Il processo di romanizzazione dei popoli

(DAM) Roma – La conquista militare ha sempre rappresentato la prima fase dell’espansione di Roma (tranne per i casi in cui i popoli stranieri chiedevano l’annessione pacifica), dapprima nella penisola italiana e successivamente ha interessato tutti i territori che si affacciavano sul mare Mediterraneo, sino a raggiungere l’Asia e l’odierna Inghilterra.
Il processo integrativo di romanizzazione dei popoli esteri costituiva, invece, il passo immediatamente successivo all’assoggettamento militare dei territori. I tempi attuativi di questo complesso procedimento variavano a seconda del grado di civiltà dei conquistati, della loro storia e della loro coesione politica. Tuttavia il diritto di cittadinanza che Roma offriva loro li rendeva, a tutti gli effetti, cittadini dell’impero.
Su di essi, infatti, veniva esteso lo ius, il diritto romano che poggiava saldamente su principi etici e generali e che sopravvive tutt’oggi nella nostra legislazione. Il diritto romano inquadrava la politica, il cursus honorum (ossia la successione di cariche pubbliche che il cittadino poteva ricoprire) e regolava qualsiasi controversia. Le libertà religiose, le tradizioni locali, non venivano mai intaccate dai conquistatori romani, i quali concedevano ai popoli assoggettati di praticare qualsiasi culto con la massima libertà e di riferirsi alla tradizione locale.
Così avveniva anche per la lingua, ad eccezione dell’obbligo di utilizzo di quella latina per quanto riguardava i rapporti con le leggi, per la politica e per il pagamento delle imposte. Solitamente queste ultime venivano appaltate agli “esattori pubblicani” locali che anticipavano a Roma il dovuto che poi riscuotevano dai contribuenti con l’aumento dell’aggio. Un altro elemento che favoriva la romanizzazione era la viabilità, che facilitava gli spostamenti tra l’impero e l’Urbe, favorendo anche gli scambi commerciali. Le costruzioni, poi, di acquedotti, teatri, terme contribuivano a migliorare notevolmente il tenore di vita individuale e sociale dei cittadini dell’impero. Alla circolazione stradale delle vie consolari, estesa dalla penisola italica ai territori dell’impero, faceva riscontro la mobilità portuale in quanto il mare Mediterraneo era al centro dell’impero romano “Mare nostrum”. Roma apprese dai fenici e dai greci l’arte nautica, superando questi ultimi nella tecnica costruttiva con navi sempre più grandi e capaci di trasportare merci ed eserciti per la difesa dei mari. Un’altra peculiarità della civiltà romana era quella di costruire ponti sui maggiori fiumi europei ricadenti nel territorio imperiale.
Tutti questi elementi contribuivano a creare un consenso pressoché totale alla romanizzazione e un’ elevata partecipazione alla vita pubblica romana da parte degli abitanti delle province.

Maria D’Argento – Discovery Abruzzo Magazine