Teramo, perché “Fonte della Noce” viene chiamata “Fonte Regina”?

(DAM) Teramo – “Questa mattina sono stato a Teramo per motivi di lavoro e sono andato a riscoprire uno degli angoli storicamente e naturalmente più conservati del Capoluogo Aprutino, a cui sono legato fin da bambino perché mio nonno mi portava a visitarla: “Fonte della Noce” o più comunemente detta “Fonte Regina” perché ad essa è collegato un episodio storico che mio nonno Antonio, teramano doc mi raccontava” ha detto Cristiano Vignali di Abruzzo Tourism.


Ma, perché la “Fonte della Noce”, il popolo teramano ama chiamarla “Fonte Regina”?
“Sempre i ricordi di quello che raccontava mio nonno mi tornano in mente per raccontare questa storia, ma prima bisogna fare una premessa: la fontana monumentale ha circa otto secoli, infatti è stata costruita nel XIII secolo dell’era comune, ed è sita sotto l’antico ponte San Ferdinando, a poca distanza dal centro cittadino, vicino la stazione, all’interno del Parco Fluviale del Fiume Vezzola che negli ultimi decenni è stato riqualificato, ed oggi è un’area vastissima, immersa nel verde, attrezzata con panchine, tavolini, un percorso per camminare e fare footing. Il monumento fino agli anni Trenta del Novecento serviva acqua potabile alla città di Teramo e fino agli anni Cinquanta del secolo scorso era usato come lavatoio comunale. Quando circolavano ancora le carrozze, i viaggiatori si fermavano lì a fare abbeverare i cavalli e i muli.
La fonte viene chiamata “della Noce” perché vicino ci sono numerosi alberi di noce e viene anche chiamata “Regina” perché nel luglio 1514 si fermò a banchettare vicino alle sue fresche acque la Regina Giovanna “Trastamara” d’Aragona, consorte e poi vedova del Re Ferdinando I di Napoli che visitò cinque giorni Teramo facente parte dei suoi possedimenti. La fontana è rimasta pressoché intatta nei secoli anche se la struttura che noi vediamo è quella a seguito del restauro conservativo del 1835, riportato negli Annali Civili del Regno delle Due Sicilie” ha spiegato Cristiano Vignali.

Lo storico teramano Mutio dė Muzji nel 1588 ha narrato con dovizia di particolari gli avvenimenti della visita della Regina Giovanna a Teramo e anche ovviamente l’episodio della fontana riportato in una lapide commemorativa posta nell’anno del Quattrocentesimo anniversario della visita della regina. La Regina era rimasta colpita dalle acque così limpide e fresche della fontana che ordinò di allestire presso l’area della fontana un banchetto per cena allietato da musica e balli.

“Si trattenne la Regina in questa Città per lo spatio di cinque giorni, dove hebbe grandissimo gusto, e soddisfazione, havendo visitate tutte le Chiese, e Reliquie, che in essa vi sono, et havendo anche per gusto voluto andare a vedere l’Acquaviva luoco di molto spasso in questa Città per li molti herbaggi, et acque limpide, che vi sono, che la regina, e tutti quei Signori, che l’accompagnavano si hebbero gran gusto, le fu anche dalla Città fatta una cena alla fonte della Noce che ricevé gusto mirabile».

Ma, sentiamo la spiegazione di Cristiano Vignali tramite il video:

Vojtila Lara