I posti di Gabriele d’Annunzio in Italia

(DAM) Versilia -Parlando dei posti dannunziani in Italia, c’è da tenere in considerazione il fatto che Gabriele D’Annunzio fu uno dei tanti scrittori ed artisti italiani per cui, come anche per tanti stranieri, un luogo di ispirazione e rifugio fu spesso la Toscana. Nell’Alcyone infatti, che è una delle sue opere più note, il Vate narra un’estate trascorsa tra le colline di Fiesole, le Alpi Apuane, le spiagge del litorale pisano, il Casentino e la Versilia: si possono ripercorrere le tappe di questo diario lirico tramite non solo le meravigliose immagini, ma anche le impressioni e le sensazioni regalateci dal poeta. Sul litorale delle terre di Pisa si trovano le storiche “capanne dei pescatori”, i cosiddetti Retoni di Boccadarno, strutture lignee, progettate ed edificate appunto dai pescatori in seguito al Secondo Conflitto Mondiale, che sono in grado di regalare un panorama unico a chi passa da Marina di Pisa. In questo luogo D’Annunzio narra la felicità di godersi il sole ardente dell’estate marina, mentre ascoltando gli uccelli scende lungo il corso d’acqua silenzioso. Oggi attraversando il viale a lui dedicato fino ad arrivare alla foce dell’Arno, si possono ammirare: da un lato il Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, dall’altro il Porto di Pisa e sullo sfondo la maestosa bellezza delle Alpi Apuane. Alla fine del Luglio 1899, il poeta cominciò ad esplorare la regione, visitando in particolar modo le cave di marmo di Carrara, famose in tutto il mondo.

Nel Luglio di 3 anni dopo d’Annunzio si recò nel Casentino con la finalità di far progredire la stesura dell’Alcyone e si mise sulle tracce di San Francesco che in quel luogo ricevette le stigmate, sul monte della Verna. Nel Santuario della Verna, che è tuttora un luogo spirituale e mistico, la cultura e la fede incontrano la natura incontaminata: sorge sulla roccia abbracciato  dalla natura della foresta casentinese, è meta di pellegrinaggi da ogni parte del mondo e, nella Basilica dedicata a Santa Maria Assunta, ospita uno dei capolavori dello scultore Andrea della Robbia, l’Annunciazione. Presso Villa “La Versiliana” a Marina di Pietrasanta, fra il verde della pineta e il mare cristallino, Gabriele scrisse la nota lirica “La pioggia nel pineto”. Il poeta non solo amava passeggiare lungo la battigia e fra le dune assolate, ma apprezzava anche il paesaggio riposante e fresco a ridosso dell’arenile dove “la macchia è attraversata da larghi viali soffici su cui si galoppa senza rumore, come in sogno”. In quel periodo scrisse in una lettera al suo amico Treves di essere nel posto più bello dell’universo. Una prova ulteriore che dimostra quanto il Vate sia stato sedotto e affascinato dall’atmosfera e natura toscane. Tra i luoghi di Gabriele d’Annunzio in Italia non si può non menzionare, oltre a quelli toscani, la sua dimora sul Lago di Garda che, tra le bellezze inimitabili da visitare nel Bel Paese, è forse una delle meno note e più amate dal turismo di massa. Il Vittoriale degli Italiani si trova a Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del lago ed è un complesso monumentale di edifici storici uniti da un giardino, uno straordinario teatro all’aperto e strade pittoresche. Pertanto, il “Vittoriale” indica il complesso intero, e non solo la casa del Vate secondo l’opinione di molti: 9 ettari di meraviglie architettoniche e pura bellezza che affacciano sulle acque smeraldine del Garda.

Gabriele d’Annunzio giunse al complesso attuale quasi per caso. Inizialmente era in realtà una villa confiscata dal governo che il poeta prese in affitto per poter scrivere in tranquillità. Quindi, quella che doveva essere soltanto una residenza momentanea, si trasformò non solo nella sua abitazione, ma in un monumento alle sue opere e alla sua vita. L’attuale cittadella monumentale prese vita nel corso di oltre 15 anni di lavori e Gabriele d’Annunzio la costruì con l’aiuto dell’architetto Giancarlo Maroni. In questo luogo si possono trovare oggi tributi all’artista, frutteti e giardini conservati meravigliosamente. Le meraviglie del Vittoriale comprendono ville e sale interne straordinarie e alcune perle architettoniche e storiche. L’anfiteatro a cielo aperto, il “Parlaggio”, è ispirato a quello presente negli scavi di Pompei e offre un paesaggio unico sul lago; da qui, si possono ammirare anche il Monte Baldo e l’isola del Garda. La Priora lascia senza parole per la facciata del 700.

Tra le stanze più belle ci sono quella del “Mascheraio”, quella della musica e quella enorme del mappamondo, che trabocca di volumi antichi. Straordinario è anche il parco e favolosi sono anche i giardini che circondano gli edifici. Tra di essi, quello conosciuto come “Schifamondo”, che ha questo nome in onore della volontà di isolarsi dell’artista, era destinato a diventare la sua casa definitiva, ma morì prima che terminasse. Oggi quest’edificio è quindi dedicato alle sue reliquie e alle sue opere. Fra i posti c’è anche il museo che custodisce i suoi effetti personali, il “D’Annunzio segreto”, nello spazio espositivo del sottotetto, la cui visita permette di avere una visione completa della vita e delle opere dell’artista. La residenza trabocca di dettagli pacchiani, oggetti bizzarri, animali impagliati e mobili barocchi, come se il padrone avesse deciso di collezionare tutto il collezionabile del mondo.

Non si tratta tuttavia di un’accozzaglia di cianfrusaglie ma di un’opera d’arte in sé e della testimonianza di un animo inquieto. Tra i tanti oggetti ci sono libri di valore, che compongono la grande biblioteca dannunziana. Nel parco sono presenti, oltre ai monumenti, le statue, il Museo della Guerra, la Nave Puglia e il Mausoleo con la tomba del Vatez degna di un imperatore o di un nume romano.

 Quest’ultima, posizionata sul colle più alto del Vittoriale e protesa verso il lago di Garda, riprende il modello dei sepolcri a tumulo romani. Tre gironi di pietra sorreggono le arche in marmo in cui riposano alcuni dei legionari fiumani, amici di Gabriele e l’architetto Giancarlo Maroni. La tomba del poeta è al centro e rialzata: il suo corpo venne trasferito qui nel 1963, dal momento che egli non vide mai completato il Mausoleo, dal cui punto più alto si domina tutta l’area circostante.

Nel 2013, a quest’opera sono state aggiunte statue in cemento e ferro, scolpite da Velasco Vitali, che raffigurano gli amati cani del poeta.    

Veronica Tieri