La tradizionale festa dei Banderesi a Bucchianico

(DAM) Bucchianico – Il centro storico di Bucchianico si anima a Maggio di ogni anno celebrando l’antichissima festa dei Banderesi in onore di Sant’Urbano, articolata in tre giornate e considerata una delle ricorrenze più peculiari nel panorama della religiosità contadina.
L’evento trae origine da una contesa militare in epoca medievale (non accertata storicamente) tra gli abitanti dei feudi di Chieti e di Bucchianico, durante il periodo delle lotte comunali.
La leggenda racconta che tra il 1330 e il 1350 le truppe della vicina Teate, animate dal desiderio di espandersi geograficamente, avanzarono minacciosamente nei pressi del fiume Alento. A quel punto le popolazioni dei centri limitrofi abbandonarono in tutta fretta le contrade portando con sé suppellettili e vettovaglie. Contemporaneamente Sant’Urbano apparve in sogno al Sergentiere, capitano della milizia, suggerendogli un arguto stratagemma che avrebbe disorientato gli avversari. Gli consigliò, infatti, di far camminare gli uomini sugli spalti, seguendo una traiettoria a serpentina, in modo da generare un’illusione ottica; gli invasori, credendo di contare più uomini del previsto, si ritirarono tempestivamente dall’area, interrompendo l’assedio.
A ricordo di questo accadimento, dalla metà del secolo XVI si continua a ripetere il corteo della “ciammaichella” che consiste nel percorrere, in marcia, la piazza principale con movimenti a zig zag. I personaggi principali della manifestazione sono: il Sergentiere, che la tradizione vuole sia il diretto discendente dell’antico capo militare aiutato da Sant’Urbano, ed il Banderese, estratto a sorte ogni anno e incaricato di organizzare e presiedere le celebrazioni, pur avvalendosi della collaborazione de parenti e dei capi contrada.
Nel corso della prima giornata di festa ha luogo la rievocazione dell’esodo dalle campagne verso il centro abitato; le donne sfilano per le vie del borgo in costume tradizionale recando in testa cesti di vimini intrecciati a mano e addobbati di fiori e nastri e salgono verso il paese seguiti da carri allegorici simboleggianti il pane, il vino, il letto e la legna. Nel pomeriggio si svolge il corteo aperto dal Banderese con i familiari che portano un’immagine del santo, un vitello ornato di nastri e fiori. La processione si snoda con una lunghissima sfilata di portatrici di canestri colorati e, in seguito all’incontro tra Banderese e Sergentiere, sfila in piazza Roma la pittoresca “ciammaichella”.
Il secondo giorno si svolge l’apertura della Porta Santa nella chiesa dedicata al Santo e hanno inizio le cosiddette “Entrate”, ossia un percorso penitenziale che prevede nove passaggi davanti alle sacre reliquie per poter ottenere l’Indulgenza Plenaria. Successivamente gli uomini in corteo si recano nella piazza principale dove eseguono giochi di destrezza, vivacizzando gli animi degli spettatori.
Nella terza giornata, dopo la consegna di una lancia e di una spada al Sergentiere da parte del sindaco di Bucchianico, prosegue l’esibizione della processione. Successivamente i figli del Banderese aprono il rito della consegna dei ceri votivi, che prosegue per tutte le chiese del paese e termina nella cripta di Sant’Urbano. Le celebrazioni si concludono attorno ad un tavolo con un ultimo atto collettivo di ringraziamento, dove è possibile gustare le specialità gastronomiche del posto.
La particolarità di questa ricorrenza, mai venuta meno nel corso del tempo e sempre molto sentita dagli abitanti di Bucchianico, consiste soprattutto nella convivenza e nell’equilibrio di tanti cerimoniali diversi tra loro. E’ una festa che richiama l’interesse e l’impegno di tutta la collettività, un rito suggestivo ed aggregante dove il giovane offre il suo entusiasmo e l’anziano la sua esperienza.

Maria D’Argento – Discovery Abruzzo Magazine

Fonti:

  • “Abruzzo. 150 antiche feste” di Maria Concetta Nicolai
  • “Feste e riti in Abruzzo” Veniero de Giorgi editore