Le case mitiche di Gabriele D’Annunzio

(DAM) Pescara – Le case più leggendarie abitate dal Vate degli Italiani Gabriele d’Annunzio, da quella natale di Pescara, all’epoca centro marinaro in Provincia di Chieti, all’ultima monumentale divina dimora sulle rive del lago di Garda rispecchiano il suo stile di vita degno di un principe rinascimentale.

Casa Natale Corso Manthonè a Pescara

La Casa Natale di Gabriele d’Annunzio in Corso Manthonè, dove nacque il 12 marzo 1863, è stata dichiarata, con regio decreto, monumento nazionale il 14 aprile 1927, pochi mesi dopo la proclamazione della fusione fra Castellammare Adriatico e Pescara, dopo 110 anni di divisione, e l’elevazione di quest’ultima a città capoluogo dell’omonima provincia il 2 gennaio 1927.
Qui, fino al 27 gennaio 1917 viveva ancora la madre del poeta – soldato Luisa De Benedictis ( più nota come Luisella d’Annunzio). Il 15 marzo 1924, come regalo per il 61esimo compleanno di Gabriele d’Annunzio, viene concesso al poeta abruzzese il titolo di Principe di Montenevoso.

Nel 1926, con i fondi che il Vate riceveva come rendita in quanto principe, venne incaricato l’Architetto Antonino Liberi, marito della sorella Ernestina, di restaurare la casa natale che l’anno seguente venne proclamata monumento nazionale. Ma, il progetto fatto dal Liberi non piacque a Gabriele, perché erano stati livellati i tre gradini di accesso alla camera matrimoniale che nel “Notturno” il poeta aveva definito “i tre gradini d’altare” nel “Notturno”.
Così, d’Annunzio affidò i lavori all’architetto del Vittoriale Giancarlo Maroni che portò il sontuoso progetto a termine all’inizio del 1938, poco prima della morte del poeta avvenuta il 1 marzo 1938 al Vittoriale di Gardone Riviera.
Nella Seconda Guerra Mondiale, nel settembre – ottobre 1943, durante i drammatici bombardamenti di Pescara, la casa natale di Gabriele d’Annunzio subì alcuni furti, ma fu salva dalla distruzione della guerra in virtù anche della sua vicinanza alla Chiesa di San Cetteo.
Attualmente, al primo piano della casa natale di Gabriele d’Annunzio, c’è un museo composto da nove sale con arredi, mobili d’epoca, ed oggetti di Gabriele e della sua famiglia.

Casa Villa del Fuoco a Pescara

La Casa di Villa del Fuoco a Pescara, fu il tetto coniugale del poeta e di Maria Hardouin Gallese, fra il 28 luglio 1883 e il novembre 1884.

Eremo dannunziano a San Vito Chietino (Ch)

Sulla Costa dei Trabocchi, in provincia di Chieti c’è il cosiddetto Eremo dannunziano detto anche L’Eremo di Gabriele d’Annunzio a San Vito, ossia un casolare costruito in Contrade Portelle di San Vito Chietino, nido d’amore del poeta con Barbara Leoni (la sua adorata “Barbarella”, la “bella romana”) nell’estate del 1889 (precisamente dal 23 luglio al 22 settembre), sopra il “Trabocco Turchino” che ispira la descrizione poetica del trabocco nell’opera “Il Trionfo della Morte” che é stata composta proprio qui: “macchine che parevano vivere di vita propria”.
Nel romanzo “Il Trionfo della Morte”, ultimo della cosiddetta trilogia dei “Romanzi della Rosa” dopo “Il piacere” e “L’Innocente”, i protagonisti perdono la vita proprio ai piedi del promontorio dove sorgeva l’Eremo dannunziano.
La residenza oggi é proprietà privata e può essere visitata su richiesta in estate.
Il poeta, su segnalazione dell’amico Francesco Paolo Michetti, affittò la casa dal massaro Nicola di Sciampagna, detto “Cola”, personaggio nel Libro III del “Trionfo della Morte”.
Si racconta che Gabriele, in onore della Leoni, fece ricoprire di ginestre il viale alberato di collegamento fra l’Eremo dannunziano e la stazione ferroviaria sulla costa.

Il d’Annunzio tornerà nei primi del Novecento nel casolare, dove ritroverà il massaro Cola. L’ Eremo dannunziano e la Costa dei Trabocchi, uno dei simboli dell’Abruzzo odierno, saranno ricordati per l’ultima volta dal d’Annunzio nella sua opera del 1936 “Il Libro Segreto di Gabriele d’Annunzio”.

Nel secondo dopoguerra, il casolare é stato acquistato da Fernando De Rosa che ha ricostruito pressoché fedelmente la camera da letto e la biblioteca dannunziana. Il De Rosa, nel 2009, ha collocato, nel giardino dell’Eremo di Gabriele d’Annunzio a San Vito Chietino, la tomba di Barbara Leoni, defunta nel 1949.

Villa Mammarella a Francavilla al Mare (Ch)

Nella Villa Mammarella di Francavilla al Mare (Ch), Gabriele d’Annunzio visse con la napoletana Maria Gravina Cruyas di Ramacca da cui ebbe l’amata figlia Renata.

Villa Peratoner a Marina di Pisa

Gabriele d’Annunzio, nel 1896, vive la sua storia d’amore con Eleonora Duse a Marina di Pisa, esattamente nella Villa Peratoner, dove i due innamorati si appartavano, ribattezzata da lui “Villa delle Tempeste”, immersa nel verde della Versilia, vicino alla foce del fiume Arno.

Villa la Capponcina a Settignano, sulle colline fiorentine

Nell’estate del 1897, Gabriele d’Annunzio, per vivere vicino all’amata Eleonora Duse che aveva un villino “La Porziuncola” a Settignano frazione di Firenze, affittò “Villa la Capponcina” che trovò a Gabriele il veterinario abruzzese Benigno Palmerio.

La casa, immersa nel verde, era di proprietà dei Marchesi Viviani della Robbia. Qui, il poeta visse per un decennio nel lusso, come un signore del Rinascimento, frequentando la vita mondana della Firenze di inizio XX secolo, fra cavalli, cani e oggetti sfarzosi.
Qui, nel nido d’amore di Gabriele ed Eleonora, il Vate compose varie opere letterarie come: “La Nave”, “Francesca da Rimini”, “Il Fuoco”, “Le Laudi”.
La “Capponcina” fu il luogo romantico dove d’Annunzio fece innamorare la marchesa Alessandra Starabba di Rudinì e la Contessa Giuseppina Mancini.
I preziosi arredi della Capponcina furono venduti all’asta nel 1911 a causa dei debiti del poeta pescarese che fu costretto nel 1910 ad abbandonare l’Italia. Solo i suoi libri furono risparmiati dalla vendita forzosa.

Villa La Versiliana a Marina di Pietrasanta (Lu)

Nel 1902, Gabriele d”Annunzio soggiornò anche nella Villa La Versiliana a Marina di Pietrasanta (Lu) e qui vi compose “La Pioggia nel Pineto”.
La villa si trova nel Parco della Versiliana, ciò che rimane dell’antico bosco della Macchia di Marina che si estendeva su tutto il litorale, di proprietà del Capitanato di Pietrasanta che vendeva il legname in proprio conto e per conto del Gran Ducato di Toscana. Dal 1980, La Versiliana é in un parco pubblico.

Ville Saint Dominique ad Arcachon (Francia)

Per un quinquennio, dal 1910 al 1915, Gabriele d’Annunzio visse in Francia, nella Villa Saint Dominique, ad Arcachon, nel dipartimento della Gironda, regione della Nuova Aquitania.
Nella dimora francese ufficiale di Gabriele d’Annunzio, in allès des Genets (oggi allès Gabriele d’Annunzio), il poeta scrisse nel 1911 “Il martirio di San Sebastiano” e visse la storia d’amore con la contessa Natalia de Golubeff, separata consensualmente dal conte russo Viktor Golubev. La villa era vicino la spiaggia, dove il d’Annunzio passeggiava a cavallo o con i suoi amati cani. Nel 1918, dovette far sgomberare i suoi averi dalla casa francese che furono portati a Venezia, dove il Vate dimorava nella Casetta Rossa che era troppo piccola per ospitare tutto. Gabriele fu costretto ad affittare il secondo piano di palazzo Barbarigo di San Polo, sontuosa dimora nobiliare sul canal Grande che oggi é un Hotel di lusso.

Casetta Rossa sul Canal Grande di Venezia

Durante la Prima Guerra Mondiale, Gabriele d’Annunzio abitò nella “Casetta Rossa” o “Casina delle Rose” a Venezia . Il palazzo nobiliare, costruito dal principe austriaco Fritz Hohenlohe –Waldenburg fu progettato dall’architetto Domenico Rupolo. Qui il d’Annunzio praticamente progettò tutte le sue imprese leggendarie della Grande Guerra, e fu la dimora della sua convalescenza dopo l’incidente aereo del 16 gennaio 1916 che gli costò la perdita di un occhio e due mesi di allettamento completamente al buio assistito dalla figlia Renata. Nel giardino il d’Annunzio ha piantato un albero di melograno, da lui adorato, ancora presente. Oggi una parte della Casetta Rossa é adibita a B&B.

Palazzo del Governatore a Fiume

Durante l’impresa di Fiume (12 settembre 1919 – 27 dicembre 1920), il poeta soldato visse nel monumentale Palazzo del Governatore, sito in posizione elevata rispetto al centro della città.

Questo edificio, costruito tra il 1893 e il 1896, é stato progettato dall’Architetto ungherese Alajos Hauszmann, con lavori affidati alla ditta Burger & Conighi, quando Fiume, appartenente all’Impero Austro – Ungarico, faceva parte del Regno di Ungheria.

Dal 1961, lo storico palazzo, ospita il “Museo Marittimo e Storico del Litorale”.

Il Vittoriale degli Italiani alias Villa Cargnacco a Gardone Riviera (BS)

Dopo la “Grande Guerra”, il Gabriele d’Annunzio maturo andò a vivere in quella che viene considerata la sua dimora più celebre, ossia “Il Vittoriale degli Italiani”, dove si celebrano le imprese militari del Vate.
Il Vittoriale si chiamava all’epoca “Villa Cargnacco”, una grande residenza nobiliare di campagna sulle sponde del Lago di Garda, a Gardone Riviera (BS), in precedenza di proprietà del critico d’arte tedesco Henry Thode che vi viveva con la Daniela Senta von Bulow, nipote del compositore Richard Wagner, sequestrata dal governo italiano come risarcimento dei danni di guerra.
Il 30 gennaio 1921, lo Stato Italiano concedeva la villa al Comandante d’Annunzio per 600 lire al mese. Immediatamente iniziarono i lavori di ristrutturazione ed ammodernamento della villa che fu dotata di impianto elettrico e di riscaldamento moderno, oltre che di un telefono.
Il 31 ottobre 1921 la dimora viene acquistata per circa 260.000 lire dal Vate con tutta la roba che vi era dentro: biblioteca con oltre 6000 volumi, mobili e cimeli.
L’emergente architetto trentino Gian Carlo Maroni, originario di Arco, iniziò i lavori che trasformeranno la villa nel Vittoriale degli italiani, complesso museale che il 22 gennaio 1923 Gabriele d’Annunzio donò all’Italia.

Cristiano Vignali – Veronica Tieri

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