La Repubblica di Senarica volano per lo sviluppo turistico

Il Leone della Repubblica di Senarica in Piazza Venezia.

(DAM) Crognaleto (Te) – Sono stato la sera del 24 agosto 2023 al compleanno di un mio cugino a Senarica, piccolo borgo medievale su uno sperone di roccia affacciato sul Fiume Vomano ad oltre seicento metri sul livello del mare (639 slm), frazione del Comune di Crognaleto (Te).  

La festa, si é svolta nel rispetto della tradizione della provincia teramana, nella piazza principale del piccolo borgo con la partecipazione degli abitanti del luogo che hanno collaborato a preparare il buffet per amici e parenti invitati, con piatti tipici della cucina della zona del Gran Sasso, con pasta (gnocchi fatti in casa in questo caso) a base di funghi e carne macinata o ragù, ed il mitico timballo  fatto con le screppelle teramane e la pecora alla callara, specialità tipica dell’Abruzzo agropastorale. 

Fra canti e balli folcloristici tipici delle feste popolari abruzzesi (dove si denota ancora molto spirito di  appartenenza, non solo attraverso il rispetto delle tradizioni locali, ma anche tramite l’amore verso la terra degli avi, l’Abruzzo e soprattutto per il Gran Sasso, il gigante buono che domina l’Appennino Centrale), non mi é sfuggita la statua monumentale che c’è su Piazza Venezia del “leone rampante” (tipico delle città alleate della Serenissima di Venezia) che stringe un serpente tra le mani, posizionata dalla parte opposta dove sorge la Chiesa dei Santi Proto e Giacinto. 

La Chiesa dei Santi Giacinto e Proto a Senarica dove si sarebbero svolte le assemblee del Senato della Serenissima Repubblica.

A tal proposito, sono andato a fare una ricerca storica e ho scoperto una interessante storia che riguarda Senarica, ossia la mitica Serenissima Repubblica di Senarica alleata della Serenissima Repubblica di Venezia che sarebbe esistita tra il Trecento e il Settecento, della quale parlano numerosi storici ma di cui non ci sarebbe il conforto certo della documentazione storica ufficiale anche a causa della distruzione della Cancelleria Angioina nel Palazzo Reale di Napoli negli eventi bellici del 1943.

Ma, raccontiamo in breve la storia di questa mitica Repubblica di Senarica nella speranza che tramandata dal popolo oralmente attraverso i secoli possa essere in futuro magari confermata da documenti storici, considerando anche che ultimamente si sta riscoprendo e valorizzando di più la storia degli Stati italiani preunitari. 

La storia della Repubblica di Senarica inizierebbe sotto il traballante e lungo regno di Giovanna d’Angiò (1343-1381) allorché un esercito guidato dai capitani di ventura Ambrogio Visconti e dal Conte di Laudau attaccarono da nord il Regno di Napoli, ma sarebbero stati fermati dagli abitanti di Poggio Umbricchio e della vicina Senarica (o Poggio Ramonte). 

Per il merito avuto, la Regina Giovanna d’Angiò avrebbe concesso agli abitanti di Senarica e Poggio Umbricchio dei privilegi come l’esclusione dalla esazione fiscale e l’indipendenza dai signori feudali. I capi famiglia dei nuclei famigliari di Senarica sarebbero diventati tutti nobili “baroni” e avrebbero preso così sul serio i riconoscimenti della Regina Giovanna che avrebbero provlamato la “Serenissima Repubblica di Senarica” che avrebbe avuto a sua assemblea delle antiche famiglie (Senato) nella Chiesa dei Santi Proto e Giacinto, legiferando secondo i principi dell’antico diritto longobardo ed eleggendo un Doge come a Venezia, nominando un Cancelliere che firmava i decreti e si occupava dell’esecuzione dei provvedimenti dogali. La Repubblica di Senarica si sarebbe finanziata vendendo il legno pregiato, le castagne e altri prodotti dei suoi boschi. Della difesa e dell’ordine pubblico si sarebbero occupate delle guardie dogali (del Doge) e dei guardiaboschi che evitavano che intrusi utilizzassero le risorse del bosco di Senarica senza pagare. 

A livello politico – militare, la Repubblica di Senarica sarebbe stata alleata (sorella minore) della Serenissima Repubblica di Venezia, come dimostrerebbe lo stemma della Repubblica con il leone rampante che tiene in mano o il serpente dei Visconti di Milano (a ricordo della vittoria all’epoca della regina Giovanna contro le forse di Ambrogio Visconti, oppure un ferro di cavallo che rappresenta la forma dell’ansa del fiume Vomano su cui sorge lo sperone di roccia di Senarica. 

Questa alleanza con Venezia sarebbe dimostrata dalla partecipazione di due soldati alla battaglia di Lepanto che Senarica avrebbe fornito a Venezia e che sarebbe stata provata da una lettera di ringraziamento lasciata dal Doge di Venezia ai due gendarmi di Senarica che sarebbe stata custodita fino al 1849 dal Vescovo di Teramo,  Alessandro Berrettino, defunto in quell’anno. Senarica avrebbe pagato anche Venezia per la sua protezione. 

Ben 35 sarebbero stati i suoi Dogi, tutti del paese e rigorosamente analfabeti 

 come prevederebbe la tradizione, appartenenti ad antiche famiglie della zona, di cui 16 della famiglia locale dei Cicintò. Secondo gli Statuti di Senarica del 1357, il Doge doveva essere “un galantuomo che non sapesse né leggere né scrivere”. 

Di seguito alcune dei cognomi delle famiglie di Senarica che avrebbero avuto dei Dogi: Cicintò, Ciantone, Cantù, Ceccarelli, Della Valle e Latini. 

La Repubblica di Senarica sarebbe scomparsa nel 1755 allorché il Re Ferdinando IV di Borbone mando i suoi soldati come scorta agli esattori delle tasse per fare pagare i tributi anche a Senarica e mandare in esilio a Castelli (Te) l’ultimo presunto Doge di Senarica della famiglia Cicintò, Bernardino Cicintò (1769/1775).

Da quel momento la storia della Repubblica di Senarica rimase nella leggenda dei racconti popolari che i nonni narrano ai nipoti davanti al camino acceso durante i rigidi inverni dell’Appennino Abruzzese, senza avere nessun riscontro storico – documentale diretto. 

La Repubblica di Senarica é citata da tutti i maggiori storici del Regno delle Due Sicilie nell’Ottocento, ma non ci sono i documenti ufficiali che possono accertarne la sua esistenza negli archivi della cancelleria angioina distrutta durante gli eventi bellici del 1943. Ad onor del vero però ci sono ancora le scritte sulle case più antiche del borgo di Senarica “Casa Franca” e “Repubblica di Senarica”. 

ipotetico stemma della Repubblica di Senarica ricavato da un testo dell’epoca (Fonte: Archivio digitale Corder Modulo Morosini).

Comunque sia, la mitica Repubblica di Senarica leggenda o storia che sia, può essere usato nell’ambito dello sviluppo del turismo esperenziale per attirare turisti, curiosi ed appassionati a Senarica; così in seno alla festa della Repubblica di Senarica del 13 agosto e anche in altre occasioni, si potrebbe studiare qualche altra iniziativa, come ad esempio l’elezione di un doge e di un senato nell’ambito di una rappresentazione folcloristica per attirare i turisti appassionati di storia e tradizioni popolari, nei fine settimana di primavera e d’estate, sotto le vacanze di Natale e quando si tiene le feste delle castagne in ottobre. 

Altresì, il Doge e il Senato della Serenissima Repubblica d Senarica, potrebbero rinascere anche come un consiglio locale che si occupa di prendere delle decisioni su problemi della frazione e di segnalare al Sindaco e all’amministrazione comunale di Crognaleto dei problemi da risolvere. 

Cristiano Vignali – Discovery Abruzzo Magazine