Palombaro, tracce di antichi riti nel culto dell’Arcangelo e della Libera

Palombaro, tracce di antichi riti nel culto dell’Arcangelo Michele e della Madonna della Libera.

(DAM) Palombaro – Con Abruzzo Tourism stiamo portando avanti  una ricerca storico – antropologica sulle tracce ancora presenti di culti e riti legati al mondo agro – pastorale dei tratturi, per lo sviluppo di percorsi turistico esperenziali fra il culto delle Gran Madri Appenniniche che affonda nella Preistoria, le analogie fra il culto di Ercole e San Michele Arcangelo e sull’eredità della religione tradizionale italico – romana nei riti magico – religiosi dell’Incubatio e dell’ablutio, ripresi dal Cattolicesimo, fra Tarda Antichità e Primo Medioevo, e sopravvissuti in molti casi fino ai giorni d’oggi. 
A tal proposito, abbiamo visitato nel pomeriggio di martedì 17 agosto 2021, accompagnati da una delegata comunale  l”Eremo Grotta di Sant’Angelo a Palombaro(Ch), sul versante sud – orientale teatino della Maiella, antecedentemente consacrato proprio a una delle Gran Madri Italiche, la  Dėa Bona, secondo i riscontri archeologici. 
 Fra V e il X secolo, Infatti,  i culti di San Michele Arcangelo e della Madonna della Libera (per fare un esempio locale)  han   preso sincretisticamente il posto di quello delle divinità agrarie tradizionali come Libera – Cerere e pastorali come Ercole e Pale.
La Grotta – Eremo, di San Michele a Palombaro ė un luogo magico, una apertura di 35 metri scavata nella roccia, parzialmente coperta dalla roccia, ha ancora i resti rupestri dell’abside della Chiesetta e  delle vasche scavate nella roccia, dove venivano praticate le abluzioni per propiziare la fertilità della donna. 

 La Grotta Sant’Angelo di Palombaro, parte del sistema delle grotte del Parco Nazionale della Maiella, è facilmente raggiungibile col navigatore che ti porta in un parcheggio nel bosco, con una apposita area picnic attrezzata, per poi salire 10 minuti per arrivare all’Eremo, indicato da appositi cartelli.

Vasche delle Abluzioni

Altro culto legato al mondo agro – pastorale, con origini precristiane ed in particolar modo alla venerazione per le Gran Madri Italiche e al rito dell’Incubatio come testimoniato dal vicino caso di Filetto (Ch), è quello della Madonna della Libera, il cui altare con statua è posto nella Chiesa del S.S. Salvatore, nel borgo di Palombaro. Il culto della Libera, la cui festa locale è il 3 di novembre, è molto sentito a Palombaro perché legato alla salvezza del paese dal terremoto del 26 settembre 1933.

Ma da dove origina il culto della Madonna della Libera?

  La protezione dei terremoti collega il culto della Madonna della Libera con quello della Gran Madre Terra Tellus/Gea e di suo marito Saturno/Crono, dalla cui unione deriva Saturnia Tellus, cioè l’Italia come viene chiamata da Virgilio. Dunque, anche il culto di Tellus può essere sincretisticamente inserito tra quello delle Gran Madri Appenniniche.

Madonna della Libera a Palombaro

Non è un caso che, ad esempio, a Cerreto Sannita, la Chiesa della Madonna della Libera nella omonima contrada, sorge su un tempio dedicato alla Dėa Romana Cerere, divinità della fertilità della terra, a cui era legato il culto di sua figlia Proserpina e, dunque, sincretisticamente quello della Dėa italica Libera.

 Ma, sentiamo il video esplicativo di approfondimento: 

Cristiano Vignali – Vojtila Lara