Berardo Quartapelle: l’Illuminista di Teramo

(DAM) Teramo – In questo speciale, Discovery si occuperà di pillole di storia sulla vita di Berardo Quartapelle, illuminista teramano.

Nella seconda metà del XVIII secolo, mentre l’Europa era avvolta nell’effervescenza intellettuale dell’Illuminismo, una figura singolare emergeva nel panorama culturale della città di Teramo: Berardo Quartapelle.

Quest’uomo intraprendente e visionario, insieme ad altri intellettuali come Melchiorre Delfico e Alessio Tulli, fu una forza trainante di una corrente di pensiero rivoluzionaria, conosciuta come la “Rinascenza teramana”.

Quartapelle, sacerdote di formazione ma ribelle di cuore, non si adagiava nell’ortodossia delle convenzioni del suo tempo. Era affamato di conoscenza e desideroso di trasformare la realtà stagnante della società teramana, ancora oppressa dai retaggi feudali e dall’oscurantismo religioso.

Il luogo di ritrovo per questi intellettuali illuminati non era una redazione di giornale o un caffè alla moda, ma una modesta farmacia, amministrata da Saverio, fratello di Berardo. Qui, immersi tra fiale e preparati, si generò un fervido scambio di idee, un calderone di pensieri rivoluzionari che sfidava le autorità conservatrici del periodo.

Tuttavia, Berardo non si accontentò di rimanere confinato alle discussioni teoriche: decise di tradurre le sue idee in azione aprendo un laboratorio scientifico all’avanguardia, ispirandosi agli insegnamenti ricevuti a Pavia,al tempo roccaforte del pensiero laico. In questo ambiente, affiancato da illustri personaggi come Lorenzo Mascheroni e Alessandro Volta, Quartapelle approfondì le sue conoscenze in una vasta gamma di discipline, dalla fisica alla psicologia.

Il suo approccio innovativo all’insegnamento lo portò a fondare una scuola in cui la retorica si mescolava con la fisica e la psicologia. Tuttavia, la sua concezione del sapere non si limitava alla semplice trasmissione di nozioni: Quartapelle privilegiava il dialogo attivo con gli studenti, incoraggiando il ragionamento critico e rifiutando l’uso delle punizioni corporali.

Il suo impegno per il progresso sociale e culturale non passò inosservato agli occhi delle autorità conservatrici dell’epoca. Quartapelle e i suoi compagni di pensiero furono bersagliati da processi giudiziari mirati a reprimere il fermento illuminista che stavano diffondendo. Accusati di corrompere la gioventù e allontanarla dalla religione, Quartapelle e i suoi alleati dovettero affrontare persecuzioni e ostilità. Nonostante le avversità, Berardo non si lasciò abbattere: rifugiandosi a Napoli, continuò il suo lavoro intellettuale e scientifico, pubblicando opere che fecero epoca, come “I Principi della vegetazione”.  

Il suo ritorno a Teramo fu segnato dall’occupazione francese e dalla lotta tra le forze borboniche e repubblicane, ma Quartapelle rimase fedele alla sua missione di diffondere la luce dell’Illuminismo.

Il suo laboratorio scientifico, dotato di strumenti all’avanguardia, attirò l’attenzione anche al di fuori dei confini della città. Le sue ricerche nel campo della fisiologia vegetale e della biologia agraria lo posero all’avanguardia nel panorama scientifico europeo.

Il suo impegno per il progresso sociale non si limitava al campo scientifico: Quartapelle fu anche un fervido sostenitore delle idee repubblicane, partecipando attivamente agli eventi politici del suo tempo. Questo lo portò ad affrontare nuove persecuzioni e violenze, ma la sua determinazione rimase incrollabile fino alla fine.

Quando si spense, nel marzo del 1804, Teramo perse non solo un grande scienziato e pensatore, ma anche un uomo che aveva dedicato la sua vita al miglioramento della sua comunità. Con il suo impegno instancabile nel promuovere la conoscenza e nell’innovare l’istruzione, Quartapelle ha lasciato un’impronta indelebile sulla città di Teramo, ricordandoci che, anche nelle condizioni più avverse, il potere della mente umana può illuminare il cammino verso un futuro migliore.

Tila Lara