(DAM) Loreto Aprutino (Pe) – A Loreto Aprutino, domenica 2 luglio 2017, presso il cortile dell’antico palazzo nobiliare Baldini Palladini Amorotti, l’artista sonoro, studioso e curatore di Melbourne, Philip Samartzis, già vincitore di due “Australian Antartic Division Arts Fellowships (2009 e 2015), ha presentato il lavoro realizzato durante il suo soggiorno nel giugno scorso in Contrada Pollinaria di Civitella Casanova sui suoni “soundscapes” (paesaggi sonori letteralmente) dell’ambiente agricolo e naturale abruzzese, documentando anche gli effetti degli eventi climatici estremi sui suoni rurali.
Fra i suoni ambientali che sono stati studiati da Philip Samartzis, per quanto concerne l’Abruzzo rurale e pastorale, c’è sicuramente quello dei campanacci delle mandrie e delle greggi sull’Altipiano del Piccolo Tibet a Campo Imperatore sul Gran Sasso.
La scelta del campanaccio da parte dell’allevatore è una operazione importantissima e delicata. Il buon pastore deve avere l’orecchio capace di distinguere il suono di ogni singola campana nel concerto di una mandria o di un gregge, ciò permette di riconoscere il capo più facilmente in caso di smarrimento nella folta vegetazione, di notte, con la nebbia fitta, o durante gli spostamenti, in cui un tintinnio irregolare, più lento, o più rapido, può segnalare una mucca o una pecora in difficoltà .
Il suono del campanaccio è determinato non solo dalla sua forma e dal suo spessore, ma anche in base al sesso e alla stazza dell’animale della stessa razza, poiché agli esemplari maschili e femminili si mettono al collo diversi tipi di campanacci: quelli dei maschi hanno suoni più cupi e duri all’udito e sono più udibili da vicino, mentre quelli delle femmine hanno suoni più fini ed acuti e vanno in lontananza. Anche la grandezza e il peso di una campana (da 250 gr a 10 kg circa) che dipende ovviamente dalla stazza dell’animale, ne influenzano il suono.
Inoltre, il diverso clima dei pascoli, influenza molto il suono delle campane al collo degli animali: con l’umidità e la foschia si ha una acustica migliore, mentre col caldo o col freddo forte, l’acustica peggiora.
La varietà della batteria dei campanacci determina la melodia e l’armonia dell’orchestra del gregge o delle mandrie che cambiano se il bestiame è in marcia o fermo, se è al pascolo, se gli animali sono uniti o divisi, più tranquilli o più nervosi.
Proprio queste e tante altre particolarità, rendono i campanacci della Transumanza abruzzese meritevoli di studio nell’ambito dei “soundscapes” di Philip Samartzis.
La Redazione di Discovery Abruzzo Magazine