PRATI DI TIVO – Il Gran Sasso e la Maiella sono dalla notte dei tempi scenari di miti e leggende che affascinano i curiosi e i turisti. Essi rappresentano sia nella mitologia cristiana sia in quella delle antiche religioni tradizionali identitarie, due figure divine, una femminile e una maschile
Il Gran Sasso, anche noto col soprannome di “Gigante Buono” e “Bella Addormentata” e la Maiella, montagna mistica, culla di civiltà antichissime con le sue bellezze naturali ammalianti, sono le più alte catene montuose abruzzesi e di tutto l’Appennino continentale. Secondo una leggenda della religione tradizionale romana, la Maiella sarebbe la Ninfa Maia, mentre il Gran Sasso, sarebbe suo figlio concepito da Zeus (Giove), ossia il divino Hermes (Ermete).
In breve, il mito, come già scritto nel libro “La Leggenda della Nascita del Gran Sasso e della Maiella” (2017), racconta che Maia era figlia di Atlante e Pleione, che avevano altre sei figlie. Maia era non solo la maggiore ma anche la più bella. Ella ebbe una relazione con il dio Zeus da cui nacque Ermete. La dea fuggì dalla Frigia per salvare suo figlio, un bellissimo gigante ferito durante uno scontro e inseguito dai propri nemici. Ella arrivò tramite una zattera ad Orton (Ortona), dopo un terribile naufragio. Qui attraversò i boschi e scalò il Gran Sasso, rifugiandosi in una caverna. Ivi tentò di salvare il suo figliolo ma non vi riuscì, sprofondando in una terribile angoscia, finché morì. Sul Gran Sasso si può ben notare la sepoltura del giovane gigante: la Vetta Orientale del Corno Grande riproduce infatti un gigantesco volto umano assopito in un sonno eterno. Questo meraviglioso spettacolo della natura viene chiamato “Il Gigante che dorme”. Per un favoloso miracolo della natura, poi, il monte osservato da un’altra prospettiva si trasforma in una meravigliosa fanciulla dalle forme sinuose detta “la bella addormentata”. Un risvolto magico che mostra madre e figlio uniti per sempre in un connubio suggestivo, che incanta chiunque possa godere di un tale spettacolo naturale.
Hermes e Maia cari a Zeus per non soccombere furono trasformati in due giganti di pietra, le due divinità intorno a cui si svolge la vita delle genti che dall’Età del Ferro popolano le terre degli Abruzzi. Sono Hermes e Maia che fanno il bello e il cattivo tempo nella zona. A volte sono dispensatrici di ricchezza e di prosperità quando proteggono con la loro immensa mole la terra dalle calamità naturali, o quando offrono ogni genere di bene per la costruzione di materiali come la pietra con cui sono stati fatti gran parte dei borghi abruzzesi, la flora e la fauna, i prati per i pascoli dei greggi. Altre volte, sono sentenza funesta, come quando fermano le perturbazioni siberiane che con le tempeste nevose devastano i campi, le colture, creano gravi disagi alla viabilità e mettono in difficoltà gli escursionisti montani che non di rado hanno trovato la morte sulle cime del Gran Sasso e della Maiella. Oppure, quando purtroppo proprio intorno alla loro area si sviluppano i terremoti che hanno causato non pochi lutti e devastazioni negli ultimi anni.
Hermes e Maia, il Gran Sasso e la Maiella, come ci insegnano gli antichi, devono essere onorati e rispettati e non sfidati, come purtroppo è avvenuto negli ultimi tempi troppo spesso con l’avvento del capitalismo materialista del business facile e a tutti i costi, in nome del quale la natura viene ogni giorno ferita e bistrattata.
Pertanto, nei giorni scorsi siamo voluti salire con la cabinovia della “Madonnina” di Prati di Tivo (Pietracamela – TE), fino alla base del Piccolo e Grande Corno del Gran Sasso per vedere il volto di Hermes, dove secondo leggenda sarebbe sepolto il gigante buono figlio di Zeus e di Maia e affascinanti dalla presenza maestosa di questa nobile montagna con grande rispetto gli abbiamo dedicato un inno affinché sia benevolo con le genti d’Abruzzo.
“Inno al Gran Sasso “Oh divino Hermes, figlio di Maia e del cosmico padre Giove, messaggero degli Dei, gigante guerriero di granito addormentato fino alla fine dei giorni, dai cui umori dipende la vita delle genti d’Abruzzo, tu che influenzi il clima, doni l’acqua alle nostre sorgenti e sempre in contatto con gli Dei, ci mandi il verdetto del loro volere benevolo o di condanna, accetta questo inno e proteggi la nostra terra dai terremoti e dalle sciagure naturali”
Cristiano Vignali – Direttore di Discovery Abruzzo Magazine