Attoni a Chieti: Storia di una dinastia

il Ducato di Spoleto sotto Trasmondo della Dinastia degli Attoni di Chisti

(DAM) Chieti – Sul finire dell’Alto Medioevo italiano, gli Attoni emersero come figure di primo piano nell’Italia centrale, in una epopea storica fatta di conquiste territoriali, consolidamento di potere e sviluppo culturale, in particolar modo fra la Contea di Chieti, quella di Penne e il Ducato di Spoleto. 

 Attone, primo conte di Chieti, si distingue come la figura di rilievo, nonostante le sue origini siano argomento di dibattiti intensi tra gli studiosi.  Contrapponendosi all’idea di una derivazione borgognona (ergo Franca), alcuni ritengono  che la famiglia attonida avesse origini longobarde. 

La chiara appartenenza al popolo longobardo emerge da vari documenti del periodo, sottolineando un legame profondo con la storia e le tradizioni locali.

L’egemonia di Attone, non si limitò alle frontiere della città di Teate (Chieti), ma attraverso una strategica politica matrimoniale e acquisizioni di territori mirate, la sua influenza si espanse in modo considerevole. Anche le circostanti regioni pennesi furono gradualmente amalgamate, delineando così un’imponente entità politica conosciuta come “Comitatus Teatinus”. Questa vasta area dove gli Attoni  si estendeva ininterrottamente da lungo il fiume Pescara fino al  Trigno, abbracciando una terra fertile e variegata che contribuiva a consolidare ulteriormente il prestigio della dinastia e la sua influenza strategica nella regione e in tutto il centro Italia. Va ricordato, senza entrare nei dettagli, ad esempio, la figura di Trasmondo III, figlio di Attone I che divenne Duca di Spoleto e Marchese di Camerino (959-.967 / 982-989) Sotto il suo governo, il potere degli Attoni arrivò a controllare i centri romano – bizantini sulla costa adriatica e il suo potere era quindi così prestigioso da essere riconosciuto sia dal diritto nobiliare del Sacro Romano Impero che da quello dell’Impero Romano di Costantinopoli. 

 Il rafforzamento del potere degli Attonidi, inoltre, fu agevolato da transazioni economiche con le signorie monastiche del territorio. In merito va ricordato il monumento funebre  di Trasmondo II Conte di Chieti nell’Abbazia di San Giovanni in Venere a Fossacesia (Ch) . La famiglia mostrò competenza nel muoversi all’interno delle gerarchie religiose locali, contribuendo a consolidare la propria posizione.

 In questo periodo, Chieti non solo assurse a ruolo di centro politico, ma divenne altresì un faro culturale e religioso nella regione. 

L’ampliamento della cattedrale nel 1069 fatto dal Vescovo Attone I che amministrava la città di Teate e la predica della prima crociata da parte di Papa Urbano II, avvenuta a Chieti, dimostrano che la città era davvero importante per la religione. Costruire chiese e conventi come Sant’Agata, Santa Maria della Civitella, Santa Maria Materdomini, San Giovanni dei Cappuccini e Santa Maria di San Pietro, era indice del notevole sviluppo culturale che la città stava vivendo. 

Contemporaneamente, a Chieti si diede inizio alla costruzione delle prime mura difensive e torri di guardia. Queste realizzazioni non rappresentavano solamente la volontà di difendersi dalle invasioni, ma costituivano anche un tangibile simbolo di un potere che andava a consolidarsi.

La Contea degli Attonidi gioca un ruolo decisivo nella definizione dell’identità politica, religiosa e territoriale della regione, che nel corso dei secoli si trasformerà nella moderna Provincia di Chieti. 

La loro storia, costellata di sfide affascinanti e successi memorabili,  rappresenta un capitolo avvincente nella narrazione dell’evoluzione dell’Italia medievale, lasciando un’impronta indelebile nella storia dell’attuale Provincia di Chieti. 

Il governo della dinastia degli Attoni sul Comitato Teatino ha termine di fatto nell’ XI secolo, da prima a seguito della sconfitta di Trasmondo III da parte del Normanno Roberto di Loritello, e successivamente definitivamente nel 1094 quando Roberto il Guiscardo nomina Chieti Capitale degli Abruzzi e successivamente  il potere passa a nipote Drogone d’Altavilla. Da questo momento, la storia di Chieti come signoria “politeìa” autonoma cesserà di fatto, e sarà parte integrante con quella del Regno di Napoli. 

Fonti:

Chieti nella Tarda Antichità, C.Vignali (2014)

Chieti Medievale, C. Vignali (2013)

Tila Lara e Cristiano Vignali