La lapide dannunziana di Teramo


(DAM) Teramo – Sull’anfiteatro romano di Teramo, l’antica Interamnia, c’è una lapide con incisa una frase del poeta – soldato che elogia la gra iondezza del reperto archeologico a testimonianza dell’antica grandezza della città in epoca imperiale.

Gabriele d’Annunzio mandò una lettera al primo cittadino di Teramo nella quale esprimeva il suo amore alla città di Melchiorre Delfico e Muzio Muzi.

Una frase prestigiosa tratta da tale lettera è riportata nella lapide dannunziana, per il cui restauro un gruppo si è mosso in maniera fattiva tramite il suo portavoce, l’avvocato Pietro Ferrari, ed è la seguente:

“La ruina del Teatro di Interamnia testimonia romanamente l’antica grandezza”.

Per la lapide dannunziana, infatti, l’Avvocato, proprio nei giorni in cui ricorreva il 101esimo anniversario del “Natale di Sangue di Fiume”, ha protocollato una richiesta al Comune di Teramo, indirizzata al Sindaco, in cui suggeriva all’amministrazione il restauro della lapide affissa sul muro del Teatro, che è quasi illeggibile.

Nella richiesta presentata da Pietro Ferrari per conto del gruppo, si legge dell’ulteriore arricchimento del valore storico, culturale, simbolico, turistico ed umano del Teatro Romano, che si appresta finalmente a vivere una primavera che segnerà il suo nuovo inizio, grazie al suggello dannunziano, che sarà un volano ulteriore di suggestioni letterarie con il collegamento, in qualche modo, di Teramo alla rete nazionale dei tanti ammiratori e studiosi di Gabriele D’Annunzio che gravitano attorno al fulcro del Vittoriale degli Italiani, presieduto da Giordano Bruno Guerri.

Veronica Tieri