Il Quadrato del Sator – l’enigma storico presente anche a Capestrano

(DAM) Capestrano (AQ) – Il più grande enigma della Storia, che ha fatto da ispirazione per il film Tenet di Christopher Nolan, vanta un suo esempio anche in Abruzzo, nella Chiesa di San Pietro ad Oratorium.

Che l’Abruzzo affondi le proprie radici nella Storia più arcaica è risaputo e sono innumerevoli le conferme archeologiche e architettoniche in questo senso. Ulteriore testimonianza del passato più antico della regione ci viene dalla pregevole Abbazia di San Pietro ad Oratorium, a Capestrano, che reca su uno dei lati esterni una lapide collegata ad uno dei misteri più enigmatici di sempre: il Quadrato del Sator.

Il Quadrato del Sator è una iscrizione latina ricorrente in epigrafi, lapidi e graffiti antichi e che rappresenta un quadrato magico che riporta sempre le stesse cinque parole: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS. Particolarità del Quadrato è che le parole possono essere lette in ogni senso e danno luogo sempre alla stessa frase palindroma: Sator Arepo Tenet Opera Rotas.

La curiosa e misteriosa iscrizione è riscontrabile in moltissimi reperti archeologici in tutta Europa: gli esemplari più antichi sono rappresentati da quelli di Pompei, l’uno rinvenuto nel 1925, incompleto, sulla parete della casa di Paquio Proculo e l’altro sulla colonna della Palestra Grande, scoperto nel 1936.
Proprio quest’ultimo rappresenta una delle testimonianze più importanti riguardo il mistero del Quadrato di Sator per una serie di ragioni: si è conservato completamente, è arricchito da altri segni totalmente assenti nelle altre testimonianze e dev’essere necessariamente stato inciso prima del 79 d.C., quando la violenta eruzione vulcanica ha cristallizzato Pompei per sempre.

Ma sono tantissimi gli esempi rinvenuti fino ad oggi: per lo più presenti in edifici religiosi in Inghilterra, Spagna, Francia, Ungheria, Svizzera e in gran parte dell’Italia. Tra i molti esempi, ne troviamo due in Abruzzo: nella già citata Abbazia di San Pietro ad Oratorium a Capestrano e nella Chiesa di Santa Lucia a Magliano de’ Marsi. Non sono mai stati rinvenuti finora esempi risalenti ad un’epoca precristiana ed è possibile che l’iscrizione abbia un legame proprio con quest’ultima.

A lungo si è dibattuto sull’interpretazione da dare al rompicapo storico rappresentato dal Quadrato del Sator, senza tuttavia giungere ad una conclusione univoca. Molto si è ragionato anche sulle parole che compongono la frase misteriosa. “Sator” significa coltivatore o seminatore e, in senso figurato, può essere associato al concetto di creatore e proprio in questa accezione è utilizzata in contesto cristiano. L’utilizzo di “Sator” per indicare il padre degli dei ha riscontro anche in epoca romanica, il che aiuterebbe a spiegare la presenza del Quadrato di Sator a Pompei già pochi decenni dopo la morte di Cristo.

Delle cinque la parola più misteriosa è senz’altro “Arepo”, perché non compare in nessun testo in lingua latina classica. Poiché sembra impossibile rintracciarne un corrispettivo nelle fonti, molti studiosi hanno preferito considerarla un nome proprio, altri come un’abbreviazione di “aeropago”, altri ancora l’hanno tradotta con “aratro”. L’interpretazione come un oggetto agricolo concorderebbe con l’interpretazione precristiana nella metafora della divinità intesa come seminatrice, poi mutuata nella religione cristiana ma si tratta di mere congetture.

Meno enigmatiche le ultime tre parole: “Tenet” sta per “tiene”, “regge”, “Opera” potrebbe essere un ablativo traducibile come “con cura” oppure un accusativo plurale da rendere con “le opere”, “Rotas” sta per “ruote” e in questo contesto metaforico potrebbe rappresentare il carro del destino.

Pur traducendo letteralmente i singoli termini, resta l’enigma del significato della misteriosa frase rappresentata nel Quadrato del Sator, a cui comunque si attribuisce un significato apotropaico per attirare la benevolenza della divinità.
La difficoltà della traduzione è data principalmente dal fatto che “Arepo” rappresenta un unicum nelle testimonianze antiche. In ogni caso, una lettura lineare dà luogo a traduzioni simboliche che richiamino il testo evangelico come “il seminatore con il carro tiene con cura le ruote” oppure “il seminatore nel campo governa le ruote celesti” ma non è possibile nessun confronto che possa confermare o confutare le teorie.

Una lettura bustrofedica del Quadrato del Sator, cambiando senso di lettura ad ogni rigo, suggerirebbe invece un significato morale per l’iscrizione, dando luogo alla frase “il seminatore decide i suoi lavori quotidiani ma il tribunale supremo decide il suo destino”, optando per l’interpretazione di “Arepo” come contrazione di “Aeropago”.
Secondo alcuni studiosi, il Quadrato del Sator potrebbe prestarsi ad una lettura anfibologica: contenere, cioè, volutamente più chiavi di lettura, comprensibili ai diversi livelli di lettore.

Ma sono numerosissime le interpretazioni di questo mistero, spaziando da interpretazioni numerologiche a quelle per acronimi o per anagrammi.
Il Quadrato del Sator resta, ancora oggi, uno dei misteri più affascinanti del nostro passato, ispiratore di arte e perfino di film (Tenet, di Christopher Nolan) ma sembra destinato a non avere soluzione.
La sua presenza in molte chiese medievali, comunque, induce a considerarlo un simbolo che si inserisce nella cultura cristiana di quel periodo, pur non escludendone un’origine più antica.

Claudia Falcone – Discovery Abruzzo Magazine