La pizza agricola: quando un grande classico si rinnova

La pizza agricola: quando un grande classico si rinnova

(DAM) Abruzzo – Oggi scopriamo qualcosa in più sulla pizza agricola, variante gourmet del più classico e amato tra i piatti della cucina italiana, rappresentata più che degnamente nel territorio abruzzese.

Se si afferma che la pizza sia l’alimento più amato dagli italiani, non si rischia certo di dire un’inesattezza.
Piatto semplice quanto gustoso, la pizza è ormai diventata una vera e propria bandiera italiana all’estero, vantando estimatori in ogni continente. D’altra parte, non è un caso se la parola italiana più famosa nel mondo è proprio pizza.
Le origini di questo alimento si perdono nella leggenda ma la tradizione fa risalire la sua invenzione alla città di Napoli: proprio per questo, nel 2017 l’UNESCO ha dichiarato l’arte del pizzaiolo napoletano uno dei patrimoni immateriali dell’umanità.

Ricetta antica e collaudata, dunque, che ha saputo nel tempo sviluppare anche varianti altrettanto gustose: una delle più interessanti è la pizza agricola, che in Abruzzo viene prodotta e servita, ad esempio, dall’agriturismo Torre Blaga di Ripa Teatina.
Già l’aggettivo “agricola” ci dà un’indicazione sul tipo di prodotto che ci troviamo davanti: una pizza la cui ispirazione viene dalla terra, realizzata con prodotti dell’orto genuini, locali e certificati.
Una pizza gourmet e artigianale allo stesso tempo, insomma, che si avvale di materie prime di produzione propria e permette di recuperare con gusto il rapporto con il territorio.

La personalizzazione alla base di una pizza agricola parte già dai cereali scelti per l’impasto, autoctoni e a km 0, in grado di conferire un sapore unico al prodotto finito.
A seconda delle farine impiegate, infatti, la pizza assume una consistenza e un gusto personali, differenti di tipo in tipo.

Già la scelta tra i diversi tipi di farine “classiche” permette di raggiungere un risultato diverso: le farine bianche di tipo 0, le più utilizzate per l’impasto della pizza, daranno luogo a impasti soffici e morbidi. Ciò non toglie che si possano utilizzare anche farine con un diverso grado di abbrutimento per ottenere risultati leggermente diversi: le tipo 00 (le più utilizzate per i dolci), le tipo 1, le tipo 2 e la pregiata fior di farina, ideale per la pasticceria.

L’utilizzo di farine integrali, anche in combinazione con farina bianca di tipo 0, darà vita ad impasti più corposi e aromatici ma anche più soggetti a deterioramento e alla proliferazione di batteri: questo tipo di impasto necessita perciò di tempi di lievitazione più lunghi.

Ma sono moltissimi i diversi tipi di farina impiegabili, a partire da quelli privi di glutine per i consumatori celiaci, come la farina di mais, di patate, di riso o di soia e spaziando dalle più svariate tipologie, come un mix di farine di frumento e di farro oppure farina di semola unita a farina di grano tenero per dare vita a un impasto meno gonfio.
Ma anche farina di mandorle per un sapore dolciastro e decisamente energetico o farine speziate arricchite con aromi come il coriandolo, il cerfoglio o l’origano.

Per la pizza agricola, di solito, oltre a privilegiare farine del territorio, vengono impiegati impasti con grani di qualità superiore ricavati da coltivazioni biologiche e prive di pesticidi. Più pregiati ma anche più delicati, devono essere lavorati con una cura e una attenzione particolare.
Come avviene a Torre Blaga, dove la pizza agricola è diventata già da qualche anno uno dei fiori all’occhiello della proposta dell’agriturismo.

Come ci racconta il titolare, Nicola Pantalone, la pizza agricola di Torre Blaga è nata come un esperimento e ha ampiamente superato tutte le aspettative: sono stati molti i premi collezionati negli anni e l’apprezzamento da parte della clientela è cresciuto di giorno in giorno.

La pizza agricola Torre Blaga nasce a partire da farine e prodotti di produzione propria o da parte di aziende di fiducia, come il caseificio La Majelletta, che fornisce la mozzarella. A lievitazione lunghissima, circa 48 ore, a cui se ne aggiungono altre 72 in frigorifero, la pizza agricola passa direttamente dall’orto al piatto, senza aggiunte chimiche o interferenze.
L’idea alla base, d’altra parte è stata più che naturale: la pizza, un alimento basato sul grano, non poteva che sposarsi alla perfezione con i sapori tipici della campagna.

L’impasto scelto da Torre Blaga è estremamente particolare, senza lievito ma solo con lievito madre e predilige farine semi integrali provenienti dal territorio. Questo rende la lavorazione più delicata e impegnativa, ma regala un sapore unico e inconfondibile, che la clientela ha imparato a riconoscere ed apprezzare: è proprio il tipo di lavorazione, rigorosamente a mano, a fare la differenza.

E per completare un pasto dai sapori totalmente naturali, Torre Blaga propone la sua pizza agricola accompagnata dalla Birra Agricola, totalmente artigianale, prodotta dal Birrificio Majella.

Claudia Falcone – Discovery Abruzzo Magazine