Pretoro e il culto del lupo: una simbiosi che si rinnova attraverso i secoli

Pretoro e il culto del lupo: una simbiosi che si rinnova attraverso i secoli

(DAM) Pretoro (CH) – Sulle pendici della Maiella sorge uno dei borghi più incantevoli d’Abruzzo e d’Italia. Pretoro, oltre alla sua architettura suggestiva, vanta una storia antichissima, ricca di tradizioni e culti secolari.

Aggrappata alla montagna madre d’Abruzzo, Pretoro rende evidente già nella sua geografia il rapporto viscerale che lega il borgo alle terre su cui sorge fin dai tempi più antichi. Il “paese del lupo”, come è soprannominato a causa del culto ancestrale che anima da sempre le stradine in pietra della cittadina, è una delle tappe fondamentali per chi desideri scoprire l’Abruzzo montano più verace, suggestivo e autentico.

Il toponimo del borgo, insieme alla sua posizione elevata, ne tradisce l’origine: il termine Pretoro viene con tutta probabilità da Pretorium, essendo stato in epoca italica un importante punto d’avvistamento e sorveglianza. Ma la derivazione potrebbe essere collegata anche alla pietra della Maiella, che caratterizza l’intera architettura del paese.

Oggi, molti secoli dopo, Pretoro si fa custode di antiche tradizioni montane abruzzesi, in un rapporto fluido e dinamico col passato, che si attualizza e rivive nel presente. Pretoro vive di antico e moderno ed è così che, pur essendo una delle mete sciistiche più rinomate del centro Italia, conserva gelosamente la preziosa tradizione di intaglio del legno attraverso il certosino lavoro di Antonio Filoso.
Ma è il lupo il simbolo più ancestrale del borgo, il più tangibile segno di continuità col passato e illustre rappresentante di Pretoro.

Il lupo, diffuso largamente sugli Appennini sin dai tempi più remoti, è uno degli animali più rappresentati nelle antiche tradizioni italiche (non dimentichiamo che una lupa è presente anche nel mito di fondazione della città di Roma). Simbolo vero e proprio dell’Abruzzo, il lupo è legato a doppio filo con il borgo di Pretoro, essendo diventato di fatto l’immagine stessa del paese.
Pur affondando le sue radici nelle epoche pre-cristiane, il culto del lupo è stato mutuato ed adattato anche dalla religione cattolica, come è successo spesso nel processo storico del centro Italia.
Molte delle rappresentazioni religiose in cui compaiono animali, pensiamo ai celebri serpenti di Cocullo, oggi legati al culto di San Domenico ma chiaramente derivati dalla dea italica Angizia, si sono rinnovati attraverso la nuova religione dominante, conservandosi così fino a noi.

Il culto del lupo a Pretoro, oggi, è legato proprio a San Domenico ed è protagonista di un rito estremamente partecipato dagli abitanti di Pretoro e che si rinnova ogni anno nel mese di maggio.
È nella prima domenica del mese, infatti, che si ripete la rappresentazione de “Lu Lope”, che mette in scena il miracolo di San Domenico e il lupo.
La tradizione vuole infatti che il santo, in viaggio verso Cocullo, si imbattesse in un gruppo di persone terrorizzate che inseguivano un lupo: la ragione era nel fatto che il predatore aveva portato via il figlio di una donna. Domenico, commosso, dopo aver alzato una preghiera al cielo si rivolse direttamente al lupo, ordinandogli di lasciar andare il piccolo. Nello stupore di tutti, la belva obbedì, fermando la sua corsa e deponendo pacificamente l’infante sano e salvo ai piedi del santo.

Ed è questa la tradizione che viene rievocata ogni anno a Pretoro. Il rito inizia di mattina con la processione dei serpari per lasciare poi spazio alla rappresentazione vera e propria, in cui tutti i personaggi vengono impersonati da artigiani locali. A partire dall’edizione del 1963 il testo di quella che è a tutti gli effetti una forma di teatro popolare si deve al poeta teatino Raffaele Fraticelli, artista legatissimo a Pretoro e recentemente scomparso.

Ma non solo, in continuità tra passato e presente, il lupo è protagonista anche delle Notti di San Lorenzo, manifestazione a vocazione turistica che si svolge a Pretoro in estate e, soprattutto, dello spazio naturalistico inaugurato nel 2003: l’area faunistica del lupo collega la tradizione poetica e mitica del borgo alla conoscenza, recupero e salvaguardia del lupo appenninico.

Lo abbiamo detto: Pretoro vive della sua storia, aggrappata strenuamente alla montagna ma anche alla Storia. Tra le evidenze archeologiche della zona, merita di essere ricordata la Grotta dell’eremita, che rappresenta una delle più preziose testimonianze dei periodi più remoti della regione.
Collocata nei pressi della Val di Foro, la Grotta attesta con precisione la presenza umana attraverso i secoli. Oltre a reperti ceramici risalenti all’età del bronzo, le testimonianze archeologiche ci dimostrano che il luogo è oggetto di culto fin dai tempi più antichi. La presenza dell’acqua ci riporta, per tempi più recenti, al culto di San Michele Arcangelo e ci permette, andando a ritroso nel tempo, di collegare la grotta al culto delle acque sacre, ampiamente diffuso in tutto l’Abruzzo.

Claudia Falcone – Discovery Abruzzo Magazine

Fonte: abruzzoforteegentile.altervista.org;
parcomajella.it;
abruzzoturismo.it