(DAM) Abruzzo – I live club di Italia organizzano in contemporanea un ultimo concerto gratuito in streaming ma a suonare non c’è nessuno: un modo originale per attirare l’attenzione sulla crisi degli spettacoli dal vivo.
Che cos’è l’Ultimo Concerto
Se frequentate i social network, nel corso del mese di febbraio vi sarete sicuramente imbattuti in qualche post o evento legato a Ultimo Concerto.
130 club sparsi in tutta Italia si preparavano per il 27 febbraio scorso, data in cui ognuno di loro avrebbe ospitato un grande artista o gruppo musicale per un concerto gratuito in live streaming.
Come è facile immaginare, l’evento ha riscosso ampia risonanza: i nomi prestigiosi coinvolti hanno attirato l’attenzione di un pubblico che sente ogni giorno di più la mancanza degli eventi dal vivo, praticamente cancellati nell’ultimo anno dal Covid-19.
Tantissimi gli artisti che hanno scelto di aderire all’iniziativa, esibendosi gratuitamente per il pubblico che si sarebbe collegato. Tra i tanti, solo per citarne alcuni, erano previste live performance di Elio e le Storie Tese, 99 Posse, Brunori Sas, Marlene Kuntz, Pinguini Tattici Nucleari, Subsonica e tanti altri ancora.
Agli spettatori non restava altro da fare che collegarsi all’ora prestabilita e assistere al concerto dei loro musicisti preferiti direttamente dal divano di casa.
La partecipazione abruzzese
L’Abruzzo non si è fatto pregare e ha risposto all’appello con club e artisti locali.
Sono state tre le realtà che hanno scelto di prendere parte a Ultimo Concerto nella nostra regione, tutte concentrate nella provincia di Pescara.
A Pescara lo Scumm di via delle Caserme ha partecipato in collaborazione alla band dei Voina mentre Futuro Imperfetto 2.0 di via Bologna ha collaborato con il gruppo emergente dei Malati Immaginari.
Cantina Majella di Caramanico Terme (PE) ha infine ospitato la performance di Una giornata perfetta.
La sorpresa
L’ora X scatta alle 21.00 e sono oltre centomila gli accessi registrati per assistere alla grande performance live.
E invece quello che gli spettatori si trovano davanti sono solo silenzio e buio.
Errore tecnico? Problemi di connessione?
Niente di tutto ciò: l’obiettivo era questo fin dall’inizio. Ultimo Concerto, infatti, è una sofisticata forma di protesta pensata per dare un segnale deciso e sensibilizzare l’Italia nei confronti del dramma che vive ormai da un anno l’intero settore dell’intrattenimento e della cultura.
Questo il messaggio lasciato dagli organizzatori sull’home page dell’evento, visualizzato da tutti coloro che si erano collegati convinti di assistere a un concerto:
“Un nodo in gola. Un pugno nello stomaco. Silenzio assordante. L’assenza di musica, la desolazione degli spazi vuoti. Il lavoro di moltissimi operatori che culmina in un palco vuoto. Gli artisti con il loro straziante silenzio, hanno sottolineato l’importanza essenziale dei live club e manifestato loro completo appoggio e solidarietà.
Emozioni e sensazioni che lasciano il pubblico sbigottito.
Non vi abbiamo preso in giro. I vostri artisti non vi hanno voluto fare un brutto scherzo.
Abbiamo solo voluto trasmettervi un messaggio”.
Le ragioni della protesta
Ispirata all’omonima iniziativa spagnola e promossa e sostenuta da ARCI, Keep In Live e Assomusica, Ultimo Concerto ha voluto spiazzare e puntare i riflettori su un mondo, quello dello spettacolo dal vivo, che rischia di non rialzarsi più dalla crisi in cui è stato gettato, ormai da un anno a questa parte, dall’emergenza sanitaria.
I numeri, d’altra parte, sono allarmanti: secondo le stime degli organizzatori, solo per quanto riguarda i 130 club aderenti all’iniziativa, le perdite dovute ai mancati incassi sono superiori ai 50 milioni di euro. Ben il 49% di questi club dichiara di non avere nessuna certezza circa una riapertura.
Una situazione agghiacciante se la si considera in relazione ai posti di lavoro e se si tiene conto che quello degli eventi dal vivo è, secondo l’osservatorio ISTAT, il primo settore per volume d’affari e secondo solo al cinema per numero di spettacoli.
Le reazioni
Non sono mancate le critiche e le polemiche in reazione all’iniziativa Ultimo Concerto: sono stati in molti gli utenti a sentirsi presi in giro e quasi puniti per una situazione certamente drammatica ma che, di fatto, il pubblico non ha il potere di controllare.
Tanto trambusto, comunque, dimostra come Ultimo Concerto abbia centrato il punto, riuscendo a canalizzare l’attenzione come mai prima d’ora sulla crisi in cui versa il settore degli spettacoli dal vivo.
Se le proposte avanzate verranno prese in considerazione dalla politica è presto per dirlo ma gli organizzatori hanno comunque voluto salutare il pubblico con un messaggio di speranza: da oggi si comincia a pensare al Prossimo Concerto che, si spera, sarà live di persona e vedrà protagonista un mondo, quello della musica dal vivo, finalmente rivitalizzato.
Claudia Falcone – Discovery Abruzzo Magazine