La paura della paura, che cos’è?
Di Paola Compagno
Psicologa e Psicoterapeuta
(DAM) Avezzano (Aq) – La paura è un meccanismo, in parte innato, in parte acquisito, utile alla nostra sopravvivenza. La paura è la percezione di qualcosa di pericoloso, ha il compito di avvertirci di un rischio e, spesso, è accompagnata da una reazione organica di cui è responsabile il Sistema Nervoso Autonomo, che prepara l’organismo alla situazione d’emergenza. Lo stato di pericolo che genera la paura, può essere reale, anticipato dalla previsione, evocato dal ricordo o prodotto dalla fantasia.
Ogni stimolo che si presenta in modo improvviso e con una grande intensità è in grado di scatenare le nostre paure. L’intensità della paura è proporzionale al pericolo e tende a ridursi non appena la minaccia diminuisce, come per esempio può essere la paura legata a rumori improvvisi e violenti. Quando la paura ha svolto il suo ruolo di segnale di allarme, quindi, la paura si affievolisce. Se la paura prende il sopravvento, però, non riusciamo a valutare la reale pericolosità dell’evento, diventiamo impotenti e incapaci di gestirla. Una delle reazioni possibili alla paura è la fuga, ossia, il tentativo di allontanarsi dalla situazione rischiosa; un’altra reazione possibile è, invece, l’attacco, vale a dire, il tentativo di aggradire il nemico. Una terza eventuale reazione la riconosciamo spesso negli animali ed è quella dell’immobilità o irrigidimento; l’animale non finge di essere morto, ma entra istintivamente in uno stato alterato di coscienza.
L’essere umano ha una grande capacità di adattamento, ma se l’attivazione della paura è eccessiva questa capacità viene annientata e, così, la paura si scatena in maniera spropositata di fronte a soglie di pericolo troppo basse. Si arriva, quindi, a una paura abnorme, non modulata e spesso incontrollabile. Quando la paura è patologica si parla di paura della paura, che può essere così spiegata: la persona avverte che sta per accadere qualcosa di negativo, ma pensa che non riuscirà a fare nulla per contrastarla; in questo caso, la paura genera una paura maggiore. La paura impiega molto tempo a scemare e a placarsi e, inoltre, tende a tornare con più frequenza. Sostanzialmente, la condizione di allerta, che poteva essere un aiuto per difendersi da un’eventuale aggressione esterna, diviene nemico interiore.
La paura è in grado di alterare il funzionamento del nostro corpo. È come se il cervello non riuscisse a distinguere tra i diversi tipi di minaccia. Si arriva così ad avere paura della paura, si ha paura di morire, di impazzire, si ha paura di provare ansia.
La paura patologica rientra nell’area delle fobie. La persona con un disturbo fobico è caratterizzata da un’attivazione spontanea della paura e sviluppa, perciò, tutta una serie di pensieri e sintomi fisici, si hanno: visioni catastrofiche, tachicardia, tremori, giramenti di testa, evitamento. Ovviamente, essendo la fobia una paura irreale, di solito, è associata a situazioni non pericolose e tale paura rischia di degenerare in panico. Scappatoie, aggiramenti, evitamenti consentono di ridurre l’intensità della paura e lasciano credere alla persona che il pericolo esisteva realmente.
Le nostre paure persistono perché siamo noi ad alimentarle attraverso i comportamenti: con la fuga o l’evitamento; e i pensieri: vedendo intorno a noi solo pericoli e minacce, con l’anticipazione mentale di un evento negativo.
Per comprendere le paure eccessive di un individuo bisogna prendere in considerazione la predisposizione biologica, gli stili educativi, gli eventi di vita e i modelli ambientali.
Per affrontare e risolvere i problemi legati alle fobie o paure eccessive, ovviamente si ha necessità di ricorrere all’aiuto di uno psicoterapeuta. Tuttavia, riconoscere i propri sintomi e prendere coscienza dei propri problemi sono il primo passo per mettere in atto un cambiamento e cercare di migliorare sé stessi e la propria qualità di vita.
Bibliografia
André C. (2004). Psychologie de la peur. Odile Jacob, Aout (trad. it. Chi ha paura della paura? Corbaccio, Milano, 2005).
Andreoli V. (2010). Le nostre paure. Rizzoli, Milano.
Levine P.A. (1997). Waking the tiger: healing trauma, North Atlantic Books, Berkeley (trad. it. Traumi e shock emotivi, Macro Edizioni, Cesena, 2002).
Dott.ssa Paola Compagno
Psicologa Psicoterapeuta a orientamento cognitivo, svolge la sua attività di libero professionista presso il proprio studio privato, ad Avezzano (AQ). Si occupa di adulti e adolescenti. Ha esperienze nei seguenti ambiti: psicoterapia, consulenza e sostegno, psicodiagnostica, tecniche di rilassamento e psicologia scolastica.