La Porchetta é il primo cibo che ha unito la Penisola

(DAM) Chieti – Il 17 marzo 2023, il giornalista e autore Rai Nicola Mastronardi che ha pubblicato i romanzi storici Viteliú (2012) e Figli del Toro (2019) sulle origini politiche della Nazione Italiana, ben prima dell’Unità d’Italia e del pieno Medioevo, bensì nella Guerra Sociale del 91 – 88 a.e.c., ha pubblicato un articolo su Appenniniweb.it nel quale si tratta dell’argomento attraverso le monete coniate in quel periodo.
A tal proposito, va detto che se con quella che può essere definita una moneta della “Riconciliazione” tra Romani e Italici (un Denario in argento del 68 a.e.c. di Q. Fufius Calenus e Mucius Cordius con al dritto le teste affiancate di Honus e Virtus e nel rovescio due donne Italia e Roma, la prima con la cornucopia simbolo della abbondanza, la seconda con scettro e spada simbolo del potere, della forza militare e il piede destro sul globo, dietro il caduceo simbolo proprio della pace e quindi della riconciliazione) si riafferma la caratteristica piú volte messa in evidenza nella “Genesi dello Stato e della Nazione Italiana” (IT\ICCU\TER\0039190)
di “Italia Invertebrata” con doppia anima, quella Romana Universalistica e quella Italica o Particolaristica ( ben rappresentate nella moneta 1900 anni circa prima dell’Unità d’Italia), nella moneta della Lega Italica coniata a Corfinium col giuramento di fedeltà di otto delle dodici tribù Italiche scese in campo nella Guerra Sociale contro i Romani, compare non solo il nome Italia ( in Osco Viteliú), ma da un dettaglio della foto appare l’animale che ritualmente e gastronomicamente rappresenta più di ogni altro l’esistenza di una Nazione Antropologica Italica ancor prima di quella politica, ossia il maiale presente come animale sacrificale in numerosi riti religiosi italici e che secondo tradizione viene mangiato cotto arrosto allo spiedo come le porchette vendute oggi dagli ambulanti nei mercati e nelle sagre.
Nella suddetta moneta, un denario in argento della Confederazione Italica, emesso in coincidenza della guerra sociale del 91 a.e.c. ( con al dritto una figura femminile con serto d’olivo, collana e pendente con dietro la scritta Italia “Viteliú”, mentre nel rovescio otto dei dodici popoli insorti contro Roma che giurano puntando la spada verso il maialino sacrificale tenuto dal sacerdote, con dietro la scena un palo con stendardo), appare il sacrificio del maiale, tradizione tipica delle genti Italiche oggi come ieri che abitano la Penisola intorno all’Appennino, compresi gli Etruschi piú a nord e le città della Magna Grecia piú a sud.
Pertanto, se da circa un secolo prima dell’avvento dell’idea della Nazione Politica Italica, la storia della Nazione Italica e della Res Publica Romana si sono fuse come dimostra il Denario in argento di Antonino Pio (138 – 161 a.e.c.) con l’Italia cinta dalla corona turrita (rappresenta le città Italiche o di diritto italico) che seduta sul globo (l’ecumene romano) regge la cornucopia simbolo dell’abbondanza e lo scettro del potere, esiste una Nazione Antropologica Italica ben prima della unificazione politica della Res Publica Romana che ha in usi costumi, riti e tradizioni comuni il suo perno e in campo gastronomico é proprio il maiale il primo simbolo della comune tradizione, animale che compare in vari riti e festività della Prisca Religio degli avi, non solo per i “Saturnalia” e il sacrificio “Suovetaurilia”, ma anche in occasione dei “Compitalia”, ogni qualvolta si doveva fare un “Piaculum” (sacrificio espiatorio) o in occasione di una ricorrenza famigliare. Il maiale una volta sacrificato veniva all’epoca arrostito e mangiato nelle occasioni più importanti.
A tutt’oggi, nella zona dell’Appennino Centrale, dalla Romagna fino alla Basilicata si mangia la porchetta italica come piatto tradizionale e si rivendicano le su origini, sia nel Lazio in area Sabina ad Ariccia, sia in quella Picena a Campli in Provincia di Teramo (dove nella necropoli di Campovalano sono state trovate tracce di resti fossili di una antica porchetta), sia a Norcia (Pg) in zona etrusca, a Ripa Teatina (Ch) in area Marrucina, popolazione affine ai Sanniti, a Luco dei Marsi (AQ) e a Penne in zona Vestina, attuale provincia di Pescara.

Cristiano Vignali