(DAM) Pescara – L’adolescenza è una delle fasi della vita più chiacchierate degli ultimi tempi. Genitori, insegnanti, psichiatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, politici (potrei continuare all’infinito) si confrontano e dibattono su questo momento evolutivo che spesso si traduce in comportamenti incomprensibili e dannosi per chi li compie e chi li subisce.
Personalmente, questi piccoli microcosmi in evoluzione, riescono ad affascinarmi così tanto da avermi portato alla decisione di dedicare molto del mio impegno professionale a questa tipologia di utenza. Ed è estremamente appagante, tutte le sacrosante volte.
Avere a che fare con un adolescente implica avere a che fare, come ho precedentemente detto, con un microcosmo. Nella stanza terapeutica, così come in casa, non si è mai solo Io e Te quando ci si relaziona con un adolescente. Ci sono le sue mille sfaccettature e voci, le voci dei genitori, degli amici, dei nemici, dei gruppi e dei cantanti, delle canzoni, degli attori, delle serie tv e dei film, dei professori, le voci dei non detti ma pensati e creduti come veri ecc…un gran casino di voci che sembra di stare in una affollatissima e conflittuale assemblea di condominio.
Me lo immagino così, al suo interno, l’adolescente. Ricco di contenuti. Una baraonda a cui spesso mette fine con condotte poco salutari (binge-eating, binge-drinking, auto-lesionismo, isolamento, comportamenti tossicomanici ecc…).
È grazie alle mie esperienze personali e cliniche che però ho riscontrato quante credenze errate e falsi miti girino nelle famiglie, nelle scuole, nei bar, nei talkshow. Idee e convinzioni ormai sfatati dalle ricerche scientifiche.
Guardiamone qualcuno insieme:
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“L’adolescente ha gli ormoni impazziti che lo fanno andare fuori di testa”.
No, non è “colpa” dell’incremento di alcuni ormoni se i ragazzi si comportano in modo strano o incomprensibile agli occhi di un adulto. Le ultime scoperte neuroscientifiche dimostrano come ad avere un influsso più determinante siano i cambiamenti nello sviluppo del cervello.
Cari genitori ed insegnanti, fratelli e sorelle maggiori, educatori ed allenatori, essere a conoscenza del fatto che all’interno del vostro interlocutore sta avvenendo (proprio davanti a voi!!) un cambiamento del genere può aiutarvi e rendervi la vita più facile.
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“L’adolescente è solo un immaturo, bisogna abbozzare e sperare che cresca il prima possibile”.
No, questa visione dell’adolescente come un bambinetto che vuole fare l’adulto e non ci riesce e che crea solo grane è controproducente e riduttiva. È vero, in questo meraviglioso periodo si attraversano momenti in cui l’adolescente ci/vi farà sentire sconcertati, delusi, interdetti, arrabbiati. Ma è proprio la presenza di questi momenti a doverci rincuorare e dare una visione differente e più completa. La messa alla prova dei limiti, la confusione, la voglia di fare esperienze nuove è il terreno fertile su cui l’adolescente (in cooperazione con il suo ambiente) getta i semini di una vita ricca e variegata. Quegli stessi semi che da adulti lo porteranno a raccoglierne i frutti.
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“L’adolescente, per crescere, deve imparare a cavarsela da solo”.
No, niente di più errato. Ricordiamoci sempre che crescere vuol dire acquisire nuove forme, competenze ed abilità. Ciò vuol dire che crescere non implica l’accensione o lo spegnimento di un pulsante e puff sono cresciuto. Crescere implica una processualità e la processualità implica tempo.
Così come non è consigliabile essere ingerenti o iper presenti nella vita degli adolescenti (poiché questo potrebbe ostacolare e deviare il processo di crescita di cui sopra), è sconsigliabile nella stessa maniera tirarsi indietro nella relazione in un momento così importante.
È vero che in questa fase della vita c’è una spinta evolutiva all’indipendenza e all’autonomia, ma il risultato finale di questo processo non è l’assoluta indipendenza, il fare tutto da soli, il non dipendere da nessuno. L’obiettivo principe, il risultato ottimale che l’adulto può e deve facilitare è l’interdipendenza. Ossia la dipendenza reciproca. La capacità di entrare in relazione simmetrica con l’altro. Dopotutto non è questa la peculiarità delle relazioni adulte?
Perché è così importante sfatare questi falsi miti? Perché moltissimi studi hanno dimostrato la loro influenza reale e concreta nella crescita dei bambini e dei ragazzi. Se mi approccio all’adolescenza come un periodo di follia e immaturità, inevitabilmente queste credenze influenzeranno il mio modo di rapportarmi a coloro che la vivono. L’ adolescenza è un momento fondamentale, ricco di emozioni intense e potenzialità di crescita e come tale andrebbe considerato.
Vi lascio con le parole di Goethe “Trattate una persona come se fosse già quella che dovrebbe essere e l’aiuterete a diventare ciò che è capace di essere.”
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Dott.ssa Laura Lodi – Psicologa e Psicoterapeuta