Onore a Sinisa Mihajilovic, la Tigre che amava l’Abruzzo

(DAM) Cappadocia (AQ) – È morto l’allenatore ed ex calciatore Sinisa Mihajilovic, che proprio in Abruzzo, nel paese di Cappadocia, aveva trovato l’amore con la moglie Arianna.

Una battaglia che ha combattuto con coraggio e a testa alta ma che alla fine – purtroppo – non gli ha lasciato scampo. È di poco fa la notizia che Sinisa Mihajilovic, conosciuto e amato ex giocatore e ora allenatore di calcio, ha perso la sua lotta contro la leucemia, che combatteva ormai dal 2019. L’atleta aveva 53 anni e non aveva mai nascosto la malattia, della quale aveva detto: “ho la leucemia, ma la batterò giocando all’attacco”. Purtroppo non è stato così.

Nazionalista serbo, Mihajilovic, amico personale della Tigre Arkan, giocatore simbolo della Stella Rossa di Belgrado campione d’Europa e del mondo nel 1991, era italiano di adozione, avendo sposato una abruzzese e giocato nella Roma, nella Sampdoria, nella Lazio e nell’Inter. Passato dall’altra parte della barricata, in qualità di allenatore ha condotto le sorti dell’èlite della serie A del calcio italiano: Bologna, Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan, Torino e, ultimo in ordine di tempo, il ritorno a Bologna a chiudere il cerchio di una carriera impeccabile.

Un vissuto professionale che lo ha visto attraversare l’Italia ma è in Abruzzo che ha lasciato il cuore: dal 1995, infatti, l’allenatore era sposato con Arianna Rapaccioni, originaria di Cappadocia, nella Marsica. E in paese era conosciuto da tutti: frequentemente infatti la coppia trascorreva le vacanze estive o quelle invernali in Abruzzo.

Scompare un icona del calcio mondiale, un simbolo sportivo della lotta contro le tendenze omologatrici del globalismo mondiale che vorrebbero cancellare le identità dei popoli.

Cristiano Vignali e Claudia Falcone – Discovery Abruzzo Magazine