Lettomanoppello – Dove la natura regala meraviglie nel Parco della Maiella

Cartolina di Lettomanoppello nel Parco Nazionale della Maiella

(DAM) Lettomanoppello (PE) – Per Abruzzo History scopriamo i meravigliosi paesaggi di Lettomanoppello, nota come la “città della pietra” per il suo stretto legame con la lavorazione della pietra della Majella.

Situato nel Parco Nazionale della Majella, Lettomanoppello è un paese ricco di fascino e custode di inaspettate bellezze naturali, che ne fanno un piccolo gioiello nella provincia di Pescara.

Vicinissima allo spettacolare Parco Lavino, che ogni anno affascina folle di turisti con le sue incontaminate e cristalline acque sulfuree, Lettomanoppello si inserisce nel contesto naturale del Parco senza snaturarlo, in un perfetto equilibrio tra natura e storia.

E la storia antica si respira ovunque, a Lettomanoppello, non solo attraverso le numerose chiese presenti in paese ma anche e soprattutto attraverso i mille dettagli naturali che sono pronti a raccontare storie a chi ha voglia di scoprirle.

Grotta delle Praie

La Majella è ricca di attività idriche sotterranee, che danno vita a sorgenti e suggestive grotte carsiche.
Proprio a Lettomanoppello troviamo uno degli esempi più interessanti di questo fenomeno: la Grotta delle Praie, considerata la più grande grotta speleologica della provincia di Pescara.
La formazione sotterranea si sviluppa su due gallerie quasi parallele, delle quali una più angusta e visitabile solo in posizione sdraiata e l’altra decisamente più ampia, che offre alla vista suggestivi scenari di concrezioni stalattitiche.

A soli 500 metri dal centro abitato, tuttavia la Grotta delle Praie non è adatta a visite turistiche: la sua particolare conformazione richiede l’intervento di figure formate e competenti, che forniscano le attrezzature e l’assistenza necessarie.

Grotta di Sant’Angelo

Molto interessante anche Grotta Sant’Angelo, legata al culto di San Michele Arcangelo.
La grotta, sotto le cave di pietra di Lettomanoppello, è costituita da un androne largo 22 metri e profondo 8 e divisa in due da uno sperone roccioso, che si trova quasi al centro della cavità.
In uno dei due ambienti troviamo una monumentale statua di San Michele Arcangelo, raffigurato nell’atto di trafiggere il serpente alato che si trova ai suoi piedi.

Quella che vediamo oggi è una copia: l’originale, che era opera delle maestranze che lavorarono nella Chiesa di San Tommaso di Caramanico, è attualmente conservata nel Museo delle Genti d’Abruzzo.
Originariamente la statua trovò collocazione nella grotta probabilmente nel XIV secolo, quando il Monastero di San Tommaso passò tra i possedimenti di Santo Spirito a Majella.
Al centro della sala troviamo inoltre il cosiddetto Letto di Sant’Angelo, un recinto rettangolare che racchiude una zona pavimentata con lastre di pietra.

Fonte del Garzillo

Da ricordare tra le bellezze naturali presenti a Lettomanoppello anche la Fonte del Garzillo che, secondo la tradizione locale, sarebbero state rese terapeutiche dall’intercessione dell’Arcangelo Michele.
Per antica consuetudine, l’8 maggio di ogni anno gli abitanti di Lettomanoppello si recano nella grotta dedicata al culto del santo, sotto cui scorrono le acque del Garzillo.

I pellegrini, dopo aver assistito alla funzione religiosa, si bagnano nelle acque benedette.
Nella grotta troviamo anche una statua di San Michele che, secondo la leggenda, in origine si trovava altrove, presso una sorgente vicino Serramonacesca.

Infastidito dalle chiacchiere delle donne che si recavano alla sorgente per lavare i panni, però, il Santo stesso, alla ricerca di un luogo sereno e silenzioso, spostò la sua icona a Fonte Garzillo.

Tra le molti fonti che insistono sul territorio di Lettomanoppello merita una menzione anche Fonte del Papa: qui, secondo la tradizione, si sarebbe fermato nientemeno che Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, per abbeverarsi durante il suo peregrinare tra l’Eremo del Morrone e l’Eremo di Santo Spirito a Majella.

Parco dei Tholos

Altrettanto suggestivo, infine, è il Parco dei Tholos, un’area in cui è possibile ammirare antiche costruzioni che testimoniano l’utilizzo della pietra della Majella, lavorata ed estratta proprio a Lettomanoppello.

La roccia della Majella è un calcare di origine organogeno, una roccia sedimentaria chimica. cristallina il cui componente principale è la calcite.

Di conseguenza, si tratta di una pietra bianca e tenera e facilmente lavorabile.

Grazie alle sue qualità, la pietra fu utilizzata dagli umani fin dal paleolitico ma è dal 1770 che, grazie allo sviluppo della transumanza, viene utilizzata per la costruzione dei tholos.
Il termine tholos deriva dalle tombe micenee di forma ogivale. Molto simili a queste costruzioni sono anche i famosi trulli pugliesi, da cui molto probabilmente derivano i tholos abruzzesi.
Si tratta di capanne monocellulari costruite in pietra a secco, sovrapponendo lastre di pietra calcarea.
Questi ricoveri, di dimensioni anche notevoli, sono presenti con numerosi esempi nell’area di Lettomanoppello, in alcuni casi in ottimo stato di conservazione.

Claudia Falcone – Discovery Abruzzo Magazine