La leggendaria origine del Gran Sasso e della Maiella

Il Gran Sasso visto dalla Maiella come Maja che contempla il suo figlio, il "Gigante" morente
Il Gran Sasso visto dalla Maiella come Maia che contempla il suo figliolo, il “Gigante” morente

(DAM) L’Aquila – Esiste una leggenda, da cui deriva l’origine del nome dei due massicci montuosi più alti d’Abruzzo e degli Appennini Continentali, il Gran Sasso (2.912 mt slm) e la Majella (2.793 mt slm), le cui origini si perdono nella notte dei tempi.

Essa narra la tragica vicenda della Dea Maia, la più bella delle Pleiadi, abitante la Frigia, e del suo unico figlio bellissimo, altissimo e grandissimo fisicamente a tal punto che era chiamato il “Gigante”.

Il “Gigante”, venne ferito gravemente e ridotto in fin di vita in una battaglia, così la madre per salvare il figlio chiese un aiuto a un oracolo che le parlò di una montagna altissima oltre il mare dove cresce un’erba miracolosa in grado di guarire anche le ferite più gravi.

Così, Maia e il figlio, braccati anche dai nemici, partirono per il lungo viaggio per mare fino a raggiungere il porto dell’antica città di “Orton” (Ortona).

Il Gran Sasso, detto anche "il Gigante buono"
Il Gran Sasso, detto anche “il Gigante buono”

Stremati dal viaggio alla ricerca dell’erba taumaturgica, si rifugiarono in una caverna scavata nella roccia della montagna, dove il gigante ferito, provato dal lungo viaggio, spirò fra le braccia della madre che inconsolabile non si diede più pace.

Maia lo seppellì sul Gran Sasso, il cui profilo assomiglia da allora a quello di un “gigante che dorme”.

Impazzita dal dolore, Maia non ebbe più pace e cominciò a vagare finché giunse sulla montagna di fronte, da dove poteva vedere il luogo dove era sepolto il figlio.

Qui iniziò una vita eremitica in mezzo alla natura, in compagnia delle fiere, finché un giorno morì e proprio in suo onore la montagna fu chiamata dai suoi abitanti Majella (montagna madre, anche simbolo della fertilità). Il massiccio montuoso prese come per magia le fattezze di una donna china su se stessa che veglia il suo adorato figlio disteso.

La montagna della Dea Maja, la Majella
La montagna della Dea Maia, la Majella

I parenti di Maia e del Gigante, anch’essi Dei, impietositi dal dolore della povera donna per la morte del figlio, decisero di rendere immortali i due, facendoli prendere le sembianze delle due montagne: la Maiella e il Gran Sasso.

I pastori narrano che quando sulla Maiella infuria la bufera, il rumore del vento sembra assumere a tratti la voce di Maia che disperatamente piange per la perdita del figlio.

Stefano Muzi

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