Scoprendo Montebello sul Sangro

(DAM) Montebello sul Sangro (CH) – Scopriamo il piccolo borgo di Montebello sul Sangro, protagonista della comunità ospitale del Sangro Autentico e ricco di leggenda e storia.

Un borgo raccolto e ricco di fascino, reso protagonista del turismo esperienziale 2.0 dalle iniziative della comunità ospitale del Sangro Autentico. Il laboratorio n.13, coordinato da Marzia Bassi, permette di visitare proprio questo borgo montano che racconta una storia ricca di aneddoti e di eventi.

Piccolo comune di appena 79 abitanti arroccato sulla montagna, Montebello sul Sangro non si è sempre chiamato così: fino al 1960, infatti, era noto come Buonanotte: il nucleo più antico, conosciuto come Buonanotte Vecchio, è stato purtroppo completamente raso al suolo dalla disastrosa frana del 1887 e oggi è completamente perduto.

Il borgo noto come Buonanotte, in realtà, è spesso citato nei cataloghi antichi sotto il nome di Malanotte. Tale toponimo potrebbe essere legato al cognome di un signore del posto ma, secondo la leggenda, si rifa invece ad un fatto avvenuto intorno al 1300. Vuole la tradizione popolare, infatti, che il feudatario del luogo, sconfitto in battaglia, venne costretto a pagare ai nemici un terribile tributo: concedere tutte le donne del paese per un’intera notte. Il castello che ospitò il pagamento della crudele penitenza restò noto da allora in poi come Castello di Malanotte.

Il borgo antico di Buonanotte, dopo aver perso il centro storico nella già citata frana del 1887, venne successivamente dichiarato inagibile tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento a causa dell’instabilità del terreno circostante. Il borgo, che a partire dal 1969 porta il nome di Montebello sul Sangro, venne così ricostruito poco distante, sfruttando l’esistenza di una piccola piana.

Una visita ai nostri giorni a Montebello sul Sangro permette di ammirare il borgo nuovo e il borgo vecchio. Il primo ospita il monumento ai caduti della Seconda Guerra Mondiale, il monumento a Padre Pio e la Chiesa di Santa Giusta, risalente agli inizi del XX secolo d.C.
Presso Buonanotte Vecchio, arroccato su un’altura, è possibile invece ammirare le case pastorali, il campanile della vecchia Chiesa di Santa Giusta, smantellata dopo la frana, e i ruderi del Castello Caracciolo, risalente al XIII secolo e di cui oggi ci restano le mura perimetrali.

Claudia Falcone – Discovery Abruzzo Magazine