Gabriele Di Meo, il poeta barbiere ispirato da Dio

Gabriele Di Meo, il poeta barbiere ispirato da Dio


(DAM) Chieti – Abbiamo intervistato il poeta e artista Gabriele Di Meo 85 anni, nato a Casalincontrada (Ch), nel 1935.Ha cominciato a lavorare fin da adolescente perché la sua famiglia non navigava nell’oro all’epoca. E proprio in quegli anni ha sviluppato quell’animo sensibile all’arte che lo porterà poi a diventare il poeta vincitore di premi a livello nazionale. Non ha fatto le “scuole alte”, ha conseguito solo la licenza elementare, ma ha una dote per la musica, la pittura e la poesia. Ha scritto per tutta la sua vita migliaia di poesie che raccontano spesso i sentimenti, le situazioni e le persone che si è trovato di fronte in un determinato momento.  All’età di dieci anni inizia a suonare, prendendo lezioni dal musicista di Casalincontrada Isidoro Malandra, specializzandosi nelle percussioni. Ha così suonato agli ordini del Maestro Vagnozzi nella Banda di Chieti per  circa sette anni, per poi emigrare in Francia per lavoro. A venti anni, rientrato in Italia a metà degli anni Cinquanta, ha deciso di aprire un salone da barbiere a Chieti Centro, l’attuale locale dove lavora ancora oggi, facendo i capelli ai suoi clienti e amici, fra i versi di una poesia recitata, un premio vinto e una pubblicazione scritta. Dal 1990, ha partecipato a concorsi di poesia dove ha vinto numerosi premi ed ottenuto molti riconoscimenti. Nel 2015, ha vinto il primo premio a Terni con la poesia “Nel Lento Tepore” e nel 2018 gli è stato dato a Vasto (Ch), il riconoscimento di poeta benemerito nel 2018.
– Ci parli brevemente di lei?
“Mi chiamo Gabriele Di Meo, sono classe 1935 e dopo aver finito la licenza elementare, dal 20 settembre 1958 svolgo la professione del barbiere nel negozio dove ci troviamo oggi. Sono, si può dire un autodidatta dell’arte, della poesia e della pittura. Dal 1970 sono pittore  e dal 1990 poeta”.
– Come vede cambiata la società dal 1958 ad oggi?
“Vedo peggiorata la situazione, mancano i valori e la dignità, se sei una persona saggia e onesta sei calpestato; osannato invece se sei un disonesto e un delinquente”.

– Ci parli brevemente della sua attività artistica e letteraria….
“Spinto dall’amico Franco Federico, scomparso alcuni anni fa, ho iniziato questa esperienza nel mondo della poesia, partecipando ad un concorso organizzato da Don Antonio Mariani, all’epoca professore del Liceo Classico di Chieti G.B. Vico che rimase sorpreso positivamente di come riuscissi a scrivere dei bei versi nonostante non avessi fatto delle scuole alte. Ho partecipato a quel primo concorso con la poesia “L’Emigrante” che ricordo ancora a memoria”: Un’aria di morte struggente, cammina sulle vie remote della foresta uccisa.Tra terre aride, vita di ieri, di giovinezza perduta. Gente stanca di lavoro selvaggio, inermi pavidi esuli, l’uomo offende. Mura diroccate, neve ghiacciata, frammenti di cose sepolte. Labirinti d’argilla fatiscenti, finestre socchiuse, stanze oscure, tenebre ignote. Larve di umili anime, in cerca di luce.Con questa poesia ottenni il primo premio!”

– Che stile poetico usa? 

“Nessuno stile, sono ispirato direttamente da Dio, sono un uomo molto credente dopo che nel 2003 ho pregato col rosario per una donna indemoniata che faceva la cartomante, liberandola dopo 5-6 mesi di preghiera dal diavolo”.


– Qual è il massimo premio che ha ottenuto in carriera?
 “A Terni nel 2015 alla XLV edizione “Premio San Valentino”, dove mi ha dato il primo premio il Comitato per la Premiazione di un Messaggio d’Amore, intitolando la pubblicazione di tutte le poesie dei concorrenti con il titolo della mia poesia “Nel Lento Tepore” che vi reciterò brevemente: Nel lento tepore del giorno,Sento un tono di voce farsi canto.La sera è silenzio e pace tra le ombre. Mia madre china al tramonto, cattura fasci di luce e grappoli di memorie.Ho scritto più di 4000 poesie e attualmente ho pubblicato due libri che raccolgono rispettivamente 750 e 600 poesie ma ho in cantiere altre due pubblicazioni. Se avrete il piacere vi inviterò ad ascoltare alcune delle più belle come “La Nobiltà dell’Animo”: Primordiali sostenitori dei miei amati sogni.Aliti arie lambiscono i miei fugaci respiri adagiandoli con armoniosi sensi della vita, quando la densa sosta si perde in un attimo di tempo, la libertà dell’animo si porta con sé i suoi ultimi sfizi del tempo che sfugge”.


– Che soddisfazione le piacerebbe ancora avere in campo poetico?
” Vengo da una infanzia triste e povera a Casalincontrada, pertanto vorrei che ci sia un sussulto di dignità in questa società immorale e che vengano riconosciuti i meriti delle persone che hanno sempre camminato sulla retta via. A tal proposito volevo recitare la poesia “Terra Natia”:

Terra Natia mi fosti madre, dov’io crebbi malvisto, i miei verd’anni seguisti e io fui il povero sprovvisto. Luoghi di sogni svaniti, dov’io ragazzo fui mesto, di tetri pensieri accaniti, d’amor malvagio funesto, triste gemetti fanciullo, la fame patii rammento, sulle vie vagai per nulla dove veggevo sgomento.Addio mio borgo Romito, vo’ destin l’aspetta, le orme ti lascia allibito l’avventurier giovinetto”.

Cristiano Vignali – Direttore di Discovery Abruzzo Magazine