Montesilvano (Pe): L’Arch. Valentina Antonelli sull’arte del restauro dei mobili antichi

L’Arch. Valentina Antonelli di Montesilvano

DAM) – Montesilvano (Pe) – Per la rubrica sugli Artigiani e sugli Artisti in Abruzzo, intervistiamo la giovane restauratrice di Montesilvano Valentina Antonelli che ci parlerà brevemente della sua attività.

Chi è Valentina Antonelli?

“Sono un architetto, laureata all’Università “G. D’Annunzio”. Ho conseguito un Master in restauro e conservazione di beni storico-artistici a Firenze e in continuo aggiornamento seguendo corsi per affinare la mia tecnica del restauro. Per me oltre che un lavoro è un’arte e una passione che coltivavo fin dagli albori dei miei studi universitari. Sono un libero professionista del settore e ho collaborato con istituzioni culturali anche con finalità pubblica, come insegnante di un corso di restauro “.

Ci parli nello specifico della sua attività di conservazione e restauro?

“Il concetto di conservazione e restauro delle opere d’arte, nasce nella seconda parte del XIX secolo dalla redazione delle cosiddette “Carte del Restauro”, ossia documenti codificati da ingegneri ed architetti, contenenti fondamentali e complessi principi, volti alla conservazione e alla salvaguardia dei beni storico-artistici. Si arriva così agli anni Ottanta del Novecento con la stilazione di un documento più specifico sull’attività del restauro del mobile antico che, benché non abbia una valenza giuridica, è un punto di riferimento per i restauratori moderni. Esso fissa regole comuni per lo svolgimento di questa delicata e affascinante attività, fra l’artista e l’artigiano”.

Ci parli di queste regole generali per il restauro fissate negli anni Ottanta…

“Un restauratore, professionista abile dal punto di vista tecnico-scientifico e manuale, deve avere la stessa accortezza e responsabilità, che si trovi dinanzi ad un mobile antico o a uno più recente, a uno più pregiato o meno. Partendo da questa regola fondamentale, esiste un iter a step da rispettare, come la pulitura, l’antitarlo, la rivitalizzazione, il reinserimento e la stuccatura delle parti mancanti, la finitura”.

Ci parli nello specifico di queste fasi dell’iter di restauro?

“La pulitura, che serve per togliere le patina del tempo come macchie di sporco, grasso e polvere, va effettuata tramite l’uso di alcool 99°C e ovatta o lana d’acciaio, in base all’aggressività della patina, avendo cura di non riportare il legno al suo stato grezzo che danneggerebbe irrimediabilmente l’oggetto. Successivamente, valutando la presenza o meno di tarli, si decide se applicare il trattamento con l’apposito prodotto passato a pennello, per poi chiudere il mobile in un involucro ermetico e farlo riposare per circa due settimane. Fatto questo procedimento, si passa alla rivitalizzazione del legno, ovvero alla sua idratazione, rinvigorendo di conseguenza venature e colore. Nel caso in cui ci siano delle parti mancanti, il mobile ha bisogno, prima della sua rivitalizzazione, di opere di falegnameria. A questo punto, si passa alla stuccatura dell’oggetto, necessaria per richiudere i fori lasciati dai tarli ed eventuali fessure del legno. Per rifinire il manufatto, infine, si possono scegliere due finiture: a cera o a gommalacca, scelta dettata dallo stile e dall’epoca del mobile”.

Qual è stato l’oggetto che le ha dato più emozione restaurare?

“Sicuramente il primo, poiché come in amore così nel restauro, la prima esperienza non si scorda mai. Era una toletta antica della mia nonna paterna. L’emozione più grande è stata quella di riscoprire sotto a un’insistente patina del tempo, un oggetto pregiato in legno di ulivo, quando all’inizio si pensava fosse semplice noce”.

Come è nata la sua passione?

“Indubbiamente gli studi di architettura mi hanno aperto la strada verso il mondo dell’arte, ma ho sempre avuto una passione innata per il bello ed il particolare, unita ad una predisposizione per la manualità e per la cura del dettaglio”.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

“Ho aperto una mia attività nell’ambito del restauro e della conservazione del mobilie. Il mio intento è di far avvicinare le persone di ogni età a quest’arte, facendole evadere dallo stress del tran tran quotidiano”.