Dinamiche dell’aggressività

DAM-Pescara. La dottoressa psicologa Tiziana Di Gregorio, responsabile degli Sportelli Antiviolenza dell’associazione Medea, illustra le dinamiche dell’aggressività negli individui che commettono omicidi.

È aberrante come ormai, ogni giorno, ascoltiamo notizie di cronaca riguardanti femminicidi, figlicidi e omicidi per futili motivi. Tali efferatezze sono tutte accomunate da una forte carica pulsionale di natura aggressiva: una forza brutale, incontrollata, che scaturisce quasi sempre sia come causa sia come conseguenza di una frustrazione sperimentata dall’individuo.

La frustrazione diventa reazione psicologica che coinvolge il soggetto, a seguito di un mancato soddisfacimento dei propri bisogni. L’individuo prova questa emozione quando incontra ostacoli sul suo cammino, che gli impediscono di raggiungere gli obiettivi che si era prefissato. L’aggressività subisce un incremento esponenziale in funzione dell’avvicinamento alla meta.

Il soggetto che sperimenta tale stato emotivo lo orienta non su quegli individui che ostacolano la meta ma su persone deboli. Costoro, infatti, inconsapevoli, si prestano a divenire oggetto dei comportamenti aggressivi.

La relazione tra causa ed effetto, tra frustrazione e aggressività, è direttamente proporzionale, ossia una risposta aggressiva è uguale al grado di frustrazione avvertita dall’individuo. Più alta è la frustrazione, più forte sarà l’aggressività rivolta verso l’altro.

Tutto ciò mostra come la persona frustrata possa mettere in atto azioni aggressive che la portano a commettere omicidi. Bisogna inoltre tenere presente l’ambiente di appartenenza estremamente tipizzato in cui la persona vive.

A sostegno di questa ipotesi ci sono stati diversi studi ed esperimenti che confermano che coloro che avevano sperimentato maggiore frustrazione durante un esperimento scientifico, a loro volta avrebbero rimandato maggiore aggressività verso altri partecipanti.

“L’abbandono” diventa una frustrazione tipica di una relazione che finisce e che il partner non accetta. Più forte è la frustrazione, più violenta sarà la sua reazione verso la partner.

Dr.ssa Tiziana Di Gregorio
Psicologa Responsabile Sportelli Antiviolenza Medea
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