Erotismo in Gabriele d’Annunzio

L’erotismo di Gabriele d’Annunzio, raccontato in poche righe

Gabriele d’Annunzio con la duchessina Maria Hardouin

(DAM) Pescara – Il matrimonio, in seguito ad una fuga sensazionale, con la duchessina Maria Hardouin di Gallese nel 1883 ed una relazione tumultuosa successiva con Barbara Leoni furono già fatti clamorosi del periodo che Gabriele d’Annunzio trascorse a Roma. 

Nel 1897, il poeta fu eletto deputato dell’estrema destra, e 3 anni dopo passò alla sinistra, che però non prese sul serio la sua affermazione di andare “verso la vita”: quel gesto troppo teatrale fu compiuto proprio nel periodo in cui Gabriele aveva intrecciato con Eleonora Duse una relazione che, seppure nell’autenticità della passione, non era esente da un calcolo sapiente, che la trasformava in un’operazione di divismo pubblicitario. La dimostrazione di questo fu il trasferimento dei due amanti in una villa fastosa presso Settignano, nominata la Capponcina, nel 1898. 

La forza fisica e l’erotismo sfrenato furono anche due dei sogni velleitari della classe media, realizzando i quali in maniera artistica, il d’Annunzio ricavò il mito del superuomo, da un  Nietzsche privato di ogni autenticità e tragicità morale, la cui scoperta fu lo sbocco inevitabile dell’estetismo dannunziano. 

Il codice di quest’ultimo era costituito dal romanzo “Il piacere” del 1889, raggiungendo con il quale l’espressione più alta del suo erotismo compiaciuto, d’Annunzio aveva preso contatto con la scuola parnassiana ed allargato il suo orizzonte letterario nel clima di eleganza raffinata del suo periodo romano. Ma il poeta fu portato a tentare di superare il suo sensualismo istintivo, alla ricerca di una “bontà” artificiosa, dalle suggestioni dello psicologismo della letteratura russa e del misticismo irrazionalistico: in questo modo nacquero i romanzi “L’innocente” e “Giovanni Episcopo” del 1892 e i versi del “Poema paradisiaco” del 1893, che anticipa modi crepuscolari.

Veronica Tieri – Discovery Abruzzo Magazine