Nel ricordo delle tre giovani vite spezzate in miniera nel 1869, rivive lo spirito laborioso e solidale della comunità lettese

Donne al Lavoro in miniera a Lettomanoppello

(ASI) Lettomanoppello (Pe) – Per la commemorazione della Festa della Donna, si terrà sabato 10 marzo, dalle ore 16 presso la Sala Consiliare “Woytila” nella sede municipale di Lettomanoppello, il Convegno “Donna e Lavoro – Women and Work”.

L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Lettomanoppello, dall’Assessorato alla Cultura, dall’Associazione “Donna e…”, dalla Pro Loco “Tholos” e dall’Accademia Musicale “Impulse Sound”

Durante l’evento verrà ricordata la tragedia avvenuta il 1 aprile 1869 nella miniera di Santa Liberata di Lettomanoppello, in cui tre giovani donne a causa di una frana morirono seppellite.

Per l’occasione, il giovane artista locale, lo scalpellino Mirco D’Alfonso, presenterà l’opera in pietra della Maiella, realizzata per ricordare e onorare la memoria di queste giovani donne operaie Lettesi.

Anche la nostra Redazione vuol dare il suo contributo a questa commemorazione, ricordando brevemente quanto di tragico avvenne a Lettomanoppello il 1 aprile 1869, per onorare chi come queste giovinette è morto sul posto di lavoro, compiendo il proprio dovere, ma andando incontro a un fatale e tragico destino.

Lo faremo riportando la “Cronaca Napoletana”, dal 1 marzo al 31 dicembre 1869, custodita presso la Biblioteca Provinciale di Napoli:

CRONACA NAPOLETANA

1 APRILE 1869

Lettomanoppello. Disastro. Verso l’una e mezzo pomeridiana l’imboccatura di uan cava della miniera di bitume detta di S.Liberata si è chiusa d’un tratto per una frana, che staccatasi impetuosamente, vi è precipitata di sopra: alcuni attribuendo questo fatto al tremuoto che avvenne ieri in vari punti degli Abruzzi, altri ad infiltramenti di acqua. Gli operai che vi stavano lavorando, fra cui tre giovanette, vi sono rimasti seppelliti. Alla nuova di tanta sventura sono corsi immediatamente il sindaco Luigi de Sanctis e il direttore della società degli scavamenti sign. Leopoldo Ferretti: e con essi la popolazione. E tutti all’improbo lavoro di togliere la terra con vanghe, zappe e cofani, niuno escluso, dal ricco gentiluomo al povero contadino, dagli uomini di chiesa ai carabinieri, sparita ogni differenza di condizioni e di età, facendo ognuno a gara per far presto.

Erano quindici vite che si dovevano salvare. E a salvarle si univano pure le popolazioni vicine accorse anch’esse con i loro sindaci.

Alle tre dopo mezzanotte, dopo circa sedici ore di fatiche e di ansia, la frana è finalmente sparita, l’apertura della cava è sgombra, gli operai abbracciano i loro salvatori. Ma essi non sono tutti.

Ne mancano tre. Sono le tre giovanette”.

Nel ricordo delle tre giovani vite stroncate brutalmente, prematuramente e improvvisamente, rivive lo spirito di laboriosità, solidarietà e di unione della comunità lettese, la cui storia ed identità si è sviluppata di pari passo con l’evoluzione dell’attività estrattiva nelle cave di pietra della Maiella e nelle miniere di bitume.

La Redazione di Discovery Abruzzo Magazine