Torre de’ Passeri, il paese del Montepulciano – Intervista ad Andrea Marsili

(DAM) Torre de’ Passeri (PE) – Nel paese abruzzese che ha visto nascere il Montepulciano, abbiamo intervistato Andrea Marsili, l’imprenditore che sta riportando la coltivazione della vite a Torre de’ Passeri.

Torre de’ Passeri, nel cuore della Val Pescara, vanta una storia millenaria legata da sempre alla coltivazione e al commercio. Importante crocevia fin dai tempi antichi, il paese sta tornando alla coltivazione della vite, che in passato ha reso Torre de’ Passeri il paese natale del Montepulciano, grazie all’iniziativa di Andrea Marsili.

Intervistato da noi, Marsili ci ha raccontato della sua iniziativa, a partire dalla lunghissima tradizione familiari che lo lega a Torre de’ Passeri. “Il mio nuovo progetto è iniziato nel 2020, in piena pandemia, ma affonda le proprie radici nella Storia: l’impresa agricola, infatti, è iniziata nel 1928, con il frantoio di Croce Grannonio. Di ritorno dall’America, aveva deciso di investire nei terreni agricoli e nell’apertura del frantoio. All’epoca partì in maniera molto rudimentale, con una stanza e un mulo, ma nel tempo l’attività ha saputo crescere ed evolversi fino a trasformarsi nell’azienda agricola medio-grande che è oggi”.

“Con l’avvento del motore a scoppio e dell’elettricità” continua Andrea Marsili “il frantoio si è convertito alla modernità. Nell’epoca in cui è subentrato il mio bisnonno, l’attività si è allargata alla trebbiatura del grano in conto terzi. Con mio padre, poi, è arrivata la disponibilità dei trattori e, con essi, di un nuovo impulso per l’aratura. Questo si è accompagnato ad un ingrandimento, con l’acquisto di nuovi terreni, mantenendo il frantoio attivo fino al 2000”.

Fino ad arrivare ai giorni nostri, come ci racconta Andrea Marsili: “nel 2005 ho preso io in mano l’attività, dovendo gestire la profonda crisi del 2008 prima e la pandemia poi. Per me è stata un’opportunità per portare rinnovamento all’azienda, studiando viticoltura ed enologia ed entrando in quel settore. Nel 2018 ho dato il via al nostro nuovo progetto, con l’impianto del vigneto nel 2020”.

D’altra parte, Torre de’ Passeri ha un profondo legame con il vino: “Torre de’ Passeri” spiega Andrea Marsili “è il paese natale del Montepulciano, un vino così esteso e conosciuto in tutta Italia proprio grazie all’intraprendenza degli abitanti di Torre de’ Passeri, che hanno saputo esportarlo attraverso il vivaismo vitivinicolo, il commercio e la produzione di vino. Il vitigno a bacca rossa, probabilmente, era partito dalle zone più interne come la Valle Peligna per poi arrivare alla civiltà della costa tramite Torre de’ Passeri, che gli ha permesso di espandersi prima in tutta la regione e poi in tutta Italia. Torre de’ Passeri fu il mercato più importante per il Montepulciano d’Abruzzo sia nell’Ottocento che nel Novecento. Negli schedari viticoli del Ministero dell’Agricoltura, il nome del Montepulciano aveva moltissimi sinonimi, come Uva Rossa di Torre de’ Passeri o Montepulciano di Torre de’ Passeri: questo ci dimostra l’importanza del legame tra il paese e questo vino”.

“Questa grande specializzazione ha fatto sì che nel corso del tempo si creasse una vera e propria filiera” continua Andrea Marsili “Torre de’ Passeri, d’altra parte, aveva una struttura geografica felice, essendo un paese in piano circondato da colline. Il paese era caratterizzato da grande artigianalità e perizia in tutti i settori produttivi connessi al vino. La specializzazione era tale che gli agricoltori locali riuscirono ad ottenere nel tempo una cultivar-popolazione attraverso le continue selezioni massali in campo: nel corso del tempo la specializzazione produttiva si è concentrata su una coltivazione particolare, concentrata sugli stessi soggetti con gli stessi risultati di qualità. In tempi più recenti una cooperativa di vivaisti viticoli italiani ha studiato le nostre piccolissime vigne residuali e ha recuperato l’antico vitigno di grande qualità oggi denominato CASAURIA, dal nome della zona geografica di cui Torre de’ Passeri è sia il cuore geografico che culturale ed economico”.

“L’obiettivo infine è di lavorare stabilmente le uve all’interno del centro abitato del paese, come antica tradizione” conclude Andrea Marsili “La modesta produzione del giovane vigneto, il prossimo anno darà luogo a 500-600 bottiglie. Sarà la nostra prima prova”.

Claudia Falcone – Discovery Abruzzo Magazine