anche con l’estero con tir che venivano a Castelli per caricare dei grandi ordini di ceramica. C’erano delle unioni di piu artigiani che si mettevano insieme per sopperire alla crisi e venire incontro alle domande globali. Questo ottimo risultato – ha proseguito Simonetti – era la risposta dell’artigianato castellano alla crisi degli anni Cinquanta e Sessanta, a seguito della trasformazione della bottega artigiana in vera e propria azienda che appunto non produceva più per singoli signori che volevano abbellire le loro case con suppellettili artistiche o per comuni cittadini che avevano l’esigenza di utensili casalinghi in ceramica”.

Una chicchera classica dipinta

Ma, quale è stato secondo lei il punto di rottura rispetto al passato?

Con l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 e la conseguente crisi globale, l’entrata anche di competitori asiatici che offrono dei prodotti di inferiore qualità, ma ad un prezzo notevolmente più competitivo, la domanda è crollata, e tutte le grandi aziende hanno ridotto il numero degli addetti ai lavori e la zona artigianale che aveva parcheggi anche con centinaia di macchine dei lavoratori, oggi ha un numero di automobili che si possono contare con le dita delle mani…” ha raccontato Simonetti che poi ha aggiunto “…fino ai primi anni del XXI secolo chi non lavorava con le grandi committenze, lavorava comunque sia col turismo locale, considerato che Castelli è pressoché unica nel suo genere in Abruzzo e che siamo sul Gran Sasso e vicino al Santuario di San Gabriele, uno dei santi più amati del centro Italia”.

Ma negli ultimi anni la situazione è peggiorata notevolmente o mi sbaglio?

Un altro giro di vite è stato sicuramente l’inizio della parentesi dei terremoti, prima quello del 2009 aquilano e poi quello di Amatrice che hanno compromesso anche il mercato turistico primavera – autunno, spopolando ulteriormente il paese e mandando in ginocchio la già debole economia castellana.Tra l’altro, il rispetto del tetto del PIL al 3%, ha causato che i pagamenti sospesi per cause eccezionali di forza maggiore, come le calamità naturali, non sono stati annullati e appena finiranno del tutto i benefici arriveranno tutti gli arretrati e alcune botteghe o laboratori saranno costretti a chiudere”.

Come state cercando di ovviare a queste problematiche anche attraverso l’ausilio dei nuovi mezzi dell’informazione digitale che mette a disposizione la tecnologia odierna?

Prima di tutto bisogna dire che oggi il cliente non viene più da solo qui, ma si deve essere in grado di ricercarlo anche tramite i canali che mette a disposizione la tecnologia che vanno ad aggiungersi agli agenti che battono soprattutto la Puglia, la Campania e la Sicilia. In più usiamo i social come Istangram, Facebook e Twitter per la promozione, oltre al sito aziendale, oppure a siti “ad hoc” specializzati nella vendita come Amazon, Ebay e Subito.it. Comunque sia, le ceramiche artistiche restano un prodotto frutto della creatività umana, un pezzo pressoché unico che pertanto risulta difficile vendere con le nuove tecniche. Restano invece ancora valide le vendite sulle fiere, alle mostre come quella di Faenza nell’ultimo fine settimana di Agosto, oppure la Fiera di Milano nel periodo pre natalizio che dura dieci giorno ed ha circa un milione di visitatori. Oggi credo che per continuare questa attività, dobbiamo stare al passo con i tempi curando le strategie di marketing e ricavando una nicchia di mercato in collaborazione con i competitor internazionali che possono spendere il marchio di qualità riconosciuta del “Made in Italy” nel mercato globale” ci ha detto Antonio Simonetti.

Al di là della classica riproduzione di maioliche antiche, esistono dei prodotti che hanno caratterizzato l’arte ceramista castellana negli ultimi anni?

Ad esempio la “Simonetti Ceramica Artistica di Castelli” realizza in collaborazione con artisti del designer come Franco Summa delle figure stilizzate di fanciulle d’Abruzzo con la classica conca e la lunga gonna contadina tradizionale. Fanno da contraltare a queste manifatture ceramiste moderne le classiche chiccere, cioé le tazzine da cioccolato con piatto che possono essere più o meno decorate. Entrambi i prodotti sono venduti o a turisti amanti dell’Abruzzo o a veri e propri appassionati della ceramica. La chicchera, decorata a mano o modellata, è realizzata ad incastro col piattello, perché fino ad inizio del Novecento serviva a far degustare ai signori la cioccolato sulla carrozza” ha concluso Simonetti

La chicchera “Faustina” un mix tra la tradizione ceramista e il design moderno, forgiata dalle sapienti mani del ceramista Antonio Simonetti. La Chicchera ha le sembianze del viso di una donna e da qui appunto il nome “Faustina”

A tal proposito vedi anche: https://www.facebook.com/CeramicheSimonettiCastelli/?ref=br_rs