La Psicologa Silvia Marzoli “comunichiamo in maniera efficace?”

Silvia Marzoli Psicologa e Psicoterapeuta

(DAM) Pescara – La comunicazione è l’aspetto più importante delle nostre relazioni ma non sempre si ha la percezione di quanto ho appena detto, anzi molto spesso la si considera di secondaria importanza e non la si cura adeguatamente; diventiamo quindi aggressivi, passivi, polemici, indifferenti e ci sembra del tutto normale. Non lo è; la comunicazione per essere efficace deve tenere conto di tanti aspetti di cui dobbiamo innanzitutto essere consapevoli e poi dobbiamo saperli osservare e utilizzare.

Quando si parla di comunicazione il pensiero automaticamente si collega a tutto quello che per noi è il discorso parlato; primo errore! La comunicazione è  verbale ma è anche e soprattutto NON verbale; tutto ciò legato a quello che viene espresso e trasmesso attraverso il tono della voce, il timbro, lo sguardo, l’espressione facciale,  il movimento, i gesti, la prossemica  ma anche il silenzio e le pause ecc. aspetti che a volte sono molto più potenti e immediati della comunicazione verbale.

La prima domanda da porci è: quanto è coerente la nostra comunicazione verbale con quella non verbale? Quello che diciamo con il linguaggio rispecchia ciò che diciamo con lo sguardo o con il tono della voce?

Molte volte no. Molte volte non lo è perché pensiamo che dire quello che in realtà si pensa potrebbe ferire l’altro e poi ci potremmo sentire in colpa, oppure pensiamo che se non si urla l’altro non possa capire bene quello che abbiamo da dirgli o potrebbe non capire quanto siamo arrabbiati e non ci sfogheremmo adeguatamente. Quasi sempre questi pensieri sono credenze erronee; comunicare in modo inefficace è molto spesso un apprendimento di come comunica chi sta intorno a noi ma non è detto che sia un modo funzionale, oppure a volte comunicare in maniera aggressiva è un modo per canalizzare l’emozione che ci sta travolgendo. Possono essere tanti i motivi ma ad un certo punto ci rendiamo conto che con le persone con cui intessiamo relazioni importanti non ci capiamo più, siamo cambiati? Può darsi, ma ci siamo osservati mentre comunichiamo? Ci siamo decentrati e abbiamo preso consapevolezza dei nostri stili comunicativi?

Gli stili comunicativi sono sostanzialmente tre. Lo stile passivo, quello aggressivo, e quello assertivo. L’ultimo è la sintesi equilibrata degli altri due, lo stile a cui bisognerebbe aspirare ma NESSUNO nasce assertivo, per cui anche questo è un modo di comunicare che si apprende.

Chi mette in atto uno stile comunicativo passivo generalmente non apre discussioni, predilige stare in silenzio; il suo tono di voce è basso e anche i suoi atteggiamenti sono timidi e chiusi; nei discorsi difficilmente esprime il proprio pensiero; è tendenzialmente insicuro, è molto spesso accomodante, comprensivo e difficilmente dice di no. Non è capace di imporsi e segue spesso la maggioranza. Di fronte a una critica potrebbe mostrare senso di colpa e auto giudizio negativo.

Chi mette in atto uno stile comunicativo aggressivo è generalmente oppositivo, nelle discussioni è logorroico, ha un tono di voce alto e intimidatorio, così come la sua postura, tende ad imporre le proprie opinioni e difficilmente ascolta quello che gli altri hanno da dirgli non accettando minimamente le critiche.

Chi mette in atto uno stile comunicativo assertivo ha una buona autostima, non soffre d’ansia e sa risolvere e gestire le situazioni problematiche; sa esprimere le proprie emozioni positive e negative senza essere aggressivo o passivo. La sua comunicazione verbale è coerente con quella non verbale; sa accogliere le critiche e accettare i punti di vista diversi degli altri.

Può capitare, a dir la verità è molto frequente, di alternare stili comunicativi aggressivi e stili passivi in base alle situazioni o alle persone che si hanno di fronte….per apprendere uno stile comunicativo assertivo potrebbe essere utile un buon training sull’assertività.

Per maggiori informazioni: http://www.silviamarzoli.it/

Silvia Marzoli – Psicologa e Psicoterapeuta