Chieti Sotterranea – Un patrimonio ancora da scoprire

(DAM) Chieti – L’odierna Chieti è una delle città più antiche d’Italia e, nel suo sottosuolo, racconta una storia solo parzialmente scoperta grazie alla Chieti Sotterranea.

La città di Chieti vanta una storia millenaria e può dirsi con orgoglio una delle città più antiche di Italia (se non addirittura la più antica: secondo la tradizione, l’antica Teate fu fondata da Achille per onorare la madre Teti ben prima che Romolo e Remo fondassero Roma).
Molta della sua antica e ricca storia è custodita oggi sotto l’attuale città e prende il suggestivo nome di Chieti Sotterranea.

Una città sotto la città, quindi, dalle indiscutibili potenzialità storico-archeologiche e turistiche. Un immenso ipogeo, caratterizzato da un reticolato fitto di cunicoli, cisterne e ambienti sotterranei in molti casi ancora ottimamente conservati.
Un potenziale enorme e ancora largamente inespresso: del vasto ipogeo che costituisce la Chieti Sotterranea, ad oggi, solo una porzione ridotta è stata esplorata ed è visitabile.

Per iniziativa dello Speleoclub di Chieti, infatti, alcune aree sono state aperte al pubblico e altre, più inaccessibili, esplorate e conosciute.
Tra le aree disponibili per le visite guidate possiamo ricordare la famosa Via Tecta: accessibile dai sotterranei del secentesco Palazzo de’Mayo, la Via Tecta è una interessantissima struttura ipogea ben conservata.
La parte visibile consta di un lungo corridoio in forte pendenza, percorribile e coperto con una serie di volte a botte in opus cementitium. Il corridoio di accesso, insieme ai cunicoli collegati, fa raggiungere alla Via Tecta uno sviluppo complessivo di 90 metri. Anticamente era un tracciato viario coperto utilizzato per il controllo della rete idrica e posto quindi sotto il piano di calpestio.

Oggi visitabile è anche l’ipogeo delle Terme Romane: si tratta di una cisterna di grande capacità, ancora oggi in un ottimo stato di conservazione. Composta da 9 camere comunicanti tra loro, lunghe 60 metri e larghe 14, la cisterna aveva la funzione di fornire l’acqua alle terme soprastanti ed è probabilmente l’ambiente ipogeo più grande della Chieti Sotterranea.

Visitabile e di grande impatto visivo anche l’Ipogeo di Via dei Tintori: situato nella zona di Porta Pescara, presenta una serie di cunicoli legati alla presenza, in antichità, di una cava di arenaria. Oggi è possibile ammirare un importante ambiente ipogeo, in parte percorribile, composto da una serie di cunicoli e gallerie in uso ben oltre l’epoca antica, come dimostra uno dei corridoio sicuramente realizzato alla fine del 1800.

L’ultimo tratto visitabile della Chieti Sotterranea è attualmente la Cisterna di Via Gizzi, uno dei siti più interessanti dell’ipogeo teatino. Tramite una breve galleria di epoca moderna, realizzata probabilmente durante il periodo bellico, si accede ad un vasto ambiente sotterraneo di circa 9 per 37 metri. La Cisterna è costituita da due ampi ambienti comunicanti e presenta ancora oggi un po’ d’acqua sul fondo. La sua funzione in antichità, con tutta probabilità, era quella di raccolta delle acque piovane e presenta una evidente pendenza in direzione delle condotte rivolte alle Terme Romane. Le volte e le pareti si presentano in opus caementicium, che garantisce una grande impermeabilità e ancora oggi sulle pareti è possibile scorgere i segni del livello che l’acqua ha raggiunto nel corso degli anni.
Importante anche per i ritrovamenti archeologici rinvenuti al suo interno nel corso dell’Ottocento, la Cisterna di Via Gizzi è stata utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale come rifugio antiaereo.

Pur non visitabili dal pubblico, altri ipogei completano il mosaico della Chieti Sotterranea. Tra questi possiamo ricordare l’ambiente ipogeo sotto il Palazzo della Prefettura: un vastissimo ambiente originariamente di 60 per 30 metri di cui ci resta ispezionabile una porzione ridotta a seguito del crollo di Palazzo Valignani ai primi del 1900. La sua posizione centrale nella città permette di ipotizzare che ospitasse il mercato e che l’ambiente sotterraneo servisse da deposito di materiali e per la raccolta d’acqua. A conferma di questa ipotesi, il fatto che la Piazza Valignani soprastante sia conosciuta dagli abitanti di Chieti come “Lu Pozz” (Il Pozzo).

Un altro ipogeo esplorato dagli speleologi ma non visitabile è il Cunicolo di Fonte Grande, un’opera idraulica romana lunga oltre 100 metri le cui acque erano destinate alle Terme.
Ma è certo che ancora tantissimo è da scoprire per quanto riguarda l’affascinante storia della Chieti Sotterranea.

Claudia Falcone -Discovery Abruzzo Magazine