Madonne Lignee e sopravvivenze precristiane in Abruzzo

(DAM) Abruzzo – Le Madonne lignee medioevali, sono oggi in maggior parte decontestualizzate o musealizzate o molto frequentemente collocate in aree differenti da quella di origine. La mobilità di questi simulacri è anche facilitato dalla loro composizione leggera, compatta e dunque facilmente trasportabile.

La posizione dell’Abruzzo come crocevia di culture ha rappresentato una fucina di creazione di opere dai vari stilemi culturali, che giungevano attraverso i contatti con i territori d’ oltralpe e l’Oriente bizantino, sviluppati lungo la Via degli Abruzzi e per le vie del mare. Per questo motivo segni di vivacità artistica, legata alla pratica devozionale, sono ben riscontrabili .

Nel Trionfo della morte, per esempio, D’Annunzio descrisse l’impressione che la processione alla Madonna di Casalbordino suscitò in Giorgio e Ippolita durante le loro escursioni lungo le pendici orientali della Maiella dove, scrive il Vate: «La fede consacrava tutte le forme vegetali intorno. La leggenda cristiana si avvolgeva ai tronchi, fioriva tra i rami. Nel grembiule della Madonna il Bambino simulava in frumento». Emerge, dunque in maniera chiara una religione arcaica, legata ai cicli stagionali e alla consistenza degli elementi naturali in un territorio identificabile denll’ odierna provincia di Chieti.

E’ un territorio, quello abruzzese, che vanta e conserva un buon numero di state lignee realizzate nel periodo medievale distribuite con un andamento che si muove verso Est- Ovest e che suggerisce una viabilità che si affida e giova dei fondovalle e dei percorsi d’acqua.

Percorsi vari e differenti che rappresentano l’allegoria stessa dei ricchi cammini ed influenze cultuali.Una delle forme più originali, della distribuzione e presenza delle statue lignee dedicate alla ‘Sanctae Matri Dei’ è costituita dal sistema delle “Sette Madonne sorelle”, raggruppamento settenario non di certo casuale vista la nota valenza simbolica del numero sette.

Questa tipologia di moltiplicazione del sacro, prende piede in quei santuari, spesso visiamente collegati tra loro che avendo declinato la dedicazione mariana con attributi devozionali come immacolata, addolorata, assunta, o anche topografici come del monte o del colle, cominciarono a diventare sede di Madonne diverse, distinte, ritenute per l’appunto sorelle, spesso enfatizzate da dettagli di tipo iconografico che ne volevano mettere in risalto le singole peculiarità.

Questa tipologia devozionale ha avuto presumibilmente origine in Campania, con la Madonna di Monte vergine, quindi diffusasi in varie parti dell’Abruzzo e rintracciata nell’area della Maiella in un gruppo di santuari sui versanti dell’ Aventino, che rimangono tutt’oggi oggetto di visite sistematiche che seguono le festività del calendario.

A Pretoro, ad esempio, la cosiddetta ‘Madonna della Mazza’, ai primi di luglio, viene tutt’ ora riportata nella chiesetta della Madonna del Monte dopo essere stata celebrata durante il mese mariano nella parrocchialedi Sant’Andrea.

Forme simili di mobilità caratterizzano anche la vita delle statue mariane di Castiglione Messer Marino e Fraine. 

Molte sono le ipotesi fatte al fine di spiegare la presenza del grande numero di statue lignee sul versante orientale della Majella. Quella più plausibile rimane però legata alla richiesta e alla diffusione in un certo periodo storico, di questa classe di manufatti.

L’immagine scolpita nel legno, sembra rappresentare, per diverse ragioni, il simulacro per eccellenza. La tridimensionalità la rendeva adatta a contenere reliquie e soprattutto ne rendeva possibile il recupero di una dimensione corporea fondamentale nel meccanismo di identificazione e, cosa molto importante, rappresentava un ottimo supporto per l’accoglienza di policromie e poli -materie fatte di cristalli, vetri o accessori di oreficeria.

Una scultura in legno, rispetto ad una analoga in pietra, è assai più leggera e facilmente movimentabile e questo la rende particolarmente adatta ad essere impiegata in liturgie itineranti. Infine è importante considerare anche la natura organica del legno, percepito come vivo, ricco di valenze simbolico sacrali.

In molti dei dispositivi cultuali che coinvolgono le statue lignee sono state d’altronde riconosciute sopravvivenze precristiane, è il caso ad esempio delle ‘Sette Madonne’ sopracitate e del loro impiego nelle processioni che seguono il ritmo ciclico dei lavori stagionali, o le offerte di frumento e di altri prodotti della terra, per non parlare del trapasso al culto mariano di forme di devozione in precedenza riferite a Diana, Minerva,Cerere, Iside.

Per maggiori approfondimenti sull’argomento vedi anche: C. Vignali “Dal culto di Iside e di Maia alla Madonna Nera importata dai monaci a Pescasseroli”, 5 dicembre 2018, Agenzia Stampa Italia.

C. Falcone, “Gran Madri, la situazioni dei culti nell’Abruzzo Antico”, 26 febbraio 2021, Discovery Abruzzo Magazine.

Vojtila Lara – Discovery Abruzzo Magazine