Zafman sul suo nuovo singolo “Immortale”

(DAM) Cepagatti (Pe) – Sabato 15 aprile 2023 è uscito il nuovo singolo “immortale” di Giovanni Zafenza (20 anni), in arte “Zafman”, una produzione di DamStudio diretto da Marco D’Andragora, regista pescarese, che lavora su tutto il territorio nazionale.

Da quando e come hai capito che il mondo della musica sarebbe stata la tua strada?
“Grazie alla mia famiglia ho sempre vissuto avvolto nella musica, i miei genitori sono entrambi musicisti ed io suono la chitarra e il pianoforte. Successivamente, nel 2015 scrivevo poesie e con l’ avvento della trap music ho deciso di intraprendere la strada opposta a quella che commerciava in quel momento, scrivendo attraverso uno stile più old school per riportare il vero valore della musica ad una forma più gerarchica”.

Il tuo nuovo singolo celebra l’ autoaffermazione di sè stessi. Una bella consapevolezza che alla tua età raggiungono in pochi. Quale consiglio daresti alle persone?
“Nella veloce società di oggi il mio consiglio è quello di prendersi del tempo per poter riflettere su sé stessi, ascoltare buona musica e vedere film motivazionali. Perché facendo così, un giorno ci si sveglierà con un’idea, che sviluppandosi ti porterà a dar vita a tutto ciò che era già dentro di te, riuscendo ad arrivare a tutte quelle persone che prima non riuscivano a capirti”.

A tal proposito, nel tuo brano ad un certo punto dici “credi il mio limite dopo quel cielo, ho curato i miei lividi con il veleno”….
“Certamente. Nella mia figura artistica è molto rilevante il simbolo del serpente, una denuncia sociale a tutte quelle persone che hanno avuto nei miei riguardi un giudizio negativo -velenoso- sempre costante e che hanno intralciato il mio cammino. Lo stesso veleno per me è stato l’antidoto, perché è stato proprio attraverso questi ostacoli che ho imparato a riconoscere gli sbagli e a saperli evitare”.

Sempre citando il tuo pezzo, ripeti varie volte “ricordi nitidi” come se appunto volessi focalizzare l’ attenzione su un passato burrascoso. Ma al contempo si evidenzia un passato che ti dà la forza, anche a caro prezzo, di continuare a percorrere la tua strada, “togliendo i sassi dai sacchi”
“Il testo è un’ andata e un ritorno nel girone infernale e la metafora indica gli ostacoli che alcune persone hanno messo sul mio cammino, e che io d’ora in avanti rimetterò sulla loro strada. Con il tempo si impara a non fidarsi delle persone, ad essere autonomi nel giudizio e ad oggi sono anche certo che nulla è impossibile, basta che ci sia l’intenzione”.

Il brano parla di un bimbo che già da piccolo aveva gli occhi da grande, alla ricerca di una verità “nelle paglie” scomoda per chi ha pochi mezzi. Ad oggi cosa diresti a quel bambino?
“Le paglie sono le sigarette, quando sei ancora a scuola e fai il primo tiro per assomigliare agli adulti, ti fa schifo e ti domandi “perchè lo fanno?” La sigaretta in questo caso è la prima indagine sui meccanismi che si celano nel mondo degli adulti, il primo passo di autoaffermazione. Al bimbo gli direi di rifare tutto ciò che ha fatto perchè sta andando bene. Anche sbagliando, gli direi di continuare a credere in sé stesso, perchè è giusto così com’è”.

Da artista dici che non t’importa la fama. Allora qual’è il tuo più grande obiettivo?

“Sicuramente quello di voler vedere felici le persone che mi sono attorno, rinunciando anche un po’ a me stesso, per pormi al servizio degli altri come modello di resilienza. Ho fame di serenità e di benessere psicologico, e vorrei che tutte quelle persone che ad un certo punto si smarriscono, trovino in me una spalla su cui appoggiarsi”.

Daniela De Sanctis