Pescina – Il borgo abruzzese finalista per la Capitale della Cultura 2025

(DAM) Pescina (AQ) – Il paese che diede i natali allo scrittore Ignazio Silone è in finale per l’ambito riconoscimento di Capitale italiana della Cultura per il 2025.

È stata patria di un grande nome della letteratura come quello di Ignazio Silone e oggi è l’unica città a rappresentare l’Abruzzo nella sfida per il titolo di Capitale italiana della Cultura 2025, dove è arrivata in finale,
Pescina è un borgo marsicano situato lungo la Valle del Giovenco, nella piana del Fucino e incluso nell’area protetta del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino.
Di origine antica, Pescina vanta un legame a filo doppio con la cultura, un legame che parte da Ignazio Silone e passa per le due Case Museo (una di Ignazio Silone, una del Cardinale Mazzarino) e gli innumerevoli beni architettonici storico-artistici.

Sulle origini del toponimo Pescina resta un’aura di mistero: tra le molte ipotesi formulate nel tempo, le più attendibili sembrano quelle che rimandano alla morfologia del territorio, in cui è presente un piccolo bacino di raccolta delle acque del Giovenco, o all’attività di pesca pratica dagli abitanti del luogo.

La presenza della grotta Tronci ci attesta una frequentazione umana del territorio dell’attuale Pescina già dal Paleolitico superiore. In epoca italica l’area era occupata dalla popolazione dei Marsi, protagonisti di importanti vicende in epoca romana, tra cui la Guerra Sociale. Celebre e intrepido condottiero dei Marsi era Quinto Poppedio Silone: proprio a questa figura il futuro scrittore Secondino Tranquilli si ispirerà per il suo pseudonimo Ignazio Silone.

In epoca medievale Pescina è parte prima del Ducato di Spoleto e poi della Contea dei Marsi. Già da quest’epoca la città è considerata uno dei centri religiosi più importanti della regione. Particolarmente diffuso a Pescina era il credo di Francesco d’Assisi: la presenza del Santo è attesta in città tra il 1215 e il 1216.

In epoca moderna Pescina è funestata, come tutta la Marsica, dal violento terremoto del 1915, uno dei più disastrosi mai occorsi alla penisola italiana. Con una magnitudo 7.0 sulla scala Richter, il sisma rade completamente al suolo Pescina, provocando un grandissimo numero di morti.
Ciononostante, la città conserva ancora alcune delle sue bellezze architettoniche come la Basilica di Santa Maria delle Grazie, la Chiesa di Sant’Antonio da Padova o la Chiesa di San Bernardo, sotto la quale è collocata la tomba di Ignazio Silone.

La conquista della finale come Capitale della Cultura 2025 arriva grazie all’attività del comitato promotore di Pescina, che ha risposto bando del MIC con un dossier intitolato “La cultura non spopola”. Un lavoro corale che ha accettato la sfida di invertire il trend di declino e spopolamento che vivono i comuni montani e isolati.
L’obiettivo è quello di coinvolgere tutto il mondo istituzionale, imprenditoriale e sociale che permetta di invertire la tendenza e valorizzare in maniera strategica e innovativa un incredibile patrimonio.

Claudia Falcone – Discovery Abruzzo Magazine