(DAM) Sulmona – La situazione d’emergenza dovuta al diffondersi del Covid-19 influisce e influirà sicuramente sulla nostra salute psicologica, sia a livello individuale che collettivo. In queste ultime due settimane le nostre abitudini sono state completamente stravolte e, in seguito alle ulteriori restrizioni sugli spostamenti del nuovo decreto governativo, i prossimi giorni saranno ancora più difficili da affrontare.
Il dottor Yari Ferrone, laureato in psicologia clinica e specialista in psicoterapia psicoanalitica interpersonale, parla dei rapporti tra le persone ai tempi del Coronavirus in una intervista rilasciata ad Ovidio News: https://ovidionews.it/le-relazioni-umane-ai-tempi-del-corona-virus/.
“Come
in tutte le catastrofi collettive, ciò che di più interessante
avviene, (basti ricordare il sisma del 2009 sul territorio aquilano)
è un formidabile ‘risveglio
di coscienze‘.
In
tempi in cui l’indifferenza per l’altro rappresenta forse una
delle più grandi malattie del contemporaneo, ecco il karma che
ritorna come un boomerang, a ricordarci che l’indifferenza e
l’incuranza verso l’altro in questo momento non ci è
assolutamente consentita.
Questione paradossale in un momento in cui non si può stare vicini gli uni con gli altri eppure è come se magicamente sentissimo la vicinanza e il calore di tutti che assumono la forma di un bisogno primario reciproco. Tutti a distanza ma al contempo tutti ‘inCORONAti’ dentro una dimensione condivisa, disegnata da mani che non si possono toccare e da abbracci che non si possono più dare. Lontananza, isolamento e indifferenza, a cui ora siamo costretti, destabilizzano i nostri sentimenti che, grazie al divieto, è possibile che risveglino la dimensione del desiderio che per alcuni versi è forse stato a lungo nel suo letargo!
La considerazione dell’altro coincide con il suo distanziamento e la paura, che per definizione ha bisogno di condivisione per essere alleggerita, ora va vissuta e provata in uno stato di solitudine, inquieta ed irrequieta, ma forse anche come immancabile occasione per fare una sosta nel proprio luogo psichico e ritrovare gli elementi che lo abitano.
Non poter stare con gli altri, dunque, può al giorno d’oggi avere una doppia funzione: sperimentare una sana solitudine per ritrovare un po’ se stessi e al contempo riscoprire il valore dell’altro che spesso diamo per scontato ed il cui desiderio di averlo vicino non ci consentiamo neanche di provarlo, oppure di ascoltarne il grido di una voce che ci chiama ma che a volte non riusciamo più a sentire“.
Maria D’Argento